Il Buonappetito di ieri era dedicato a quei ristoranti lussuosissimi e furbissimi che all’inizio del pasto ti propongo un “aperitivino” da 20 euro contando sull’ambiguità che a te sembri offerto.
Un addetto del settore ha commentato: d’accordo, ma vogliamo parlare di quei clienti che pretendono l’amaro offerto?
[Sai, caro ristorante elegante, dove puoi metterti il tuo aperitivo]
Certo che voglio parlarne, amico caro, con piacere! Tanto mi stanno sui maroni i ristoratori furbi, tanto mi stanno sui maroni i clienti furbi (diciamo che in generale non amo la furbizia; l’astuzia, invece, sì).
[Mary Marchese è la regina di TripAdvisor: ristoratori vessati fate come lei]
Questa cosa del pretendere l’amaro offerto è un malcostume dilagante, basta leggere quante recensioni di TripAdvisor con un pallino finiscono con:
“e non ci hanno nemmeno offerto l’amaro!!!!!11!!!!11!”
È pur vero che molti locali popolari alla fine offrono il digestivo –prevalentemente limoncello da 4 euro al litro– ma questo non è affatto un buon motivo per trasformare una cortesia in un diritto.
La frase detta ammiccando “ce lo offre, vero, un amaro?” sembra uscita dall’Italietta di Monicelli e Risi, sarebbe stata benissimo in bocca ad Albertone o a Gassman.
Ma quello che si crede più astuto, il più astuto di tutti, è il tipo che ordina gli amari DOPO aver pagato il conto, provando ad autocondonarseli.
Quando gli arriva un secondo scontrino si fa paonazzo.
E non vede l’ora di aprire l’app di TripAdvisor.