L’88° edizione della Fiera internazionale del Tartufo bianco di Alba sta aprendo i battenti: dal 6 ottobre, fino al 24 novembre, l’odoroso Tuber magnatum Pico sarà celebrato, divinizzato, osannato, portato in trionfo.
Posto che il tartufo è un pretesto per provare la cucina territoriale, e che Alba è “solo” il fulcro di un territorio tra i più suggestivi d’Italia (Langhe, Monferrato e Roero sono patrimonio immateriale dell’Unesco, nientemeno), i ristoranti di collina, da quelle parti, profumeranno di trifola per tutto l’autunno.
[Aspettando il tartufo, che dovrebbe costare 150/200 euro l’etto: Il buonappetito]
Noi ci siamo preparati, o meglio, vi vogliamo preparare, al miglior viaggio tra Langhe e Roero possibile, chiedendo qualche consiglio al nostro redattore piemontese Luca Iaccarino e disegnando una mappa che vi farà da bussola. Meglio del cane di un “trifolau”.
Ecco i ristoranti migliori per provare il Tartufo Bianco, in tutte le versioni plausibili.
Locanda dell’Arco
Piazza dell’Olmo 1, Cissone (CN)
Quando l’espressione “immergersi in un territorio” acquista un senso. La Locanda non è solo un ristorante ma anche un luogo dove dormire e dove poter vivere appieno le Langhe: si può così passeggiare per le vigne e andare per tartufi, guidati dai cani.
La cucina beneficia di prodotti dell’orto annesso – da dove arrivano insalatine, erbe aromatiche e verdure di stagione – e dell’allevamento a km0 di oche, anatre e galline. Qui il tartufo di trova sui tajarin, sull’uovo al padellino e sulla fonduta d’alpeggio. Oltre al protagonista del territorio, il consiglio è quello di assaggiare anche i piatti dei menu degustazione: l’arrosto alle nocciole e il vitello tonnato si offendono, se li lasciate da parte.
Prezzi: i due menu degustazione sono a 38 euro e 45 euro; alla carta antipasti e primi piatti costano tra i 9 e i 12 euro, i secondi 15 euro
La Ciau del Tornavento
piazza Leopoldo Baracco 7, Treiso (CN)
Di questo luogo, con un notevole panorama sulle Langhe, avevamo parlato a proposito delle carte vini senza paragoni. Ora ci torniamo per il tartufo, perché Maurilio Garola, chef e patron dal 1997 (e Nadia Benech, in sala), gli rende omaggio in modo regale: tagliolini ai 28 tuorli d’uovo, fonduta con crostini, fondente di patate, uova di quaglia in camicia, schiuma di lait brusc o lo scrigno in legno che racchiude l’uovo in cocotte. Accanto alla tradizione, c’è ampio spazio per creatività e originalità, rispettose e mai fuori luogo.
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I prezzi: si può scegliere alla carta o seguendo 3 percorsi di degustazione. La carta affianca le proposte della tradizione (dai 22 ai 30 euro. Ci trovate la Finanziera Piemontese e il Fritto misto) a quelle creative (antipasti dai 22 ai 32 euro. Primi dai 20 ai 30, secondi dai 30 ai 35). Degustazioni a 85, 90 e 95 euro.
Trattoria della Posta
Loc. Sant’Anna 87, Monforte d’Alba (CN)
La trattoria della Posta è la storia della famiglia Massolino: fondata nel 1875 dal bisnonno dell’attuale proprietario, Gianfranco, è praticamente il simbolo di ogni stazione di ristoro per viaggiatori che vi possa venire in mente. Anche se dal 2000 si è spostata in una magnifica casa di campagna e anche se Gianfranco ha impresso una svolta alla cucina, le radici infatti rimaste le stesse e il legame con le tradizioni pure.
Per questo il consiglio è di puntare sui grandi classici: oltre a fare degna festa al tartufo, scegliete i tajarin tagliati al coltello con ragù di carne, gli agnolotti del plin con burro di montagna, la carne cruda battuta al coltello, le cipolle ripiene con toma di Murazzano e lo stinco di vitello cotto nel vino Barolo. Tenetevi un po’ di spazio per la panna cotta.
I prezzi vanno dai 50 ai 70 euro.
All’Enoteca
via Roma 57, Canale (CN)
Vi diranno che Davide Palluda è uno degli chef più sottovalutati del Piemonte (e non solo). Sarà che non ama i riflettori, sta di fatto che, se deciderete di fare tappa all’Enoteca, lo troverete in cucina. Il luogo già predispone al buono: un edificio del 1200 in cui ha sede l’Enoteca Regionale del Roero. Il ristorante, al primo piano, ha una carta che guarda al passato con lucidità, come a dire che certamente ci sono dei piatti intoccabili (il vitello tonnato, per esempio), ma ce ne sono altri che possono essere riletti in modo nuovo, trattando cotture e consistenze.
