Yuki Chizui, 29 anni, al timone del Nadeshiko Sushi, unico ristorante di Tokyo con solo chef donne, ha preso tutti i pregiudizi del sessismo imperante nel suo paese e li ha trasformati in un discorso universale, moderno, attraente sul piatto simbolo della nazione, il sushi.
Che non è territorio esclusivamente maschile sebbene la sua preparazione, un rito artistico e simbolico che esprime anni di ricerche e perfezionamento, sia nell’immaginario collettivo prerogativa dei soli cuochi maschi.
Un’idea consolidata negli anni dall’abuso di cliché: secondo Kazuyoshi Ono, figlio di una leggenda giapponese come lo chef Jiro Ono, il sushi fatto dalle donne sarebbe peggiore per via del ciclo mestruale che incide sul senso del gusto.
Altri stereotipi riguardano la temperatura del corpo delle donne, che essendo più alta di quella degli uomini non funzionerebbe con gli ingredienti freschi. Per non parlare dei cosmetici che interferiscono con l’olfatto.
Ma il ristorante di Yuki sta cercando di cambiare le cose.
Infatti, se il classico Shokunin (maestro di sushi) è maschio, robusto e di norma pelato, più simile a un wrestler che a un cuoco, la brigata di cucina e lo staff del Nadeshiko Sushi si compone soltanto di donne. E Yuki non potrebbe essere più diversa dallo stereotipo: carina, esile e imbacuccata nel suo yukata, un vestito tradizionale simile al kimono.
Non sono pochi gli abitanti di Tokyo attirati dal ristorante perché convinti si tratti di un altro maid coffee o di un locale per spogliarelliste, molto frequenti nel trasgressivo distretto di Akihabara.
Anche per questo si è reso necessario un accorgimento, un cartello all’ingresso del locale che invita i clienti a non toccare le donne, a non importunarle.
Yuki Chidui non ha dubbi: le donne, hanno qualità che agli uomini mancano. Sia in cucina sia nell’arte di intrattenere i clienti:
“Le donne comunicano meglio, sanno relazionarsi con i clienti creando un’atmosfera accogliente. E dato che le nostre mani sono più piccole, anche il nostro sushi lo è. Per questo ha un aspetto migliore e mangiarlo è più semplice”.
Sachiko Goto, direttrice della Tokyo Sushi Academy, la scuola per aspiranti sushi chef della capitale giapponese composta per un quinto da donne, loda Yuki e le sue colleghe, considerate delle pioniere:
“All’estero le donne sono più accettate nelle cucine professionali, in Giappone invece sono pochissime, ma quando le donne vedono modelli positivi decidono di sfidare i pregiudizi“.
Nella storia del Nadeshiko Sushi soltanto una volta una sola Yuki ha avuto alle sue dipendenze un maschio, seppure per poco. In un periodo di carenza del personale l’uomo, un ex direttore d’azienda, è finito in cucina a fare il lavapiatti.
[Crediti | Link: Washington Post]