Non tutto quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas: questa notta nella scintillante capitale del divertimento nello stato del Nevada si è svolta la cerimonia di premiazione della The World’s 50 Best Restaurants, la classifica sponsorizzata da San Pellegrino e Acqua Panna e diretta da William Reed che negli anni è cresciuta in autorevolezza e glamour fino a meritarsi il ruolo di più importante competitor della Guida Michelin.
Il processo di selezione vede 1080 tra gourmet ed esperti del settore che, divisi in 27 regioni, compongono la Academy che ogni anno stila la classifica. Qualche giorno fa era uscita la metà bassa, con i ristoranti dalla posizione numero 100 alla 51, e ha visto una compagine italiana in chiaroscuro, con la bella performance di Herbert Niedekofler e del suo Atelier Moessmer di Brunico che, dopo essersi aggiudicato in un colpo solo le tre stelle della guida rossa, si fa valere anche per la 50 Best, con un cinquantaduesimo posto che gli vale una sengalazione come new entry più alta.
Meno bene per Massimiliamo Alajmo che, pur un gradino sopra Niederkofler, è stato a tutti gli effetti retrocesso alla parte bassa della classifica. Non resta che vedere come si sono comportati Riccardo Camanini del Lido 84, Niko Romito del Reale, Uliassi, Enrico Crippa di Piazza Duomo e soprattutto Enrico Bartolini che, in posizione 85 l’anno scorso poteva essere protagonista di una scalata epica o essere definitivamente uscito dalla top 100.
I 50 migliori ristoranti del mondo nel 2024
Per i non iniziati, ricordiamo una regola importante della World’s 50 Best, che da qualche anno ha cambiato le carte in tavola, non senza qualche polemica, ma dando comunque al tutto una certa vivacità: chi è già stato nominato numero uno del mondo esce sostanzialmente dalla competizione, venendo incluso nell’empireo del “Best of the Best”. Il Central di Lima, miglior ristorante del mondo nella classifica 2023 era quindi fuori dai giochi, con lo spagnolo Disfrutar che è in top 10 dal 2019 e da un paio d’anni scalcia al secondo posto. Ecco quindi la classifica dei migliori ristoranti del mondo:
- Disfrutar BARCELLONA
- Asador Etxebarri ATXONDO
- Table by Bruno Verjus PARIGI
- Diverxo MADRID
- Maido LIMA
- Atomix NEW YORK
- Quintonil CITTÀ DEL MESSICO
- Alchemist COPENHAGEN
- Gaggan BANGKOK
- Don Julio BUENOS AIRES
- Septime PARIGU
- Lido 84 GARDONE RIVIERA
- Trèsind Studio DUBAI
- Quique Dacosta DÉNIA
- Sézanne TOKYO
- Kjolle LIMA
- Kol LONDRA
- Plénitude PARIGI
- Reale CASTEL DI SANGRO
- Wing HONG KONG
- Florilège TOKYO
- Steirereck VIENNA
- Sühring BANGKOK
- Odette SINGAPORE
- El Chato BOGOTÁ
- The Chairman HONG KONG
- A Casa do Porco SAN PAOLO
- Elkano GETARIA
- Boragó SANTIAGO
- Restaurant Tim Raue BERLINO
- Belcanto LISBONA
- Den TOKYO
- Pujol CITTÀ DEL MESSICO
- Rosetta CITTÀ DEL MESSICO
- Frantzén STOCCOLMA
- The Jane ANTWERP
- Oteque RIO DE JANEIRO
- Sorn BANGKOK
- Piazza Duomo ALBA
- Le Du BANGKOK
- Mayta LIMA
- Ikoyi LONDRA
- Nobelhart & Schmutzig BERLIO
- Mingles SEOUL
- Arpège PARIGI
- SingleThread HEALDSBURG
- Schloss Schauenstein FÜRSTENAU
- Hiša Franko KOBARID
- La Colombe CITTÀ DEL CAPO
- Uliassi SENIGALLIA
In Italia si salva solo Piazza Duomo
Poche sorprese per i nostri colori, ma un generico abbassamento: il preferito della academy, Riccardo Camanini del Lido 84 scende dalla settima alla dodicesima posizione, il Reale di Niko Romito dalla sedicesima alla diciannovesima e Uliassi in piena zona retrocessione, scendendo dalla posizione trentaquattro alla cinquanta.
Bene per Enrico Crippa e il suo Piazza Duomo, unico in ascesa recuperando dalla quarantaduesima alla trentanovesima posizione. Una performance non certo esaltante, e sicuramente non dovuta questioni gastronomiche, vista la grande coerenza di idee e la crescita di tutti gli autori citati.
Potremmo forse aspettarci qualche sorpresa in più l’anno prossimo con la presentazione della classifica in quel di Torino, ma non aspettiamoci occhi di riguardo per il Paese ospite: c’è bisogno di fare gruppo, di creare una strategia comunicativa che valorizzi i nostri fuoriclasse, una visione organica che è risultata naturale agli esponenti della New Nordic Kitchen e che ha fatto di Copenaghen una mecca gourmet, così come alla Nueva Cocina Espanola, la cui influenza, a più di vent’anni di distanza è ancora ben percepibile anche in questa classifica.
Perché Disfrutar
Parlando di Spagna, la vittoria di Disfrutar non ha colto di sorpresa nessuno, ed è l’ennesima dimostrazione dell’infinita influenza del genio di Ferran Adrià sulla ristorazione mondiale. Un locale guidato da ben tre chef, Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas (non fratelli come in un altro numero uno al mondo, El Celler de Can Roca, vincitori nel 2015 e 2013), conosciutisi proprio alla corte di ElBulli, e di cui oggi sono considerati gli eredi più autorevoli.
Dei leggendari menu degustazione del ristorante di Roses, ora divenuto museo e centro di ricerca, hanno mantenuto la creatività torrenziale, espressa in un percorso la cui durata su aggira sulle quattro ore, costellato di colpi di scena e magistralmente strutturato, mantenendo sempre alta l’attenzione e giocando sul senso di scoperta e meraviglia. Assaggiate il “Pan chino relleno de caviar beluga” e ci direte: piatto signature della casa, una nuvola di bombolone fritto ripieno di panna e caviale, dalla preparazione virtuosistica ma dalla tecnica necessaria. Una summa ideale del pensiero dei tre chef fatto di tecnologia e concretezza.