[Perché si dice che il Bettelmatt è la Rolls Royce dei formaggi italiani]
Palluda, stella Michelin dal 2000, celebra il tartufo con il brodo di cipolla caramellata, il porcino alla brace e nocciola, i ravioli di Bettelmatt ed il germano reale, foie gras e rape. Dovete però assaggiare anche il “Fassone dalla testa ai piedi”, una selezione di piccoli assaggi delle parti meno nobili della bestia, ormai un classico.
I prezzi: antipasti dai 22 ai 38 euro. Primi piatti dai 20 ai 28 euro, secondi dai 30 ai 35 euro. Due le proposte degustazione: 80 e 100 euro. Al piano terra dell’enoteca c’è anche l’Osteria, con prezzi più contenuti.
Cesare Giaccone
via Umberto 12, Albaretto della Torre (CN)
Un anarchico, una grande personalità unita ad una creatività notevole. Cesare Giaccone, settantenne, è un’istituzione: ci si va in pellegrinaggio, sapendo che apre su prenotazione, che si è soggetti al suo giudizio e al suo estro.
Tradotto, significa che il menu (3 antipasti, due primi e due secondi un dessert) è un’incognita e che bisogna prepararsi al buono imprevedibile. Si sa per certo però che il profondo amore per il suo territorio si trasforma in piatti succulenti. Tra gli altri: il risotto di Vecchia Langa, il capretto allo spiedo e lo zabajone al Moscato.
Prezzo: 120 euro menu degustazione
Filippo Oste in Albaretto
Via Umberto 12, Albaretto dellaTorre (CN)
Tale padre, verrebbe da dire. Il Filippo in questione è infatti il figlio di Cesare Giaccone (proprio quello di prima), che gestisce il confronto con l’imponente figura paterna con un’attività di ristoro a quattrocento metri dal ristorante in cui è cresciuto, in quella che era la vecchia casa dei nonni. 25 i posti a tavola, per un’osteria di Langa che propone in carta i grandi classici: carne cruda, insalata russa, tajarin, carrè di vitello alla pietra, formaggi di cascina, coniglio allo spiedo, bonet e torta di nocciole.
Prezzi: antipasti da 9 a 15 euro, primi da 12 a 16 euro, secondi da 12 a 35 euro. Sono inoltre previsti due menu degustazione a 43 e 53 euro.
La Piola
Piazza Risorgimento 4, Alba
Vi avevamo detto, parlando di “bistrot stellati”, che in caso di pellegrinaggio ad Alba nei mesi autunnali è in vigore un obbligo morale: ordinare un piatto di tajarin al burro con grattata profumata, proprio a La Piola. Ora che la stagione è quella giusta, non avete scuse.
[Farsi furbi: 10 bistrot per mangiare stellato spendendo 50 euro invece di 200]
Proprio di fronte a voi, tra i tavolini di questa osteria contemporanea, troverete una lavagna, con i piatti della tradizione piemontese. Sopra di voi, il ristorante Piazza Duomo, con Enrico Crippa e le sue tre stelle Michelin, e il suo bistrot è il massimo che si possa sperare in formato pret-a-porter: avete appena finito l’antipasto misto, che comprende i classici piemontesi (insalata russa e vitello tonnato), avete già deciso che dopo i tajarin ordinerete il Gianduiotto, versione gigante del cioccolatino. Ancora vi arrovellate sul senso della vita? Annusate i tajarin caldi e riempitevi il cuore.
Prezzi: 50 euro; oppure 3 portate a 60 euro (con vino), 4 a 80.
Palas Cerequio
Borgata Cerequio, La Morra (CN)
Siamo nella Strada del Barolo, nel primo relais dedicato ai cru di Barolo. 9 suites e un’enoteca che mette soggezione (non a caso si chiama Vertigo), con 400 etichette. Nel Caveau, le cantine settecentesche, ecco i Barolo di Michele Chiarlo, 6000 bottiglie dal 1958 a oggi. Accomodatevi a tavola per una successione di piatti che sono un assaggio di Piemonte: dalla tartare di Fassona ai plin alle 3 carni, dai tajarin a coltello allo scamone. Per gli esigenti c’è anche una proposta di pesce.
Prezzi: antipasti dai 10 ai 16 euro; primi piatti dai 12 ai 20 euro; secondi dai 14 ai 45 euro.
Ugo Alciati
via Alba 15, Tenuta di Fontanafredda – Serralunga d’Alba (CN)
Ugo Alciati è uno dei tre figli di Lidia e Guido Alciati, che con il loro ristorante, Guido, hanno scritto la storia della cucina italiana. Oggi Guido si è trasferito nella Villa Reale della Tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba, una scenografia naturale fatta di 85 ettari di vigneti in collina.
Cucina profondamente radicata nel territorio (materie prime quasi totalmente piemontesi), piatti classici ma presentati in una veste più leggera e contemporanea, che non si traduce mai in destrutturazioni, sperimentazioni e rivisitazioni estreme.
