Voglio usare il Buonappetito odierno per chiarire una cosa cui tengo tantissimo.
Oggi niente cazzeggio: il tema è serio. Ed è: la distinzione tra caro e costoso.
Costoso è un oggetto o un servizio con un prezzo alto e dalla qualità alta anch’essa.
Caro è un oggetto o un servizio che ha un prezzo esagerato rispetto alla qualità, a prescindere dal fatto che questo prezzo sia alto o basso.
Esemplificherò dunque la cosa nelle sue quattro combinazioni.
1) COSTOSO NON CARO.
Quando sono stato a El Celler de Can Roca, ristorante 3 stelle Michelin, da anni ai primi posti della classifica internazionale 50 Best Restaurant, ho pagato il menu 180 euro. Ho mangiato una quantità di cose meravigliose in una delle serate più belle della mia vita.
Questa è un’esperienza costosa ma non cara.
2) CARO NON COSTOSO.
L’altro giorno ero molto di corsa e molto affamato: sono entrato nel primo bar, e ho preso un toast. Costava 4 euro e faceva schifo: il pane era confezionato, il prosciutto una sorta di wurstel di maiale, il formaggio la risulta d’una fusione casearia.
E’ stata un’esperienza non costosa ma cara.
3) CARO E COSTOSO.
Per festeggiare un amico, anni fa, siamo andati a cenare allo Sporting di Montecarlo, dove c’era il concerto di Macy Gray durante il pasto. Intruppati in una tavolatona di russi che stappavano Crystal come gazzosa, abbiamo speso 250 euro a testa mangiando come si mangia in aereo, tipo petto di pollo alla griglia.
Questa è un’esperienza costosa E cara. La peggiore occorrenza.
4) NON CARO, NON COSTOSO.
Uno dei miei posti preferiti in assoluto è una pescheria di Torino che fa anche da mangiare: si chiama Pescheria Gallina, è a Porta Palazzo. Accanto al grande banco della vendita ha una cucina e qualche sgabello (e, d’estate, il dehors). Un piatto enorme –spesso prendo il fritto–, un bicchier di vino, l’acqua e la focaccia costano 15 euro, all inclusive.
Questa è un’esperienza né costosa, né cara.
E, naturalmente, è la mia preferita.