Questa mattina è andata in scena la premiazione della Guida Michelin.
Un’edizione ricca, piena di novità. Molte nuove stelle. Tre nuovi bistellati. Addirittura – e succede veramente di rado – un nuovo tristellato, Norbert Niederkofler.
Eppure tutto il web nelle prossime ore non parlerà di questo. Le radio e le TV questa sera non parleranno di questo. I giornali domani non parleranno di questo.
Parleranno tutti ed esclusivamente del fatto che Carlo Cracco ha perso una stella, passando così da due a una. Boooooooom.
Cracco: perché lascio Masterchef, o del nuovo ristorante in galleria.
Garage Italia a Milano: cosa dobbiamo aspettarci da Lapo e Carlo Cracco.
Che botto. Più rumoroso di quando avvenne due anni fa a Davide Scabin. Boooom. Patapooooom. Sbarabooooom.
Non sono ancora stato sui social ma mi immagino facilmente la tonnellata di sberleffi. Che saranno tutti declinazioni della stessa minestra: “così impara a stare in televisione, sto presuntuoso. Fa il figo, usa lo scalogno e poi perde le stelle.”
La madre degli haters è sempre incinta, si sa, e non c’è niente che si ritenga più imperdonabile del successo. E’ un comportamento che in psicanalisi ha un nome preciso: rosicare.
C’è un detto spietato che recita: “le sconfitte dei grandi fanno la gioia dei meschini” (vado a memoria, ma il significato è questo). Quanto è vero.
Michelin ha sempre dimostrato che le proprie decisioni, soprattutto quelle di declassamento, sono fondate e meditate, quindi non ho motivo per ritenere che in questo caso la retrocessione non lo sia.
E certo non entro nel merito a sanzione calda. Cracco, immagino, elaborata la delusione prenderà atto e con il nuovo locale punterà diritto alla riconquista del secondo asterisco.
Per quel che mi riguarda, la cosa che questa mattina ho tanta voglia di fare è prenotare per andar a mangiare nel suo locale.
Viva viva Carlo Cracco.