Ogni tanto c’è chi avvista Nessie nel lago di Loch Ness, chi riesce a servire formaggi senza un supporto di ardesia, o addirittura chi giura di aver incontrato un unicorno, arcobaleni compresi. Fra le figure mitologiche presumibilmente vere o inventate dal folklore c’è lei, la più rara di tutte: la donna sola al ristorante, che oggi, improbabile 8 marzo funestato dal Coronavirus, vorremmo celebrare. Fateci caso, passate in rassegna i cassetti della vostra memoria e frugateci dentro. L’avete mai vista? Io no, ma questo perché probabilmente quella donna sono io. E dunque, in base alle mie esperienze, ho deciso di scrivere questa piccola guida (semiseria) per tutte quelle signore che coloro che vogliono cenare in santa pace.
Il mio scopo? Eliminare una volta per tutte lo stigma sociale della cena in solitaria, specialmente al femminile. Liberarci dall’inevitabile «Ma cosa ci fa una come te tutta sola al ristorante?». Far capire a voi, o lettori di ogni sesso e genere, che il disagio della solitudine in pubblico non ha ragione di esistere. Ma che, anzi, uscire da soli può paradossalmente diventare un mezzo per socializzare, conoscere cose nuove, intraprendere conversazioni inaspettate, aprirsi più di quanto non si farebbe con i soliti noti. Alla fine, credetemi, conoscerete meglio anche voi stesse/i.
Tutto chiaro? Bene, allora procediamo e vediamo insieme quali sono le mosse giuste per affrontare la tanto temuta cena al ristorante dal punto di vista di una donna sola.
Pranzo e cena
Una grande premessa che è doveroso fare. Pranzo e cena infatti non sono la stessa cosa, soprattutto dal punto di vista della società giudicante. Abituati come siamo alla vita lavorativa, alla schiscetta in ufficio e ai panini presi al volo, l’esemplare di «donna sola pranzante» non è una certo una rarità. Spesso con occhi e orecchie incollate al telefono intente a rispondere all’ennesima mail o mettere like all’ultimo outfit della Ferragni, ci potete incontrare in gastronomia o al fast food soprattutto nei giorni feriali. Alla luce del giorno la nostra immagine vi apparirà del tutto normale, irrilevante addirittura.
Tutt’altra storia invece per la «donna sola cenante», esemplare notturno di cui si favoleggia nei racconti di cacciatori e marinai. Questa è la figura mitologica di cui mi voglio occupare, tanto rara quanto fiera. La sua presenza catalizza l’attenzione dei presenti, soprattutto gli esemplari di sesso maschile che non si capacitano di quello che vedono. Si chiedono se esista davvero o sia frutto della loro immaginazione: esiste, esiste, e continuerà a farlo nel migliore dei modi se lasciate che si goda la sua cena in santa pace. Quindi, donne osservate e studiate come farfalle in una teca: seguite questi consigli per allontanare gli sguardi indiscreti e passare una bella serata in compagnia di voi stesse.
1. Prenotate
Sembra superfluo da dire, e a volte vi sembrerà addirittura inutile, «Tanto sono da sola un posto lo trovo». E invece no. Prenotate. Ve lo dico con cognizione di causa. Soprattutto nelle grandi città, alcuni ristoranti sono inavvicinabili se non si è telefonato, scritto o mandato un piccione viaggiatore prima. In foto ci siamo io, la mia cena e il mio inseparabile compagno di tavolo di nome «Zainetto». Qui ci trovavamo a Milano, per la seconda volta in una nota gastronomia giapponese: la prima, nonostante fossi da sola e mi fossi presentata alle 19.30 spaccate, sono stata pietosamente “rimbalzata”, come si dice in gergo.
La stessa storia mi è capitata un lunedì sera (LUNEDÌ SERA) in due ristoranti quasi adiacenti a Loreto, nord di Milano. Tutto prenotato e neanche un misero posticino per una ragazza e il suo zainetto. Da allora ho imparato la lezione: ripeto, prenotate. E poi volete mettere la soddisfazione quando dall’altra parte del telefono vi chiedono stupiti se siete sicure di voler riservare un posto soltanto? Priceless.
2. Sedetevi al bancone (non in tempi di Coronavirus)
Complimenti, siete riuscite a prenotare e ad entrare nel vostro ristorante preferito! Volete sapere quale è il posto migliore in cui sedersi? Proprio lui, il caro vecchio bancone, protagonista dei migliori noir e spaghetti western. Molto spesso non c’è neanche bisogno di chiederlo: se siete da sole il posto appollaiato è quasi inevitabile. Non sentitevi ghettizzate, tutt’altro. Prendetela come un’occasione preziosa: il bancone “capita” e come nelle migliori vicende di serendipità porta con sé amene chiacchierate, ottime bevute e conoscenze inaspettate.
