Adesso stai a vedere che saranno i ristoranti a salvarci dalla pandemia. O meglio, la voglia irrefrenabile di andare (tornare) a mangiare al ristorante. Su cui i governi potrebbero fare leva, per convincere gli indecisi a vaccinarsi. Sarebbe una bella rivincita, per uno dei settori più colpiti dalle restrizioni anti COVID-19, e anche per una delle categorie di luoghi più accusate di favorire focolai che diffondono il Coronavirus. Ogni volta che i casi andavano su, le serrande andavano giù: insieme alle scuole, i ristoranti erano i primi a chiudere. Ma l’ora della riscossa è arrivata.
Il punto di partenza è una constatazione tanto triste quanto vera: ormai ci sono più vaccini che gente disposta a vaccinarsi. Almeno nel ricco e fortunato Occidente. Mentre all’inizio dell’anno è stata tutta una rincorsa a produrre, con queste dosi che ballavano da una nazione all’altra, più preziose e introvabili del Sacro Graal, ora la situazione si è ribaltata. Una grandissima quantità di persone ha ricevuto la prima dose, e un grande numero anche la seconda: bene, no? No. perché anche se i numeri sono elevati, comunque l’immunità di gregge è ben di là da venire. Il problema sono i no vax, e la platea ancora più ampia dei pigri, dei dubbiosi. Tanto che negli Stati Uniti già qualche settimana fa, dato che loro sono più avanti di noi, hanno provato a rendere invitante la vaccinazione con dei piccoli regali tipo un boccale di birra, una porzione di patatine: benefit ridicoli se ci si pensa, se si fa mente locale sulla sproporzione rispetto alla posta in gioco, un po’ come promettere caramelle ai bambini, ma tant’è.
Noi europei non siamo così di bocca buona, evidentemente. Evidentemente la carota non basta, ci vuole il bastone. Tanto che il Presidente francese Emmanuel Macron ieri ha annunciato che il Green Pass da agosto sarà richiesto per entrare in ristoranti e bar, oltre che per viaggiare su pullman, treni e aerei. Già dal 21 luglio sarà necessario per accedere a cinema, teatri o altri luoghi di svago. Insomma, di rendere obbligatorio il vaccino per il momento non se ne parla – tranne che per il personale sanitario – ma qualche leva indiretta esiste. E funziona: dopo un solo giorno, anzi una sola notte, dall’annuncio di Macron – tra l’altro l’annuncio di una legge futura, non della sua approvazione – in Francia c’è stato un boom di richieste: un milione di persone si sono prenotate per il vaccino. Dittatura sanitaria ok, ma non mi togliete le ostriche al burro.
Il Green Pass – ovvero la dimostrazione che si è vaccinati, guariti dal Covid o negativi al tampone – da lasciapassare di utilità personale volto evitare chiusure indiscriminate e obbligatorie per tutti, diventa così uno strumento politico della lotta alla pandemia. Quello che in Francia è legge, e che già la UE aveva indicato però solo a livello di consiglio, potrebbe diventare realtà anche in Italia. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, ha infatti espresso parere positivo: ”Concordo con Macron sul fatto che la vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità. Per convincere gli ultimi irriducibili utilizzare il green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione. Potrebbe essere anche una spinta per la vaccinazione”.
Figliuolo ha fatto queste affermazioni davanti alle telecamere di TG2 Post, spiegando quanto è importante convincere gli indecisi nella situazione attuale, e parlando di immunità di gregge: “Dobbiamo raggiungere l’80% della popolazione vaccinata per la fine di settembre. Siamo a 58 milioni di inoculazioni, intorno al 45% della popolazione, lo ritengo un dato importante, chiaramente non basta. Dobbiamo intercettare i cosiddetti indecisi, a livello europeo li chiamano esitanti“. E se all’esitante togliamo il ristorante (sorry), magari funziona.