I prezzi: potete scegliere alla carta (3 piatti 70 euro, 4 piatti 85, 5 piatti 100) o degustazione (proposto a 90 euro) che è il meglio della tradizione piemontese (ci trovate gli agnolotti di Lidia al sugo d’arrosto). Sappiate che nella tenuta c’è anche Disguido, versione osteria del ristorante.
Da Francesco
Via Vittorio Emanuele 103, Cherasco (CN)
Francesco è Francesco Oberto, classe 1986, stella Michelin dal 2016. Il suo ristorante, elegantissimo, si trova al primo piano del palazzo dei marchesi Fracassi Ratti Mentone, a Cherasco, città famosa per le lumache (che infatti si trovano in carta) e per i baci al cioccolato. Qui trovate i grandi classici, ma la creatività è più spinta, come pure le incursioni in territorio marino e qualche tocco orientale: così a fianco dei tajarin trovate ramen, carbonara di mare ed il “rombo, bagna cauda”. Il tartufo però c’è ed è in veste classica.
Prezzi: antipasti da 18 a 22 euro, primi dai 20 ai 23, secondi dai 32 ai 40.
Marc Lanteri al Castello
Via del Castello 5, Grinzane Cavour (CN)
Il contesto è indubbiamente prestigioso: siamo all’interno del magnifico castello di Grinzane Cavour, una imponente fortificazione del 1200, per una ventina d’anni abitazione del conte Camillo Benso. Marc Lanteri è nato in Francia, dove ha compiuto parte di un percorso professionale di livello (esperienze nelle cucine di Ducasse e Rostang), qui ha dato vita ad una cucina che coniuga stile d’Oltralpe e prodotti del territorio, creatività e tipicità (e qualche assaggio di mare).
In occasione della fiera c’è un menu interamente dedicato al tartufo: impegnativo per il prezzo (4 portate 150 euro), ma con grandi piatti (Vellutata parmentier e con uovo bio, bottoni alla fonduta di Raschera, petto di faraona arrosto. Tutto accompagnato dal prezioso tubero)
Prezzi: si può scegliere alla carta o seguendo due percorsi degustazione (uno langarolo, 4 portate a 55 euro, ed uno creativo: 5 portate, 105 euro
Enoclub
Piazza Ferrero 4 (ex Piazza Savona), Alba
Il nome è eloquente: siamo in una cantina storica cittadina, nel Palazzo del Caffè Umberto I (il ristorante si trova al piano inferiore, rispetto al caffè). Ben noto agli appassionati enofili, dacché la cantina conta circa 600 etichette, propone piatti della tradizione, riletti con intelligenza, da materie prime locali: gli agnolotti del plin al burro d’Alta Langa, la battuta al coltello, la guancia di manzo brasata al Barolo. E la torta di nocciole, chiaramente.
Prezzi medi: antipasti e primi 14 euro, secondi 18 euro.
More e Macine
Via XX Settembre 18, La Morra (CN)
Siamo nel centro storico cittadino. Osteria contemporanea, nonostante la parvenza rustico-ruspante. La cucina è semplice e rispettosa del territorio, così come la carta vini. I grandi classici ci sono tutti (dal vitello tonnato ai plin), ma trovate anche proposte più creative, senza mai essere troppo spinte. Un consiglio: cercate di lasciarvi un po’ di spazio per i formaggi: la proposta è notevole.
Prezzi: antipasti e primi 10 euro, secondi piatti 15 euro.
Osteria del Vignaiolo
Frazione Santa Maria 12, La Morra (CN)
Ricavata dal recupero di una vecchia cascina (e con una bella terrazza estiva), gode di un ambiente rustico-elegante, che dispone anche di camere; dettaglio non di poco conto visto il tour de force che vi aspetta, se andate in Fiera.
In cucina c’è Luciano Marengo, fedele alla tradizione, ma non rigido conservatore: in carta trovate, tra gli altri classici, insalatina di coniglio, gnocchi e risotto al raschera, stracotto di vitello al Nebbiolo ed un’ottima tarte tatin di mele renette con gelato al Fiordilatte.
Prezzi: antipasti e primi 10 euro; secondi 13 euro.
Battaglino
Piazza Roma 18, Bra
Il Battaglino è un indirizzo storico. Fondato nel 1919, per anni si è identificato nella figura del patron, Giuseppe, il classico oste burbero da letteratura. Da qualche anno la gestione è passata nelle mani della figlia di Giuseppe, Alessia, che deve gestire l’eredità non semplice di un padre un po’ ingombrante. Compito svolto egregiamente, comunque, visto che la carta continua ad essere un bellissimo omaggio alla tradizione piemontese: salsiccia di Bra, peperoni e acciughe con bagnetto verde, agnolotti del plin al sugo di arrosto e finanziera.
Prezzi: antipasti 9 euro, primi dai 11 ai 13 euro; secondi: 13, 14