Forse Cathy Josefowitz non sarebbe stata così fiera e felice che la ricordassimo espressamente per questa parte della sua produzione. L’artista, nata nel 1956 a New York e morta nel Giugno del 2014, era pittrice e disegnatrice, figlia di una madre anch’essa artista e di un padre produttore di musica classica. Aveva la cittadinanza sia statunitense che svizzera. Nella sua carriera ha viaggiato moltissimo, come dimostrano i suoi disegni.
In questo momento al Macro, il Museo di Arte Contemporanea di Roma, è in esposizione una mostra a lei dedicata, si chiama The Thinking Body, il corpo pensante, e rimarrà disponibile fino al 19 Giugno, a ingresso gratuito. Ad oggi è la mostra più completa sulla vita e il lavoro di Josefowitz, che nella sua espressione artistica ha posto un grande focus sulla relazione con il corpo, lo spazio e il movimento. Nonché sul dialogo tra diversi ambiti artistici, trattati non più separatamente: dipinti, disegni e coreografia. Le sue ispirazioni artistiche risalgono all’infanzia. Josefowitz aveva trascorso l’adolescenza a Ginevra, dove scopre il surrealismo, Cocteau, Boris Vian, Jean-Louis Barrault come il mimo Deburau, Marylin Monroe e Nijinski, tutti personaggi che diventeranno per lei figure di riferimento. Alla sorella anche il merito di averla introdotta al teatro, a Ionesco e alla poesia dell’assurdo.
Una piccola parte dell’esposizione The Thinking Body è dedicata a una serie di disegni da collezione privata esposti qui a Roma per la prima volta. Ritraggono scene diverse che hanno in comune un supporto: sono state rappresentate infatti su ricevute di hotel e ristoranti che l’artista ha visitato nelle tappe dei suoi viaggi tra gli anni ’80 e ’90. Non a caso riportano ancora la dicitura in lire dei piatti e dei servizi pagati, rigorosamente in lire, franchi o alte valute pre-euro. In alcune la scrittura labile a penna è ormai sbiadita, in altre ben visibile e cristallina.
Le città toccate sono diverse: Barcellona, Roma, Ginevra, Parma, Firenze, Londra, Milano, Palm Beach, Ojai, Viareggio, Parigi per un totale di 15 lavori. Si tratta di acquerelli e inchiostro impressi direttamente sulla carta in un periodo compreso tra il 1988 e il 1991, che raffigurano motivi diversi, dalla donna che fluttua alla tavola del ristorante. Tra gli intestatari delle ricevute c’è il Ristorante Taverna Gallo D’Oro a Parma, tutt’ora aperto, su cui sono disegnati due amanti che si baciano. L’Osteria da Ganino a Firenze, dove la ricevuta è completamente offuscata da due figure sedute al tavolo di fronte a un bicchiere di vino. Ma anche il Ristorante Pizzeria Astra di Viareggio, poi chiuso e sostituito oggi dal Sa Playa, che rende queste ricevute una sorta di testimonianza di archeologia ristorativa. Fa pensare alle poesie scritte sul retro degli scontrini di Alessandro Salvi oppure le poesie sui sacchetti del pane pensate da Palo Neruda.