È meglio il piacere oppure l’attesa del piacere? Quante volte immaginiamo un piatto, un ristorante, un vino ancora prima di viverlo. Talvolta l’esperienza si dimostrerà all’altezza delle nostre aspettative, qualche volta no, ed in questi casi avremo goduto di più dell’attesa che del momento stesso. Una volta, a stimolare i nostri sensi in anticipo era la lettura di un articolo sulle riviste come Grand Gourmet o Gault & Millau, oppure le guide gastronomiche, o ancora il passaparola. Immaginare i piatti era un piacere che si esercitava senza gli aiuti tecnologici di oggi. Oggi, quando proviamo un nuovo locale, probabilmente abbiamo già visto quello che vogliamo assaggiare sul sito del ristorante oppure in centinaia di recensioni, video, social. Quindi per la cucina sarà più difficile procurare grosse sorprese. Per la carta dei vini invece, mi diverto sempre a consultarla online, se disponibile; innanzitutto perché se si tratta di un volume importante, si rischia di aver bisogno di mezz’ora al tavolo, con comprensibile sconforto dei commensali. Inoltre si ha il tempo di valutare le varie opzioni sia per gli abbinamenti sia per i prezzi. E così ho fatto pochi giorni fa a Firenze, presso l’Osteria Gucci da Massimo Bottura.
Aspettative: i prezzi online dei vini da Massimo Bottura a Firenze
Non essendo la prima volta, sapevo che per la cucina sarei stato in mani capaci. Difficilmente ho trovato negli anni un piatto di Karime Lopez noioso o poco interessante. Il giorno prima, consulto la carta dei vini online, in cerca di uno champagne che accompagni in spensieratezza il pranzo. Una proposta al bicchiere che mi fa scaldare il cuore in vista dell’aperitivo è il Rare di Piper-Hiedsieck 2008.
Per continuare mi sembra interessante la Grande Dame 2012, proposta a 280 euro, trovo un’interessante meunier con La Vigne D’Or di Tarlant 2004 a 250 euro,
salendo trovo l’ultima uscita di Krug, la 171 a 400 euro e la 27esima del rosè a 600 euro. Se poi si deve festeggiare, il Dom Perignon P2 è a 700 euro. Pregustando l’esperienza mi presento in orario.
Realtà: la carta vini alla Gucci Osteria da Massimo Bottura
Quando mi viene data la carta dei vini, nascondo a fatica la soddisfazione per la velocità con cui l’affronterò. Ma qui crolla tutto il mio disegno. Il Rare al bicchiere non è il 2008 ma ahimè il 2013. Ma gli errori non si limitano alle indicazioni delle annate.
La Grande Dame 2012 è passata a 400 euro (+43%) , Tarlant 2004 a 380 (+52%), Krug 171 a 680 (+70%) , Krug rose a 1.000 (+67%) ed il P2 a 1.300 euro (+85%). E così via su molte altre bottiglie che avevo visto nella carta online. Ora, capisco che la carta possa non essere aggiornata quotidianamente, specialmente quella cartacea che richiede la stampa, magari fatta da un fornitore esterno. Ma quella online no. Non ho mai visto una carta con differenze di prezzo di questa entità e meno che mai in una struttura stellata dove convergono aziende come Gucci e Bottura.
Non oso pensare alla malafede (dovrei sentire un amico avvocato per le valutazioni) ma quantomeno ad una grande sciatteria assolutamente si. Per la cronaca alla fine, ancora incredulo e deluso, ho ordinato l’Ouverture di Savart a 200 euro ma mi è stato portato l’Accomplie sempre di Savart (a 280) perché l’altro era terminato. Mai come questa volta, l’attesa del piacere si è rivelata lungamente superiore al piacere stesso, almeno nel bere.