Il 2022 è l’anno di Chioggia: selezionata dal New York Times come una delle 52 città da visitare quest’anno (tra le uniche 3 italiane, arriva addirittura prima rispetto a Courmayeur e Napoli) in un’ottica di turismo sostenibile, alternativa rispetto alla più affollata Venezia, la cittadina lagunare si prepara anche ad ospitare, a maggio, gli Stati generali della pesca. Una sorta di G20 del settore, occasione per fare il punto sul difficile rapporto tra economia e ambiente. E noi non vogliamo lasciarvi senza ristoranti da provare, trattorie e pasticcerie eccellenti, nel caso siate suggestionabili dalle patinate classifiche d’Oltreoceano.
Rispetto a Venezia, e pur ovviamente legata ad una dimensione lagunare, la gastronomia chioggiotta vanta alcune peculiarità, tra cui il fatto di fare di necessità virtù. La vita di mare e in mare ha inevitabilmente finito per condizionare la cucina, con preparazioni che si basano sulla conservabilità per lunghi periodi. Ne sono un esempio piatti come la luserna incovercià (dove la gallinella di mare viene prima grigliata e poi ripassata in padella con olio, aglio, aceto, appunto retaggio di conservazione), i papini sbroai (biscotti tipici pasquali, a ciambella, prima bolliti e poi cotti in forno) e i pevarini (dolci natalizi a base di miele e pepe).
Se programmate una sosta più lunga, il consiglio è quello di visitare anche Sottomarina: collegata a Chioggia da un ponte, affiancato da un’isola artificiale formata nell’ultimo dopoguerra e chiamata “Isola dell’Unione”, è località balneare forte di un suggestivo lungomare. Un paio di insegne che meritano sono il Ristorante Pizzeria Aurora, ambiente semplice ma cucina con materie prime di qualità (i baccalà in versione mantecato e vicentina meritano la sosta) e il Ristorante Garibaldi, dall’ambiente decisamente più raffinato. Vale la pena infine, anche se è ad una mezz’ora di strada da Chioggia, arrivare fino a Correzzola: qui c’è CorteverdeChiara, ristorante vegetariano. Paolo Giraldo, lo chef, ha mano felice e intelligenza nel trattare la materia prima.
Insomma, per provarle e per conoscere un’ospitalità assai diversa da quella veneziana, ecco una serie di indirizzi di ristoranti da provare a Chioggia. Ce n’è per tutti: trattorie ruspanti, locali storici, fine dining, street food.