Boccadasse rappresenta per i genovesi la naturale conclusione della passeggiata sul lungomare: per alcuni é anche luogo prediletto per l’aperitivo dopo il lavoro, per altri la prima spiaggia cittadina racchiusa nell’antico e coloratissimo borgo dei pescatori.
In questo contesto, fa bella mostra di sé il ristorante Capo Santa Chiara, la nuova avventura dello Chef Luca Collami: a picco sul mare, l’edificio che lo ospita è proteso verso l’orizzonte come la prua di una nave. Aperto sette giorni su sette, vale la visita per il panorama incantevole e il menù, che differisce abbondantemente da quello di Baldin, il ristorante con stella Michelin guidato dallo stesso chef ma a Sestri Ponente, in questo momento chiuso, ma che regala grandi soddisfazioni a prezzi competitivi.
“C’è bisogno di educazione del palato, della riscoperta del gusto: ho appena aperto (ndr. a luglio 2015) – afferma Collami – e ho deciso di fare con calma, la ricerca e l’innovazione arriveranno, fanno parte della mia cucina”.
Lavori di ristrutturazione completati velocemente, ambienti semplici – forse troppo per i miei gusti –, cucina a vista e terrazza suggestiva sono ciò che troverete varcando la soglia del ristorante, che si trova in una tipica crêuza genovese.
Ma non solo: ci sono due spazi piccolissimi e deliziosi che vanno assolutamente sperimentati, il primo è una nicchia con pareti non intonacate con una finestra che ricorda un oblò, adatto per proposte a cui di solito non si dice di no.
Il secondo è un “balzo sul mare”, ovvero un tavolino riservato a due persone in una atmosfera indimenticabile: chi siede qui ha accesso ad un menù solidale, il cui ricavato verrà in parte destinato in beneficenza.
Il menù da cinque portate viene proposto a 38 € (che diventano 50 se includiamo il vino), quello da sette a € 50. La proposta si fa ancor più interessante quando, tra un piatto e l’altro, arrivano a discrezione dello Chef le interferenze, assaggi di altre pietanze dedicate a chi sceglie il menù degustazione.
Il clima in cucina è quello della giocosa professionalità di giovani di talento, come Luca Borziani, Mirko Briata, Fulvio Evangelisti e Livia Bigagli per la pasticceria; indaffarati ed estremamente disponibili ad assecondare i clienti sono parte della famiglia.
Luca e sua moglie Barbara Pisano, che dirige la sala, si occupa dei vini e segue la linea dei dolci, coordinano un team invidiabile composto anche da Luigi, Francesca e Roberto in sala.
Novità in arrivo per l’inverno: una scuola di cucina proprio sotto al ristorante e un progetto primaverile di cui al momento posso solo dire che, frequentandolo, ci sentiremo già in vacanza.
Veniamo finalmente al cibo. Cosa si mangia dallo Chef Collami? Si mangia principalmente pesce. Valgono la citazione il polpo brasato alla nizzarda e la sua maionese, lo sgombro all’agiadda, il tataki di tonno sulla crema di cannellini e cipolla caramellata con la salsa di soia e la zuppetta imperiale (questi ultimi due piatti eredità del ristorante “Baldin”).
La Chance
Stagionalità e territorio: volevo farmi guidare da queste che sono le caratteristiche della cucina di Collami.
Il meraviglioso Cappon magro, di cui sono consumatrice indomita, è composto da pesce sostenibile, locale: tracina, triglia, pesce prete, scorfano, gallinella, mazzancolle, cicale, muscoli, vongole e novellame compongono il piatto in cui si scorgono la galletta del marinaio, la salsa verde e i germogli di bietola rossa.
Una meraviglia.