Non si può capire la cucina top senza conoscere quella pop e viceversa.
Senza lasagne non esisterebbe Bottura, senza Michel Bras non esisterebbe il cuore caldo del tortino in pizzeria.
Quindi dopo i migliori pasti popolari dell’anno, ora approfitto di Dissapore per elencarvi i miei migliori pasti siderali del 2018. Come sempre tanto Torino e Piemonte (ci vivo) ma non solo.
[I piatti pop del 2018 di Luca Iaccarino]
Noma
Il miglior pasto della mia vita, quello del nuovo Noma inaugurato a febbraio 2018. Una cosa incredibile. Ma lo racconto meglio nell’articolo collettivo sul meglio dell’anno che Dissapore ha appena pubblicato.
[10 ristoranti che ci sono piaciuti parecchio nel 2018]
La Madernassa
Michelangelo Mammoliti sta facendo de La Madernassa a Guarene uno dei ristoranti che spingono di più in Italia. Le triglie le cuoce così e io penso che sia uno di quelli per cui, tra poco, parlare di due stelle non sarebbe sconsiderato.
Lume
Questa foto non rende l’idea, ma sono convinto che il lavoro di Luigi Taglienti da Lume per tornare all’origine dei sapori sia strepitoso. Mangiare questo sugo così, in purezza, è stata una delizia (poi condivido con lui le origini liguri, quindi ho il palato ben tarato sulle sue radici).
Laite
Uno dei pasti più ispirati dell’anno, quello al Laite di Sappada, da Fabrizia Meroi. Ogni piatto racconta le sue montagne, le sue radici, la bella storia sua e di suo marito.
Fud Off
Una scoperta inaspettata: Fud Off a Catania, dove Valentina Chiaramonte fa tapas e piattini di grande estro. Cose semplici ma azzeccatissime. Brava.
Cannavacciuolo Bistrot
Ha appena preso la stella e secondo me la merita, anche se qualcuno lamenta che Antonino prenda macaron come fossero caramelle: Cannavacciuolo Bistrot a Torino, pura golosità.
Il Duomo
Il timballo del Gattopardo: invenzione incredibile di Ciccio Sultano –Ristorante Duomo, Ragusa– ispirata alla ricetta di Tomasi di Lampedusa. Come Ciccio riesca a far stare tutte quelle cose lì dentro, non so, ma aprirlo è come scoprire un tesoro.
Il Clandestino
Il ristorante nel luogo più bello d’Italia (o uno dei): il Clandesino di Moreno Cedroni a Portonovo. Mamma mia. Freschezza nel piatto (questo è King Krab), il mare davanti.
Spazio Milano
I dolci di Spazio Milano, tutti. Che belli. Che buoni. Che figata. Verrei qua a far merenda. Si può?
Asador Etxebarri
La miglior carne della mia vita. Vabbè, mi piace vincere facile: Asador Etxebarri, fuori Bilbao.
Contraste
Questo non è il mio piatto preferito, ma è il più scenografico dei tanti super scenografici di Constraste a Milano. La cena da Matias Perdomo è stata una delle più belle dell’anno. Ma anche delle più buone! I miei più grandi complimenti.
Tokyo Grill
Diamine, mi hanno detto che è cambiato il sushiman, ma quando ci sono andato io Tokyo Grill a Milano era una roba da urlo.
Condividere
Indubbiamente la miglior novità torinese dell’anno: Condividere, supervisione di Ferran Adrià, in cucina Federico Zanasi. Uno dei ristoranti più divertenti d’Italia (in foto il riso con l’anguilla).
Reale
Il Reale di Castel di Sangro è una delle esperienze più radicali della cucina mondiale. Una fetta di manzo di Niko Romito è una fetta di manzo. Ma la miglior fetta di manzo mai mangiata, perché è l’idealtipo weberiano della fetta di manzo (non so cosa voglia dire).
Osteria Arborina
Ehm questi sono plin! Da Andrea Ribaldone, che come apre prende una stella, all’Osteria Arborina a La Morra.
Spazio7
Una delle migliori carni crude dell’anno (e direi anche del lustro), piena di sorprese. Dal neostellato Spazio7 di Alessandro Mecca, a Torino. Bravi!
Combal.Zero
Visto così sembra una cosa semplicissima, ma questo piatto s’è trasformato sotto i miei occhi (grazie ad abbinamenti e salse) da una ricetta orientale in una zuppa francese. Quei miracoli che riesce a fare solo Davide Scabin, al Combal.Zero a Rivoli.
Les Petites Madeleines
Stelle non ne ha (ancora) ma io trovo Stefano Sforza de Les Petites Madeleines di Torino uno dei ristoranti più interessanti della città e non solo. Acidità e gusto. Bello. Bravi.
All’Enoteca
Tra i cuochi che meglio integrano conforto e personalità c’è certamente Davide Palluda: al Ristorante dell’Enoteca di Canale siamo arrivati per mangiar tartufi, siam finiti ad assaggiare calamaretti squisiti. Tantissima roba. Bravi bravi bravi.
Il Portico
Libertà. È quello che si respira da Paolo Lopriore, al Portico di Appiano Gentile. Lui ti porta delle cose, tu ci fai un po’ quello che vuoi. Ma dietro c’è un ragionamento sul gusto incredibile, per cui è impossibile sbagliare. Dall’inizio, alla fine: mamma mia che gelato.
Zia
La miglior scoperta romana dell’anno, per me: Zia. Locale elegante, cucina golosa ma gentile, servizio sorridente, prezzi giusti. Ce ne fossero!
Hisa Franko
Non l’ho mangiato una ma due volte, in due diverse cene: la trota di Ana Ros dell’Hisa Franko di Kobarid riassume una delle cucine più toccanti provate quest’anno. Uau.
Ristorante Carignano
Hanno preso la stella anche loro ed è giusto, ché il Carignano è tra i più francofili ristoranti torinesi: bella serata a chiacchierare con Fabrizio Tesse e Marco Miglioli.
Bu:r
Mamma mia, mamma mia che buone: tagliatelle con lievre à la royale di Eugenio Boer, Bu:r a Milano. Godu:ria pura
[Foto copertina | Chiara Cavalleris]