Guida Michelin 2025: il solito articolo di pronostici sui nuovi ristoranti stellati italiani ma Dissaporato

Verrà presentata domani, 5 novembre, la guida Michelin Italia 2025: ecco i nostri pronostici sulle nuove stelle, tra tifo, bisbiglii e voci di corridoio roboanti.

Guida Michelin 2025: il solito articolo di pronostici sui nuovi ristoranti stellati italiani ma Dissaporato

È arrivato il grande giorno, atteso e temuto da tutti gli appassionati e addetti ai lavori del mondo gourmet, anche da coloro i quali ostentano superiorità fingendo disinteresse, o a chi annuncia settimanalmente la morte del fine dining: l’annuncio delle nuove Stelle Michelin italiane. Domani 5 novembre verso le 11,45 circa, inizierà la diretta dal teatro Pavarotti di Modena: sì, dopo un triennio franciacortino, la guida gommata si trasferisce proprio in casa del nostro più celebre (che vi piaccia o no) eroe gastronomico nel mondo, Massimo Bottura, titolare di tre stelle nella sua Osteria Francescana e anche in grado di accaparrarsi tre chiavi al primo lancio di questo nuovo riconoscimento per l’hotellerie. Come ogni anno non ci sottraiamo alle potenziali figuracce e partecipiamo al gioco dei pronostici, con una serie di nomi che derivano da un infallibile mix di esperienze dirette, voci di corridoio, fonti accreditate, soliti bene informati.

Nuovi stellati

massimo bottura gatto verdeMassimo Bottura, Jessica Rosval e lo staff di Gatto Verde.

Tra i nuovi monostellati c’è un consistente numero di ragazzi che stanno facendo la rivoluzione, tecnica e intellettuale: sarebbe bello venissero riconosciuti. Oltre a questo tanti allievi di grandi maestri per delle facili previsioni (forse troppo?), il solito Bartolini che da una parte o dall’altra renderà ancora più luminosa la sua galassia, e un certo Alain Ducasse, esordiente di lusso in quel di Napoli.

Gatto Verde – Modena

Un pronostico forse troppo facile, un locale di Bottura che gioca anche in casa: ma la cucina di Jessica Rosval è personale e convincente, anche papabile stella verde.

Tancredi – Sirmione (BS)

La scuola Cannavacciuolo di Vincenzo Manicone si sente e il locale è una meraviglia: un predestinato.

Casa Leali – Puegnago (BS)

Ormai è una barzelletta: se la stella arriverà sarà comunque in colpevole ritardo.

La Madia – Brione (BS)

Il macaron è forse un riconoscimento troppo osé per la sovversiva creatura di Michele Valotti, ma quella verde sarebbe sacrosanta per un locale che affronta le tematiche della sostenibilità con grande rigore, e da tempi non sospetti.

Da Lucio – Rimini

Fresco di inaugurazione della nuova location in mezzo al mare, Jacopo Ticchi continua a rivoluzionare la cucina di pesce (e non solo) italiana: il suo rapporto col mare e la materia potrebbero essere meritori di stella verde.

Podere Belvedere – Pontassieve (FI)

Intellettuale della frollatura, Edoardo Tilli è autore di una cucina di carne autoriale e senza compromessi, che meriterebbe un riconoscimento.

Autem – Milano

Il nuovo locale milanese ha avuto una lunga gestazione, ma ci ha portato un Luca Natalini davvero “sul pezzo”. Goloso, ispirato e sostenuto dal successo di pubblico.

Pellico 3 – Milano

Un locale elegantissimo, con uno chef di razza come Guido Paternollo (ex Bartolini , Ducasse, Alleno) e anche un grande pastry chef. Difficile chiedere di più.

Sine by Di Pinto – Milano

Un’insegna milanese di cui si parla troppo poco: chef Roberto Di Pinto ha idee chiarissime, mano felice ed è stato saggio nel crescere con l’ambizione, e ora una stella sarebbe sacrosanta.

Sustanza – Napoli

Ok, magari il suo locale a Milano soffriva di un eccesso di understatement nonostante la grande cucina, ma qui non ci sono più scuse. Il lavoro di Marco Ambrosino sul recupero attraversi le tecniche di fermentazione meriterebbe una stella verde.

