Che in qualità di clienti profumatamente paganti, noialtri si abbia diritto a trovare sul menu la corretta indicazione dei prodotti congelati, non è una novità.
Attenzione però, da oggi non basta più.
Lo ha deciso ieri la Cassazione penale confermando la condanna a 4 mesi di reclusione a carico di un ristoratore milanese.
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In pratica, la generica postilla nel menu non è più sufficiente, si deve per forza ricorrere a elementi grafici quali per esempio «asterischi a fianco dei prodotti» o una «apposita avvertenza collocata in grassetto prima della lista delle pietanze e non già relegata, con carattere minuscolo, a margine delle pagine di presentazione del locale».
Altrimenti, se il ristoratore non dà piena evidenza al suo cliente, commette il reato di frode in commercio.
Il motivo lo sappiamo, ma alla luce della nuova pesante sentenza, è bene ribadirlo. Non è sufficiente garantire la qualità del prodotto venduto (fresco, surgelato o congelato). Non basta neanche il fatto che il personale di sala sia addestrato per offrire tutte le delucidazioni del caso, in quanto ciò presuppone «l’iniziativa del cliente, il quale doveva essere ben accorto».
O asterisco o avvertenza in grassetto all’inizio del menu. Tertium non datur.
[Crediti | Italia Oggi]