Io ad esempio, a forza di frequentare il bancone, non soltanto ho passato delle serate interessanti in compagnia di barman molto inclini all’attacco del bottone. Ho anche scoperto una nuova passione, nel mio caso il sakè. Solo sostando al bancone e catalizzando (a volte anche troppo, purtroppo sono logorroica) l’attenzione di chi mi stava davanti, sono riuscita a imparare tante cose su un prodotto che non conoscevo. E ad assaggiarne, naturalmente. Quindi, che siate appassionate di vino, birra, whisky o pisco sour, oppure che abbiate il mio stesso problema di esternazione orale, il bancone è il posto che fa per voi.
3. Non esiste solo lo smartphone
L’attesa in coda alle poste, la pausa in ufficio, la cena al ristorante. Quando si è da sole bisogna far passare il tempo in qualche modo ed è qui che entra in gioco lo smartphone. L’occhio prima o poi cade sullo schermo, inesorabile come la forza di gravità e puntuale dopo la scorsa al menu (o anche prima se siete di fronte a un piatto sconosciuto e volete controllare di cosa si tratta). Il fatto non è grave di per sé, dopotutto sono la prima a sfoderare il telefono per immortalare ciò che ho ordinato. Passare tutta la cena incollate allo smartphone – vuoi per il disagio, la noia o la timidezza – è tutto un altro paio di maniche. Il consiglio è di dimenticarlo in borsa una volta tanto: godetevi il momento e, di fronte al piatto sconosciuto, chiedete. Meglio ancora, ordinate proprio quello e lasciatevi sorprendere.
Abbiate il coraggio di liberarvi di quel maledetto telefono perché, con quello, non sarete veramente solo voi.
4. Non abbiate paura di aprirvi
Bene, dove eravamo rimaste. Vi siete sedute, avete accettato il consiglio del barman per il primo giro di drink, il piatto è pronto di fronte a voi e lo smartphone dorme beato. La vostra serata prosegue senza intoppi, quando ecco che il vostro vicino di bancone o di tavolo inizia a lanciarvi qualche occhiata (siete il «raro esemplare notturno», ricordate?). E a un certo punto potrebbe anche darsi che vi rivolga la parola. Che fare? Per educazione rispondete; e se siete dell’umore giusto (ma sì, dopotutto siete a cena fuori con la migliore compagnia che possiate avere!), conversate. Non abbiate paura di aprirvi: è un’ottima occasione per conoscere persone nuove, affrontare gli argomenti più disparati e magari impararne di nuovi.
In fondo non si sa mai chi potreste trovarvi davanti. Volete qualche esempio? Nella mia esperienza di cene solitarie ho conosciuto: un noto regista di pubblicità; una giovanissima divoratrice di libri, altro esemplare di cui sospettavo l’estinzione; un giapponese amante della cucina italiana che si è trovato di fronte un’italiana amante della cucina giapponese (win-win); un artista australiano che qualsiasi posto nominassi, lui c’era stato. O almeno credo, visto che capivo una parola su dieci di quello che diceva. Ma non è questo il punto: si tratta di conoscenze passeggere (tutte vere eh, giurin giurello) che mi hanno tenuto compagnia per una o due ore. Ne sono uscita arricchita, e grata che abbiano scelto proprio me e il mio zainetto per fare conversazione.
5. Approfittate degli eventi
La presentazione di un libro, una degustazione di vini, la proiezione di un documentario, la serata del Gorgonzola. Un modo interessante per passare una cena fuori da sole è approfittare degli eventi. Il tema è sempre la conoscenza, in questo caso culturale visto che si tratta di esplorare nuovi argomenti abbinati al cibo o al vino. Uno, uscite studiate. Due, interagite. Tre, non volete interagire con le persone? Nessun problema, interagite con il curioso piatto o bicchiere che vi sta davanti. Quattro, non vi annoiate. E anche stavolta fregate lo smartphone, per inciso. Cinque, fate un’esperienza vera. Che di questi tempi è grasso che cola, fatevelo dire.
6. Godetevi il momento
E veniamo dunque alla parte più importante della vostra cena solitaria, il motivo intrinseco che vi ha portato a uscire e a scegliere proprio quel ristorante. Il cibo: immaginato, desiderato, pregustato cibo. E finalmente assaporato, libero di essere goduto dalla vostra bocca femminile che troppo spesso viene giudicata e per questo inibita. Godetevi il momento, è tutto vostro e tutto vi è concesso. Liberate le vostre migliori espressioni alla Harry ti presento Sally, che abbiate di fronte una torta di mele da orgasmo o il panino più zozzo che abbiate mai avuto l’ardire di sognare. Siete a cena fuori da sole, siete donne e non ve ne frega niente, ed è giusto che sia così. Rispondete all’idiota sguardo di compatimento che vi capiterà masticando rumorosamente. Buon appetito, spaccate il mondo.