Il vessillo in rosso si alza dal teatro Pavarotti di Modena, nel cuore del feudo Botturiano: si tratta della più attesa liturgia dell’anno gastronomico, e in altre parole della settantesima edizione della Guida Michelin Italia, che ci racconta i macaron assegnati per il 2025. Presenta Giorgia Surina.
Le domande sono tante: c’è chi non vede l’ora di affacciarsi sul gradino più alto dell’Olimpo e chi, in maniera forse più pruriginosa, si chiede quante saranno le stelle cadenti. C’è una domanda, però, che per mole e calore dev’essere la prima a cui risponderemo: quali sono le nuove stelle?
Grow Restaurant
Albiate, provincia di Monza e Brianza
“Grow”, o “crescita”: chef Matteo Vergine, premiato anche con il Young Chef Award, prepara piatti modernissimi che tuttavia mirano a realizzare un salto temporale all’indietro. Tre possibili menu degustazione già da scegliere in fase di prenotazione, così da contenere gli sprechi: prima del macaron il ristorante era già forte della Stella Verde.
Cetaria
Baronissi, provincia di Salerno
Sala e cucina: due entità e una coppia per gestirle entrambe. Federica Gatto, già Service Award 2024, ha le redini della sala; mentre chef Salvatore Avallone si cimenta in una cucina prevalentemente di pesce. La parte più apprezzata dagli ispettori? Il tonno rosso, funghi e miso ma anche il risotto al datterino giallo, crudo di gamberi rossi, fingerlime ed erbette aromatiche nell’ambito del menù degustazione “Amore per il mare”.
Volta del Fuenti By Michele De Blasio
Vietri sul Mare, provincia di Salerno
L’idea di chef Michele De Blasio è quella di una cucina elaborata, che sovente accoglie l’eredità di piatti appartenenti alla tradizione locale declinandola in un più moderno minimalismo. Due menu degustazione, ma è possibile anche ordinare alla carta.
Ancòra
Cesenatico, provincia di Forlì-Cesena
Trattasi della nuova avventura romagnola di chef Agostino Iacobucci, incastonata in quegli spazi che furono del due stelle Magnolia. Le redini del progetto sono affidate al resident chef Marco Garattoni, che propone piatti contemporanei principalmente a base di pesce. Non manca la firma d’autore: il babà a tre lievitazioni.
Equilibrio
Dolcedo, provincia di Imperia
Scuola Mirazur e Antica Corona Reale: chef Jacopo Chieppa si è insidiato all’interno di un antico mulino ristrutturato per proporre un’offerta divertente e gustosa, che attinge a piene mani anche e soprattutto dall’orto di proprietà attiguo al ristorante.
Cannavacciuolo Le Cattedrali Asti
Asti
Atteso? Decisamente, forse fin dal suo primo esordio in Rosso risalente appena allo scorso luglio. Il primo squillo di casa Cannavacciuolo arriva grazie a chef Gianluca Renzi, d’origine romana ma “adottato”, per così dire, da diversi contesti. La cucina richiama la tradizione locale, ma non mancano le calibrazioni più personali.
Dissapore di Andrea Catalano
Carovigno, in provincia di Brindisi
In redazione c’è stato un sussulto, e immaginiamo che sia inutile spiegarvi il motivo. La cucina di chef Andrea Catalano affonda con decisione ma consapevolezza le proprie radici nel patrimonio pugliese: tra i consigli deli ispettori lo scampo “puramente istintivo”, peperone e zafferano.
Serrae Villa Fiesole
Fiesole, in provincia di Firenze
Serrae sorge tra le mura di una villa medicea che si affaccia su Firenze: in questa cornice certamente suggestiva chef Antonello Sardi offre una cucina ricca di gusto, estro e territorio. Tra must, stando agli uomini in Rosso, ci sono i tortellini di bufala con anguilla affumicata e levistico.
Contrada
Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena
Sono due le strade costruite da chef Davide Cannella: un menu degustazione e uno alla carta, entrambi accomunati da un protagonista preponderante – la carne. Non mancano, in ogni caso, anche le proposte di pesce: complessivamente è un’offerta che, per usare le parole degli ispettori, “sa di Toscana ma non solo”.
Saporium
Chiusdino, in provincia di Siena
Farm to plate, o se preferite “dall’orto al piatto”: un motto, converrete, che è già tutto un programma, e che non a caso ha portato la creatura di chef Ariel Hagen anche a ottenere la Stella Verde. La cucina si imposta dunque tra gli ulivi, le vigne, gli orti e i frutteti che lambiscono il Relais Borgo Santo Pietro (struttura ospitante Saporium, per l’appunto), e si realizza in piatti moderni e delicati che ambiscono a raccontare il passare delle stagioni.