Il Ristorante Alain Ducasse Napoli – Napoli

Eddai, su.

177Toledo – Napoli

Già bistellato al Kresios, Giuseppe Iannotti -in una sede delle Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo- intrepreta da par suo i grandi classici della cucina napoletana.

Palazzo Utini – Noceto (PR)

È troppo pensare che la zampino di Enrico Bartolini valga una stella automatica?

Dina – Gussago (BS)

Altre guide si sono fatte conquistare dalla cucina filosofeggiante e controintuitiva di Alberto Gipponi. Se succedesse anche con la Michelin sarebbe un segnale importante.

Scatto – Torino

Location invidiabile (piazza San Carlo), cucina griffata (i fratelli Costardi): serve altro?

Palais Royal Restaurant – Venezia

L’omologo di un bistellato francese, in uno storico palazzo veneziano: è aperto da pochi mesi, ma potrebbe farcela.

Equilibrio – Dolcedo (IM)

Una grande passione per i lievitati e l’originale punto di vista di Jacopo Chieppa (maturato nelle cucine del Mirazur) sulla cucina ligure, in uno splendido mulino ristrutturato.

Nuovi due Stelle

Il Cambio di Torino

La seconda stella a Riccardo Camanini è ormai una telenovela, ma ci vogliamo credere. Potrebbe essere anche l’anno buono per un Cracco ispirato e un Berton impeccabile da dieci anni per tornare bistellati. Ovviamente, c’è un’opzione Bartolini anche qui.

L’Argine – Vencò (GO)

Senza grandi clamori, come da suo stile, Antonia Klugmann festeggia dieci anni del suo locale, con nuovi spazi restaurati e la sua personalissima cucina. Due stelle potrebbero starci.

Cracco – Milano

Il Cracco bistellato di via Victor Hugo era ben più avanguardistico e spagnoleggiante (altri tempi), ma la ricerca attuale sulla ridefinizione della cucina italiana è altrettanto, se non più, meritoria.

Ristorante Berton – Milano

Chi ha vissuto quei tempi eroici di Cracco-Peck e Berton da Trussardi entrambi bistellati ci vuole credere. Da parte sua Andrea Berton, pur non rischiando mai, si esprime sempre ad alti livelli.

Al Cambio – Torino

Quella di Matteo Baronetto è una delle cucine con cui un gourmet è tenuto a confrontarsi: una stellina sta stretta.

Lido 84 – Gardone Riviera (BS)

Ormai è automatico: anche qui il ritardo è colpevole.

Villa Elena – Bergamo Alta

Riuscirà Enrico Bartolini e regalarsi un nuovo bistellato?

Pascucci al Porticciolo – Fiumicino (RM)

Sempre fedele al suo “cook the sea”, il ristorante di Gianfranco Pascucci sembra ormai maturo per il salto alle due stelle.

Nuovi tre Stelle

Non ci si aspettano mai colpi di scena tra i tristellati, al netto della storica performance di Niederkofler dell’anno scorso, che si è portato a casa il massimo riconoscimento Michelin in pochi mesi. Questi sono quelli per cui facciamo il tifo

Madonnina del Pescatore – Senigallia (AN)

Ormai sarebbe un Oscar alla carriera di Moreno Cedroni, ma non sarebbe fuori luogo.

Danì Maison – Ischia (NA)

Il nome del locale di Nino di Costanzo è tra i pronostici dei tristellati da qualche anno, e potrebbe essere la volta buone.

Antica Osteria Cera – Lughetto (VE)

Amatissimo dal pubblico e dai colleghi, Lionello Cera è autore di una delle cucine di pesce più interessanti e personali d’Italia.

Seta by Antonio Guida – Milano

Se dovrà esserci un nuovo tristellato a Milano, scommettiamo su di lui.

E le pizzerie?

francesco martucci

Ormai ce ne eravamo fatti una ragione: stelle alle pizzerie non sarebbero arrivate. Alle taquerie sì, ai ramen bar sì, agli street food anche, alla pizza no. Ma dopo il suo sbarco a Napoli, anche Alain Ducasse si è deciso a perorare questa causa, quindi torniamo a crederci. Quali sono i papabili? Pepe in Grani a Caiazzo, I Tigli a San Bonifacio, Confine a Milano, I Masanielli a Caserta.