Ho fatto, da pc, un giretto tra i siti web dei principali ristoranti stellati italiani e, alla fine, mi sono sentita davvero molto triste e piena di punti di domanda. Perché? Perché molti sono improponibili e ho riscontrato grossi problemi: estetica e fruibilità obsolete, pagine non funzionanti, link al nulla, poca chiarezza, estetica da programmatore amatoriale nel ’95, moduli e pulsanti statici, difficoltà con la prenotazione online, informazioni non aggiornate.
Chiariamo una cosa: è sbagliato, nel 2023, pensare che un sito web non possa impattare negativamente sull’opinione che ci si fa di un’azienda ed è sbagliato pensare anche che un ristorante stellato non abbia bisogno di una vetrina online per il pubblico pagante (oltre a Instagram, che spero fallisca presto); così come è sbagliato pensare che un ristorante pregiato e famoso e rinomato e apprezzato possa concedersi di non puntare su un sito web fatto bene. In realtà è tutto il contrario. Fare un sito web costa (a meno che non lo si faccia fare dal cuggino e non si affidino i testi a sorelle e fratelli), ma è poco credibile che un ristorante stellato non abbia budget da investire o la possibilità di assumere professionisti che se ne occupino.
Fattore non meno importante di quanto già scritto: il cliente paga profumatamente servizi e concetto, e non sta né in cielo né in terra mostrargli un tale biglietto da visita. Voi paghereste centinaia di euro per pernottare alla Reggia di Versailles, facendo il check in nel retro di un lurido garage con ascensore rotto e senza sapere come arrivare alle camere? Quindi la morale è questa: io personalmente non mi spiego livelli così bassi. Per correttezza darò anche merito al merito, ove opportuno.
Osteria Francescana – Massimo Bottura
Chef Massimo Bottura ha elevato la cucina italiana a livelli rari (fino a Nuova Dehli), con la sua tristellata Osteria Francescana famosa in tutto il mondo. Nulla da dire sul cibo, anche perché non ci sono mai stata… ed è proprio per questo motivo che ho notato i disagi dal sito web ufficiale: non si capisce assolutamente niente, né quando in italiano né lasciando tutto in inglese (e pensare che sua moglie, Lara Gilmore, è americana). Tralasciando un inglese un po’ rigido, il fatto che ogni tanto hanno scritto “menu” e altre “menù” e il fatto che non tutte le pagine sono traducibili dall’inglese, ecco i principali problemi.
Capire quando prenotare un tavolo
Dai due screenshot si capisce al volo un fatto: è tutto pieno, tutto, per l’eternità. E ok, felicissima per lui. Il punto è che, facendo finta che ci siano dei posti liberi prenotabili (che dovrebbero essere contrassegnati col pallino verde), non si capisce il meccanismo delle prenotazioni. Ve lo spiego io dopo averci ragionato sopra per venti minuti, non ringraziatemi: in sostanza, indicano un determinato lasso temporale durante il quale prenotare per un determinato mese. Quindi:
- per prenotare un tavolo per novembre 2023, dovete attivarvi dal 2 maggio;
- se volete un tavolo per dicembre 2023, dovete attivarvi dal 1 giugno. E così via.
Sono sicura che abbiano ottime motivazioni, ma dovrebbero quindi spiegarle in modo chiaro: se si accede direttamente alla pagina Prenotazioni (senza passare dal piccolo box in home page “nuove date prenotazioni”, che butta li le date – screenshot qui sotto) non è possibile tradurre in italiano, la frase introduttiva non è chiara e un utente medio non riuscirebbe assolutamente a comprendere il meccanismo.
Icone che portano al nulla nella pagina del menu
Qui è un mistero. Se dall’home page si accede a “menu” si apre una pagina che riassume sia i menu degustazione sia il menu alla carta. Cliccando su “scopri i dettagli” si apre un ulteriore menu diviso ancora tra “menù degustazione”, “a la carte”, “carta dei vini”. Entrando in una delle tre scelte ci si trova davanti a ciò che mostro nello screenshot:
- icona del carrello in alto a destra, che non porta a nulla né si capisce perché sia li;
- icona menu con le posate in alto a sinistra, che manco in Autogrill, e che non porta al menu-cibo (visti coltellino e forchettina) bensì al menu-navigazione
Inoltre, accedendo alle specifiche dei singoli piatti sempre da queste pagine, si indicano al massimo solo gli allergeni e non – di fatto – le caratteristiche della pietanza. Ultimo fatto: il sito web è tendenzialmente formattato male soprattutto se lo si usa da pc. Ho capito che ormai tutto l’universo ruota intorno al telefonino, ma diamine.
Da qui, poi, non c’è tasto per tornare in home page: si è catturati li, nel nulla privo di link o approfondimenti, con una grafica che quelle per prenotare le visite mediche dai portali sono più invitanti e calorose. Mi spiace infierire su chef Bottura, ma i problemi non sono solamente quelli elencati:
- hanno tradotto la pagina “attività” con “about us”, vabè;
- per “attività” intendono una brevissima autobiografia dello chef, con l’immancabile icona del carrellino inutile;
- cambiare lingua è possibile ma solamente dal telefonino, perché dal menu a tendina sul pc la cosa si perde via;
- i menu degustazione non riportano sempre il prezzo e, per di più, la pagina “abbinamento vini” non chiarisce cosa come e perché, è solo un elenco di vini misto a voci che riportano cocktail… i 210 € di abbinamento vini, quindi, cos’è?
L’e-commerce fantasma
Ho poco fa descritto un’icona carrellino perfettamente inutile. Ecco, mi hanno fatto notare che alcune pietanze dal sito possono essere “messe nel carrello”: solo due primi piatti e un secondo piatto. Ok, li metto nel carrello e clicco sul tasto “procedi”: mi riepiloga l’ordine ma la cosa finisce qui, non pago, non prenoto, muoio.
