Di mio so già dove non andare –a Genova– quando voglio portare una persona promettente che conosco ancora poco al ristorante. Poi capita che per un incontro di lavoro qualcuno prenoti un tavolo proprio lì, dove non sarei andata neanche su un cocchio regale tirato da cavalli bianchi. Cosa fare?
Iniziamo dal contesto. Ci troviamo al Porto Antico, spazio descritto come meglio non si potrebbe da Fabrizio De André ne La Città Vecchia. In occasione delle Colombiadi, quindi 1992, è stato rivisitato dall’architetto Renzo Piano diventando la porta sul mare della città.
Entrata al ristorante I Tre Merli (attenzione, da non confondere con l’omonimo locale di Corso Magenta), poco distante dal Bigo, l’ascensore panoramico sulla città e sul porto, mi fanno accomodare al tavolo. Ambiente finto medievale con bandiere a tema che pendono dal soffitto. Tavoli disseminati tra enormi colonne dipinte a strisce bianche-e-nere abbastanza incombenti malgrado l’altissimo soffitto.
Cestino del pane misero e rinsecchito, paninetti cartonati e nemmeno un quadratino di focaccia: strano per essere nel cuore turistico della città specie considerata la presenza di un grande forno a vista destinato, guarda caso, alle focacce. Non si può fare qualcosa? Arriva il menù accompagnato dallo sguardo scazzato del cameriere, di quelli che a Genova non potremmo conoscere meglio. Niente panico, una giornata no capita a tutti
Nella carta i piatti della tradizione garantiti dal marchio “Genova Gourmet”, ideato dalla Camera di Commercio di Genova per valorizzare la gastronomia locale, sono ben indicati. Proviamo.
Ordiniamo pansoti con salsa di noci e trofie al pesto. Buoni benché pochi i pansoti, conditi con burro e salvia come richiesto. Il mio personale dramma si consuma al momento del secondo. Una fricassea di tonno abbandonata malinconicamente al suo destino. Aspetto e sapori della pietanza sono così invitanti che non vorrei finisse dentro il mio stomaco, alla fine arrivo a mangiarne metà.
Cerco di riprendermi e quando la carta dei dolci arriva sul nostro tavolo l’occhio cade sulla panna cotta al basilico con salsa di lamponi. Chiedo lumi al cameriere che, con impassibile flemma ligure, non si pronuncia. Mi dirotterebbe volentieri su una più tranquillizzante cheesecake.
Per un momento insisto con la bistrattata panna cotta al basilico di cui nulla si deve sapere (è panna cotta aromatizzata al basilico? In che modo? È una panna cotta normale con una foglia di basilico sistemata sopra? Una panna cotta al pesto con trionfo di lamponi?), invece mi faccio distrarre da rum Zacapa e cialdine di cioccolato di Guido Gobino, tappa fissa di noi cioco-strippati quando siamo a Torino o Milano.
Le cialdine cioccolatose mi placano. Paragrafo vino: ci è stato suggerito un Colli di Luni Rosso benché, in effetti, ci azzeccasse pochino con le portate scelte. Conto per due: 99 euro, vino e coperti inclusi. E’ andata male, ma male male.
I Tre Merli Porto Antico
Calata Cattaneo,17
16128 Genova
[Crediti foto: Ilaria Miglio]