Alto
Fiorano Modenese, in provincia di Modena
La creatività di chef Mattia Trabetti sfocia in una cucina giovane e innovativa, declinata primariamente in due percorsi differenti: il primo, Emilia Vegetale, ha un animo “verde” – come s’intuisce dal nome – e più legato al territorio e alla stagione; mentre il secondo, Modena Safari, è pensato come un tour delle prelibatezze locali.
O Me o il Mare
Gragnano, in provincia di Napoli
Il ristorante è incastonato all’interno di un palazzo risalente al 1695 e originariamente pensato per la produzione dei maccaroni: difficile immaginare una cornice più azzeccata, considerando che ci troviamo a Gragnano. L’offerta è declinata in tre diversi menu degustazione, tutti con decisi rimandi al territorio locale ma comunque “contagiati” dalla creatività di chef Luigi Tramontano.
Don Alfonso 1890
Sant’Agata sui Due Golfi, in provincia di Napoli
Il tempio di casa Iaccarino rientra tra le pagine della Guida Michelin dal gradino più in basso, dopo l’anno “sabbatico”, se così vogliamo definirlo, passato a inseguire l’obiettivo della sostenibilità e dell’ecologia integrale. E c’è già chi ne discute.
Il Circolino
Monza
Proposta di terra ma anche di mare, alla quale è possibile attingere a piene mani saltellando tra i vari menu scegliendo alla carta. Tra i colpi messi a segno da chef Lorenzo Sacchi gli ispettori segnalano soprattutto lo spaghetto al burro di missoltino e carpione e la triglia e il suo “suquet”.
Olmo
Cornaredo, in provincia di Milano
Altro gioiello alla cintura di chef Davide Oldani, annunciato esattamente un anno fa attraverso la vetrina dei social, Olmo offre un percorso degustazione (unico percorso, sei portate: a mezzogiorno, però, è possibile anche sceglierne solo tre) di piatti creativi e moderni attenti alla stagionalità degli ingredienti, frutto della bravura del resident chef Riccardo Merli.
Cucina Cereda
Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo
La cucina offre piatti sia di carne che di pesce, per la maggior parte di stampo creativo ma comunque su basi nazionali, impreziosita da accenni locali. Per l’ora di pranzo c’è anche la disponibilità di un menu più minimale, in stile business: tra le più apprezzate proposte alla carta di chef Giuseppe Careda, invece, gli ispettori segnalano le lumache, servite con spugnole e un attento condimento al prezzemolo e coriandolo, oppure i paccheri con zuppa di pesce.
Moebius Sperimentale
Milano
La saletta ospita appena dodici posti, ed è sospesa al centro di un locale ricavato dagli spazi di un vecchio magazzino tessile. Chef Enrico Croatti ha pensato a tre diverse formule di degustazione, di cui due decisamente più eloquenti – Mare e Terra – e una terza, intitolata Libertà, in cui invece ha lasciato pieno spazio alla propria vena creativa.
Acqua
Olgiate Olona, in provincia di Varese
Situato a pochi passi dallo storico Ma.Ri.Na, Acqua offre una proposta declinata sull’ottima qualità della materia prima, ossessione di chef Menoncin e del patron Davide Possoni. Proprio Possoni, a inizio serata, si accomoderà con voi al tavolo per condividere le migliori scelte possibili dal menu.
Sine By Di Pinto
Milano
Aria partenopea in terra meneghina: chef Roberto Di Pinto, napoletano doc, offre una cucina di piatti contemporanei e a volte giocosi, che alle radici delle sue origini aggiungono anche inserti lombardi. Il consiglio degli ispettori è il menu Sine Confini, un percorso motivante e creativo dove il cuoco esprime il meglio di sé.
Laqua by the Lake
Pettenasco, in provincia di Novara
Cannavacciuolo prende tutto. Le Cattedrali, premio speciale come Mentore, e ora anche la prima stella a Lacqua by the Lake, sulle sponde di quel lago d’Orta già celeberrimo per Villa Crespi. A tenere le redini è l’head chef Gianni Bertone, che offre una cucina distintamente piemontese ma comunque moderna.
Locanda De Banchieri
Fosdinovo, in provincia di Massa-Carrara
Chef Giacomo Devoto, forte delle esperienze valdostane, torna nella sua terra proponendo piatti alla ricerca di gustosi sapori della Lunigiana. Le ricette fantasiose poggiano sulla fragranza di ingredienti stagionali, nel caso dei vegetali (e dell’olio evo) per lo più di produzione propria.
