Quest’estate ho usato Tripadvisor a manetta. Non giudicatemi.
Tripadvisor ha un’enorme virtù rispetto a qualsiasi altra fonte di informazione sui ristoranti (le guide, in primis): è incredibilmente capillare. Ovunque tu sia nel mondo, troverai recensito qualcosa a un passo da te.
Questo, ahimè, non capita con la maggior parte delle guide anche per un motivo sacrosanto: che magari a un passo da te non c’è nulla degno di nota. Tuttavia, sarà capitato a tutti, in ferie hai bisogno di sapere non quale sia il miglior locale nel raggio di dieci chilometri, ma il miglior locale –o almeno il meno peggio– nel raggio di pochi metri.
Con la famiglia siamo stati in Portogallo e in Liguria, ci siamo trovati spesso nella situazione di non poterci allontanare troppo dal punto in cui eravamo. Dunque abbiamo usato Tripadvisor. E come andata?
[Le vere vacanze rovinate dall’eccesso di TripAdvisor]
[TripAdvisor: come leggere le recensioni per capire un ristorante]
Dignitosamente bene, direi.
Se lo si sa leggere, TA è piuttosto trasparente anche quando è farlocco: non è difficile stanare le soste recensite a pagamento, quelle con votazioni fake, ci vuole solo un po’ di tempo, un utilizzo attento dei filtri e bisogna evitare di valutare i locali con poche decine di recensioni (non è detto che siano cattivi, ma vanno considerati NP, non pervenuti, cioè senza informazioni sufficienti).
Con Tripadvisor ce la siamo cavata, ci siamo tolti dai guai quella notte che erano le dieci di sera, eravamo in periferia di una città sconosciuta, i bambini impazzivano di fame e non sapevamo cosa fare.
“Ce la siamo cavata” non è il massimo, ma nemmeno il minimo.
Quest’estate i migliori posti provati li abbiamo trovati grazie ai consigli di amici.
Il peggiore in assoluto era segnalato da una guida. Cartacea.