Il nuovo “Decreto Legge Covid” è in discussione in Consiglio dei ministri. Inutile girarci intorno, niente di nuovo sotto il sole per i ristoranti, che restano chiusi: la bozza elaborata dal Governo Draghi stabilisce un allungamento delle misure restrittive già previste a partire dal 7 aprile, data in cui scade l’attuale decreto, fino al 30. Anche le zone gialle è come se non lo fossero, mentre riaprono alcune scuole e, soprattutto, il personale sanitario è obbligato a vaccinarsi.
Nessun’altra riapertura, nessun allentamento delle restrizioni anti coronavirus, né i locali che somministrano cibi e bevante, né per nessun altro. Vediamo.
Zone gialle = zone arancioni
L’articolo 1 prevede molto semplicemente che ai territori in zona gialla si applichino le regole della zona arancione. Il governo si riserva solo la possibilità di introdurre deroghe, nel caso le cose migliorino, con successive deliberazioni. Si potranno invece applicare le regole da zona rossa, e misure più restrittive, anche per decisione delle Regioni e delle province autonome, nei casi in cui “l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti” e “nelle aree in cui la circolazione di varianti di SARS-CoV-2 determina alto rischio di diffusività o induce malattia grave”.
Quindi per quanto riguarda gli spostamenti, in zona arancione o parificata “è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5,00 e le ore 22,00, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 e alle persone con disabilità o non autosufficienti”. Per chi è in zona rossa, neanche questo.
Bambini a scuola, senza deroghe
Dal 7 al 30 aprile, importante, è assicurata la riapertura delle scuole in tutta Italia: materne, elementari e prima media tornano in presenza. E soprattutto, i governatori non possono derogare imponendo restrizioni ulteriori. Dalla seconda media in poi, in zona rossa tutti in didattica a distanza. In zona gialla e arancione, scuole medie in presenza e superiori in modalità flessibile.
Vaccini obbligatori per medici e infermieri
Il tanto invocato, da alcune parti, obbligo di vaccino per tutto il personale sanitario è realtà. La previsione è il più ampia possibile: “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2. La vaccinazione costituisce requisito essenziale all’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative” fino al 31 dicembre di quest’anno. Ammesse ovviamente eccezioni per motivi di salute.
Via libera ai concorsi con procedure semplificate
I concorsi pubblici, che sono bloccati da più di un anno, dovrebbero riprendere, in maniera semplificata. Il decreto prevede “l’espletamento di una sola prova scritta e di una prova orale” e “l’utilizzo di strumenti informatici e digitali e, in particolare, lo svolgimento in videoconferenza della prova orale”.