Tentiamo l’impossibile: cambiare le sorti della giornata nera del turismo calabrese con una lista di ristoranti, nonché pretesti gastronomici, per cui vale la pena prendere un volo per la Calabria. Non per forza low cost.
Disclaimer: la polemica del giorno è legata a EasyJet (i cui pubblicitari pare si siano ispirati a Lonely Planet), che per promuovere i viaggi a Lamezia Terme ha messo il dito nella piaga della mafia e dei terremoti.
Ci immaginiamo ora il povero copywriter di EasyJet a colloquio da ore nell’ufficio del capo, e in un moto di solidarietà gli consigliamo, a mo’ di liquidazione, di strappare alla compagnia almeno un biglietto A/R per le vacanze in Calabria. I motivi per visitarla, dicevamo, non mancano di certo, perlomeno dal nostro punto di vista: specialità tipiche da assaggiare, ristorantini d’ogni categoria da provare e belle cantine dove assaggiare il vino del territorio.
Perché tra l’altro, è bene sottolinearlo, la Calabria sta facendo passi interessanti nel settore enogastronomico e soprattutto in quello vitivinicolo, con un ottimo lavoro sul tema dei vini biologici (alla faccia dell’immobilismo e della zavorra storica).
Eccovi una nostra selezione di 10 ristoranti calabresi da provare e 3 cantine da visitare, nel caso dopo la pubblicità di Easyjet, sia presa anche a voi l’irrefrenabile voglia di acquistare un biglietto aereo.
Luigi Lepore Ristorante
Viene da esperienze interessanti sia in Italia (Trussardi alla Scala di Milano, Caino ia Montemerano) sia all’estero (Can Fabes a Sant Celoni, vicino Barcellona) lo chef Luigi Lepore, che ha da pochissimo aperto il suo locale proprio a Lamezia Terme, dove c’è l’aeroporto. In pochi hanno avuto la possibilità di provarlo prima del lockdown, ma adesso è arrivato il momento. Un menu di fine dining a prezzi più che ragionevoli (50 euro per cinque portate, 70 per sette a mano libera) e una cucina creativa che presta attenzione alle materie prime locali, cercando prodotti di qualità da piccole aziende del territorio.
Info: https://www.luigilepore.it
Qafiz
Cinque stelle Michelin brillano sul cielo della Calabria: non sono moltissime, ma tra loro si muovono giovani e talentuose leve della cucina italiana, come Luca Abruzzino, che raccoglie l’eredità del ristorante di famiglia a Catanzaro o Nino Rossi, che ha l’ardire di governare uno stellato in un paesino sperduto sull’Aspromonte.
Proprio da lui partiamo: Nino Rossi, chef del Qafiz a Santa Cristina d’Aspromonte, ha le idee chiare e ce lo aveva dimostrato in un’intervista, all’indomani della decisione della presidente della Regione Jole Santelli di riaprire i ristoranti dopo il lockdown, in anticipo rispetto a quanto previsto dal resto della Nazione. La volontà dello chef è quella di realizzare “una cucina che sente il bisogno di sorprendere costruendo nuove memorie dalle ceneri del passato”. Una descrizione poetica che, in sostanza, racconta di una grande voglia di creatività, che però viene espressa in piatti che mantengono sempre i piedi per terra. E nell’entroterra, con grande utilizzo di carni, formaggi e ortaggi di stagione provenienti dal territorio, oltre ovviamente alle proposte di mare (siamo pur sempre in Calabria). Spesa intorno ai 100 euro.
Info: https://qafiz.it
Agriturismo Calabrialcubo
In un contesto quantomai affascinante, l’albergo e azienda agricola Calabrialcubo (Contrada Pietra di Grotta, a Nocera Terinese, provincia di Catanzaro) ospita un’osteria e un birrificio agricolo che valgono il viaggio, anche senza considerare il panorama. Le birre artigianali ‘A Magara, riferimento non solo in Calabria ma a livello nazionale, si distinguono per varietà di stili e materie prime, dalle pesche merendelle al luppolo coltivato in loco, fino a lamponi e more di rovo da agricoltura sociale.
Sempre per gli ingredienti (e per le birre alla spina, chiaramente) si fa notare l’osteria: quasi tutto ciò che troverete nel piatto è prodotto, nonché allevato, nella campagna che circonda la bella cascina. Grandi tartare, paste fresche condite con Presìdi Slow Food, formaggi calabresi ben selezionati, una giusta dose di contemporaneità.
Zenzero, il ritrovo del gusto
Il piccolo comune di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, è noto ai più per la sua Certosa: non parliamo di formaggio, ma di un monastero fondato nel 1084. Il paese però è, da una decina d’anni, anche meta di pellegrinaggio dei gourmet calabresi, che qui trovano un indirizzo sicuro, lo Zenzero di Bruno de Francesco. Nel suo locale, ricavato in quella che era una piccola bottega d’ebanista, de Francesco propone un fine dining rassicurante, fortemente legato alla stagionalità dei prodotti locali e alle ricette della tradizione. Il tutto accompagnato da un’ottima carta dei vini.