Cracco – Carlo Cracco
Il sito web di Carlo Cracco contiene anche un e-commerce, e si presenta austero ed elegante… ma poco chiaro anche in questo caso. Il menu di navigazione è piccino piccino in basso, dove solitamente ci sono p iva e dati privacy. Ecco, da alcuni browser non funziona: se clicchi sulle varie voci come ad esempio “café Cracco” o “galleria Cracco” accade nulla anche se il cursore suggerisce di cliccare per accedere ad altre informazioni (in più, il sito web va oltre quel menu ma appunto non è mostrato per problematiche da risolvere). Temo sia colpa della barra di navigazione: ho provato da postazioni diverse e da browser diversi e manifesta irregolarità. Stessa situazione se passo dalla lingua italiana alla lingua inglese.
Menu quasi invisibile
Per una persona che non ha la minima idea di cosa cucini Carlo Cracco (o che voglia assaggiare la tanto discussa pizza), è difficile avere al volo informazioni specifiche sul suo ristorante da 1 stella Michelin. Ecco quanto riportato come presentazione del luogo: “Il menù propone portate inaspettate, come zuppa di pesce in crosta e tuorlo d’uovo marinato con asparagi verdi e tartufo nero, ma anche piatti della tradizione, come il riso mantecato alla zafferano, midollo alla piastra e ragù di fegatini”. Ci sono più virgole che informazioni utili.
Dopo la voce statica “sous chef”, c’è la voce “menu”: peccato che non sia intuitivo cliccarla, visto che la precedente non era cliccabile. Ah, il ristorante è l’unico degli spazi di Carlo Cracco ove possibile prenotare online: per il resto, ovvero Galleria e Café, ci si deve o attaccare al telefono oppure copiare-incollare l’email e scrivere (specifico copiare-incollare perché se ci clicchi sopra non compare il pop up corretto).
Da Vittorio – Fratelli Cerea
Ne ho parlato di recente, dei fratelli Cerea e del prestigioso e tristellato Da Vittorio a Brusaporto, per lo slancio verso il vertical farming: una novità davvero importante e innovativa, di cui tuttavia sul loro sito web ufficiale non si parla ed è un peccato. Quindi, io gli voglio bene ma già si parte con informazioni non aggiornate.
Bene ma non benissimo
Il menu di navigazione è molto fitto, ma è comunque semplice accedere alla parte dedicata al ristorante (o meglio, ai ristoranti). Una volta selezionata la pagina di interesse si aprono immagini e brevi descrizioni con menu da scaricare in pdf. I dettagli ci sono, ma il sistema per visualizzarli è oggettivamente obsoleto e soprattutto scomodissimo se si usa da telefonino. Se si vuole prenotare un tavolo, in fondo e appena sopra le coordinate per il loro eliporto (…) c’è il classico modulo da compilare. Insomma, i Cerea possono investire di più ma ho appena dimostrato che in giro sul web c’è molto di peggio.
Villa Crespi – Antonino Cannavacciuolo
Villa Crespi di chef Antonino Cannavacciuolo, a Orta San Giulio, 3 stelle Michelin (io lo provai quando ne aveva meno) contornato da progetti correlati come la recente “linea” di Laqua ovvero hotel di lusso. Cannavacciuolo fa le cose in grande e non credo che nessuno si aspetti meno. Nulla da dire sul sito web ufficiale: funziona tutto, è tutto chiaro, navigazione intuitiva, moduli funzionanti, semplice e graficamente fatto bene, funziona con ogni motore di ricerca. Tutto apposto, Antonì.
St. Hubertus – chef Norbert Niederkofler
Trentino Alto Adige, atmosfera da favola, 3 stelle Michelin e chef Norbert Niederkofler dal 1996. Una storia lunga e interessante, supportata da un sito web piacevole anche se un po’ troppo pieno. Si naviga abbastanza bene da pc, con un pop up carino di introduzione in home page ma con qualche lacuna sulla pagine del ristorante di per sé. Infatti, il modulo per le prenotazioni è poco chiaro: indica la possibilità di prenotare dal 10 dicembre 2022 al 24 marzo 2023… forse perché il St. Hubertus è chiuso per un tempo che non si sa bene quanto durerà. E non è scritto in modo chiaro. O meglio, l’annuncio è riportato nel popup che ho citato, peccato che:
- potrebbe aprirsi in tedesco e presentare irregolarità con la traduzione;
- soprattutto, se avete uno schermo piccolo o in scala superiore al 100%, il popup è proposto, ma tagliato e senza modo di leggerlo dall’inizio: in questo caso, quindi, la parte fondamentale sulla chiusura non è riportata. Si tratta di un tecnicismo da programmatori, che riguarda la cattiva gestione dei box “fluttuanti” sui siti web
Uliassi – Mauro e Catia Uliassi
Mauro Uliassi (che recentemente si è esposto sull’alluvione nelle Marche) è un personaggio, e il suo ristorante da 3 stelle Michelin è diverso sotto molti punti di vista. Ma non siamo qui a elogiare/giudicare cibo e qualità, che mai in questo articolo sono messe in discussione, bensì come si comunica l’attività sul sito web ufficiale. Quello di Uliassi è un buon sito web, chiaro e semplice, quasi minimal ed elegante. Presenta tutte le informazioni e va tutto bene. Fino al momento di prenotare un tavolo: non è possibile prenotare online con i soliti moduli che ben orientano il cliente sulle date libere, ma solamente tramite un indirizzo email specifico, o tramite telefono se si desidera un tavolo il giorno stesso.
Signore e signori, meno instagram e comunicati stampa da agenzia e più testa sul proprio sito web!