Grual
Pinzolo, in provincia di Trento
“Grual”, come l’imponente gigante di roccia che sorge alle spalle del ristorante: qui chef Matteo Maenza propone la propria versione dei sapori montani, con tre diverse ispirazioni legate all’altimetria dove ci si è riforniti di volta in volta per l’ingrediente principale della ricetta.
Abruzzino Oltre
Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro
La nuova avventura di chef Luca Abbruzzino si trova incastonata al primo piano di un palazzo storico nel centro città. Aperitivo in salottino, e poi menu a sorpresa servito in sala (cinque tavoli in totale): tante piccole portate tutte accomunate dallo stesso fil rouge della fantasia. Il consiglio degli ispettori Michelin? La pescatrice dry aged al sesamo nero, cipollotto, uvetta e colatura d’alici.
Marotta
Squille, in provincia di Caserta
La cucina proposta dal giovane chef Domenico Marotta prende corpo in piatti di moderna e sempre limpida essenzialità, generosi per natura e carattere, spesso composti a partire dalle materie vegetali provenienti dall’orto di proprietà.
Ristorante Del Lago
Bagno di Romagna, in provincia di Forlì Cesena
Un lavoro per due: da una parte c’è chef Simone Bravaccini, che ha saputo costruire la propria identità a partire da prodotti locali come selvaggina, funghi e trota; e dall’altra il fratello Andrea, che gestisce l’enciclopedica carta dei vini.
Iris Ristorante
Verona
Il pasto debutta con appetizer serviti direttamente nella cantina quattrocentesca con radici addirittura romane, per poi risalire in una sala raffinata con ancora troviamo pareti in sasso e pietra a “lisca di pesce”. La cucina di chef Giacomo Sacchetto si distingue per un tocco “verde” e piatti concreti dai connotati territoriali creati con equilibrio e fantasia, con un’attenzione per il pesce della dorsale adriatica.
Locanda Mammi
Agnone, in provincia di Isernia
La cucina della giovane chef Stefania Di Pasquo è fatta di passione e prodotti della sua terra con elaborazioni personalizzate e moderne, mentre la carta dei vini magistralmente elaborata dal sommelier, nonché marito della cuoca – Thomas Torsiello – brilla anche e soprattutto per la selezione di Champagne.
Palais Royal Restaurant
Venezia
Avamposto appartenente a una stirpe importante, e già inscritta nel firmamento: lo chef Philip Chronopoulos offre la scelta di due menu degustazione dall’indole mediterranea declinata secondo una tecnica francese e ricca di molte citazioni greche.
Casa Leali
Puegnago sul Garda, in provincia di Brescia
“Ormai è una barzelletta”, avevamo scritto nelle nostre previsioni dissaporate. E il macaron, alla fine, è arrivato anche per i fratelli Leali: chef Andrea, preciso e molto attento alla selezione di ingredienti stagionali, dà corpo a una cucina che preferisce concentrarsi su pochi elementi in ogni piatto; mentre il fratello Marco segue sala e cantina.
Achilli al Parlamento
Roma
A pochi passi dal Parlamento (è il caso di dirlo: Nome Omen), chef Pierluigi Gallo offre diversi menu degustazione dallo stampo creativo e con evidenti corrente di origine campana. A colpire gli ispettori è stata soprattutto l’abilità dello chef nel valorizzare prodotti totalmente green riuscendo a far emergere sapori e consistenza inaspettate.
Vineria Modì
Taormina, provincia di Messina
La passione per il vino, come si evince dal nome di battesimo, veste la maglia del protagonista; e viaggia pronta e parallela seguendo i due menu degustazione (o uno alla carta, da cui scegliere necessariamente tre piatti) pensati da chef Dalila Grillo.
Tancredi
Sirmione, provincia di Brescia
Chef Vincenzo Manicone è di scuola Cannavacciuolo: la sua linea di cucina si organizza in menu degustazione con la possibilità di scelta alla carta, e parla di maturità, attenzione, equilibrio raggiunto anche e soprattutto con materia prime di qualità.
Degno di nota anche il tentativo, assai attuale, di ridurre gli scarti di cucina tramite l’utilizzo di ogni parte dell’animale.
Al Gatto Verde
Modena
Aperto poco più di un annetto fa, si tratta del più recente satellite salito nell’orbita dell’universo Bottura. La parola d’ordine, adesso come allora, è ancora quella della sostenibilità (come ribadisce la Stella Verde, d’altro canto): nella cucina di chef Jessica Rosval tutto gira però attorno al fuoco, come il tortellino gratinato al forno, crema di parmigiano 36 mesi, oppure l’agnello di Montreal rivisitato e cucinato allo spiedo.