La chiamavano la “Zarina della notte” di Londra. Amy Lamé, questo il suo nome, non era una novella Romanov, e nemmeno una Putin, e in effetti non sappiamo il perché del suo soprannome. Quel che sappiamo è che ha lavorato per l’amministrazione londinese per otto anni, prima di annunciare ufficialmente l’addio al suo incarico. Incarico molto discusso, in effetti, soprattutto per l’ammontare del suo stipendio d’oro, arrivato a 132.846 sterline l’anno. Una cifra notevole, in effetti, soprattutto considerato l’incarico della Zarina della notte, che non a tutti sembrava necessario e indispensabile per le sorti della metropoli britannica.
Qual era il ruolo di Amy Lamé
Il ruolo di Amy Lamé era stato espressamente creato dal sindaco di Londra Sadiq Khan, eletto nel 2016. L’idea era quella di dare un nuovo impulso alla vita notturna di Londra, in particolare dopo il Covid, che – come in tutto il mondo – aveva tagliato le gambe a molte attività di quel tipo e in generale cambiato notevolmente abitudini e consumi dei cittadini.
Eppure, una città come Londra, sulla sua nightlife aveva costruito molto. Un’economia locale fiorente (pensiamo ai pub londinesi, in crisi da tempo, per quanto non espressamente “notturni” nella loro tradizione), ma anche un’offerta turistica giovane e dinamica. Naturale quindi voler salvare un settore importante per l’economia nazionale.
Il sindaco ha sempre sostenuto l’operato di Lamé, che è stata attaccata frequentemente e su più fronti. “è stata determinante nella riapertura del Fabric, nella protezione del 100 Club, nella garanzia del futuro di Printworks, nella riapertura del Black Cap dopo dieci anni di chiusura e nel consentire l’apertura del Drumsheds, tra le altre cose”, ha detto in passato il sindaco Sadiq Khan. “Ha lavorato duramente per aiutare la vita notturna di Londra ad affrontare enormi sfide, tra cui la pandemia e la crisi del costo della vita, e so che continuerà a essere una parte fondamentale del settore anche in futuro”.
“È stato un grande onore essere la prima zarina notturno di Londra e del Regno Unito, ma dopo otto anni credo che sia giunto il momento giusto per me di voltare pagina”, ha annunciato Amy lamé, comunicando il suo addio. “È stato un vero privilegio servire i londinesi e fare il possibile per il sindaco, e sono profondamente orgogliosa di ciò che è stato realizzato nonostante così tante sfide”.
Non è ancora chiaro se il suo ruolo verrà coperto da qualcun altro, o se la figura della “zarina della notte” morirà con lei.
Perché l’idea di una “Zarina della notte” non è male
Alla fine, stipendio stellare (e nomignolo incomprensibile) a parte, l’idea di una “Zarina della notte” non sembra poi così male.
Le discoteche, per dire, sono in crisi da tempo, quasi non esistono più, colpite dall’aumento dei costi e dalla diminuzione dell’interesse da parte delle nuove generazioni. Segno dei tempi, si dirà. Un tempo si andava in discoteca per conoscere gente e innamorarsi, oggi per quello ci sono telefonini e social. Eppure, i cambiamenti spesso vengono accompagnati da una strategia pubblica più efficace, mentre le discoteche muoiono in mezzo a quella che sembra essere una mancanza di interesse generale.
Non solo le discoteche, ma i locali notturni in generale. I ragazzi escono meno, interessati più alle relazioni virtuali, e la nightlife patisce un po’ ovunque. E questo non è un problema soltanto da un punto di vista economico. Una sana vita notturna, fatta di bei locali, di gente, di luci, è generalmente l’antidoto migliore alle strade buie e pericolose. Quindi, perché non lavorare per salvarla, e per aiutare quelle imprese che creano qualità, anche di notte?
Chissà che prima o poi, una “Zarina della notte” non serva anche da queste parti.