E pensare che fino a qualche anno fa era il disastroso regime alimentare che frenava la nostra voglia di paesi nordici. Oggi, invece, Copenhagen è la nuova Parigi, anzi, meglio ancora: è la nuova San Sebastian, ci si va per vivere l’avanguardistico exploit culinario di una città che si è riempita di stelle Michelin.
Fino a ieri erano 17, ma da oggi, cioè dopo la presentazione della Nordic Guide 2016, edizione della Guida Michelin dedicata ai Paesi nordici, sono diventate 20.
E se lo scorso anno fece scalpore la mancata legittimazione del Noma, a cui non era bastato il successo planetario per arrivare alle sospirate tre stelle, nel 2016 –clamoroso al Cibali– è proprio il primo ristorante tri-stellato della capitale danese a prendersi la scena.
Solo che, maledizione, anche stavolta non è il Noma del bel Rene Redzepi, che, nemo profeta, in patria non vince mai (come Leonardo Di Caprio).
Ma se la coppia di ristoranti con doppia stella Michelin resta invariata (oltre al Noma c’è AOC), la vera sorpresa di cui anche noi terroni cisbaltici intrigati dal fascino peccaminoso della Ny nordiske kokken dovremo tener conto è il Geranium, primo ristorante tre stelle della città (l’altro tre stelle della guida è il ristorante Maaemo di Oslo, in Norvegia).
Ma da dove viene fuori l’outsider del Nord Europa, per cui già nel 2012 si coniavano titoli come There’s more to Copenhagen than Noma, c’è di meglio a Copenhagen del Noma?
Il ristorante ha una collocazione inconsueta, si trova all’ottavo piano del Fælledparken, la palazzina della stadio cittadino, nella zona di Østerbro, in prossimità di un grande complesso di parchi.
Una posizione privilegiata che permette di osservare la capitale danese da un’angolazione insolita. Ci si estranea dalla tensione cittadina, malgrado il centro sia vicino, contemplando attraverso grandi vetrate la vista panoramica sul verde e i tetti spioventi del quartiere.
All’interno prevalgono i toni scuri, sia alle pareti che nei pavimenti, con ampio impiego per giustapposizione del marmo candido. Un insieme elegante e contemporaneo.
Chef del Geranium, ristorante integralmente bio, è Rasmus Kofoed, orgoglio nazionale per aver vinto nel 2011 diversi premi del campionato mondiale di cucina, meglio noto come Bocuse d’Or.
L’idea di base è quella che pervade tutta la nuova ristorazione danese, i piatti proposti sono concepiti per evocare l’aspetto del sottobosco, all’insegna del cosiddetto foodscape.
Nei menu zuppa fredda con verdure croccanti, pollo e stick di rape disidratate serviti con lo yogurt, cestini di pani fragranti con creme di verdure, in generale una cucina tecnica e fantasiosa, basata su ingredienti vegetali, da noi sconosciuti, provenienti da coltivazioni biologiche e biodinamiche.
Il menu degustazione attualmente disponibile si chiama The Winter Universe e costa 1800 corone danesi (al cambio pressappoco 241 euro). Disponibili due drink pairing, uno a base di vino (costo 1400 corone, ossia circa 187 euro) e un juice pairing, abbinamento con bevande fermentate alla frutta in linea con la tendenza del momento (costo di 700 corone, al cambio 93 euro).
Scontati i ringraziamenti dell’intero staff sulla pagina Facebook del Geranium: “Guardiamo avanti per crescere ancora, grazie alla Guida Michelin per averci incoraggiato a fare ancora meglio“.
[Crediti | Link: Copenhagen Cvb, Michelin, Dissapore]