Info: http://www.zenzeroweb.it
L’Approdo
Pescato locale a chilometro meno che zero: il Ristorante l’Approdo, di fronte al porto di Vibo Valentia, è da trent’anni un punto di riferimento per la zona. Un ambiente un po’ anni Ottanta, così come la tendenza della cucina, che tratta in maniera delicata la materia prima di mare e la restituisce in piatti classici di grande qualità.
Info: https://www.lapprodo.com
La Taverna dei Briganti Cotronei
Un agriturismo vecchio stile in provincia di Crotone, perfetto per le famiglie (c’è anche la fattoria didattica), con un bellissimo spazio verde tutto intorno. Prodotti locali e autoctoni, che si trasformano in un antipasto misto di grande livello, tra affettati di maiale nero, formaggi caprini e verdure sott’olio. Carne alla brace, primi e dolci fatti in casa, per un assaggio genuino della Calabria dell’entroterra.
Info: https://www.latavernadeibriganti.it
Il Tegamino
Quando si parla di ristorante con pizzeria si storce sempre un po’ il naso: è mai possibile fare cose diverse e farle bene? Al Tegamino, piccolo ristorante sul mare di Steccato di Cutro (in provincia di Crotone), nato negli anni Ottanta come lido estivo, ci riescono. Il menu è prevalentemente a base di pescato del giorno, trattato con cura e un tocco di creatività, e la pizza, in una curiosa contaminazione calabro-piemontese, è al tegamino. Vini di cantine locali, prezzi contenuti e vista mare, anche sulla bella terrazza.
La locanda di Alia
Lo chef Gaetano Alia ha imparato le tradizioni della cucina locale dalla mamma, e le segue con rigore: ogni mattina va al mercato di Castrovillari e prende i prodotti “che più gli piacciono”, per costruire una proposta gastronomica genuina, stagionale, locale ma anche raffinata. Spesa sui 50 euro e un bellissimo giardino dove cenare a bordo piscina.
Info: http://www.locandadialia.it
La Tavernetta
Un giovane chef (Emanuele Lecce, 24 anni) guida con talento e creatività la cucina di questo ristorante d’albergo a Camigliatello Silano (CS). Attenzione alle materie prime locali ma con la voglia di trasformarle in qualcosa di nuovo e personale.
Info: http://www.latavernettadipietrolecce.it
Bark – Beer and BBQ
Daniel D’Alù è un giovane intraprendente innamorato della birra artigianale. Dopo averne bevuta parecchia negli anni trascorsi a Roma, ha deciso di tornare nella sua terra con un format coraggioso: a Marina di Gioiosa Jonica (RC) inaugura un craft pub indipendente specializzato in American BBQ, con carni selezionatissime affumicate in stile texano (ma non prive di un tocco mediterraneo), hamburger e pani di propria produzione. In abbinamento birre artigianali dal territorio e oltre.
Info: www.barkbeerbbq.it
Cantine: l’ascesa naturale nel Cirò
Come preannunciavamo, è davvero interessante il lavoro che sta facendo la Calabria sui vini, in particolare nella zona a Denominazione di origine controllata del Cirò (il primo vino calabrese ad avere la DOC). Una zona compresa nei territori di quattro comuni (Cirò, Cirò Marina,Crucoli e Melissa) dove si coltivano poche centinaia di ettari di quello che è il vino storico della Regione, a lungo poco valorizzato e riscoperto poi sul finire degli anni Sessanta. Oggi sono molte le cantine che lavorano per rafforzare la qualità del loro prodotto, puntando su coltivazioni biologiche e vini naturali.
Sergio Arcuri
Siamo a Cirò, in una storica azienda a conduzione familiare, nata nel 1973 ma che affonda le radici nelle coltivazioni del bisnonno Peppe, che già nel 1880 si appassionava di vite. Oggi la canina produce, da vigneti esclusivamente biologici, un Cirò rosso classico superiore “Aris” ed un rosato “Il Marinetto”.
Info: https://www.vinicirosergioarcuri.it
L’Acino
Una piccola cantina che produce vini naturali a San Marco Argentano, in provincia di Cosenza. Pochi ettari nelle terre montagnose del Parco del Pollino, in cui i tre giovani calabresi che conducono l’azienda coltivano, tra l’altro, l’antico vitigno calabrese “Mantonico pinto”; da cui nasce il vino bianco “Mantonicoz”.
Info: https://www.acinovini.it
Spiriti Ebbri
Nessun uso di additivi o prodotti chimici per questa manciata di ettari di vigneti biodinamici, con l’obiettivo di imbottigliare un vino il più naturale possibile. Si usano solo vitigni autoctoni del territorio, come il Magliocco, il Gaglioppo, il Greco, il Mantonico e il Pecorello e si vinifica in un vecchio cinema comunale trasformato in una cantina. Tra i loro prodotti più noti il Neostos, vino in cui la volontà del ritorno alle origini è esplicitata dal nome stesso della bottiglia, crasi tra le parole greche Neos (nuovo) e Nostos (ritorno).