A un certo punto –diciamo a inizio 2018– nella vertiginosamente fertile ristorazione milanese scatta improvviso il flirt per la cucina romana e la cacio e pepe.
Aprono in serie ristoranti a tema capitanati da Felice al Testaccio, storica trattoria nata nel lontano 1936 tra tonnarelli cacio e pepe, supplì al telefono e pollo alla cacciatora, alla sua prima volta fuori Roma.
Su ViviMilano, Valerio Visintin del Corriere della Sera, il celebre critico “mascherato” (per l’abitudine di visitare i ristoranti in incognito), si è divertito a mettere in classifica la migliore cacio e pepe che si possa mangiare oggi a Milano.
Le recensioni prendono in considerazione la bontà del classico romano, l’affidabilità della cucina e l’ambiente.
Alla fine i locali scelti sono quattro: il già citato Felice al Testaccio, l’Alchimia, l’Altrimenti ci arrabbiamo e infine Cacio & Pepe.
Ambiente
Il massimo del voto, 7,5, è per l’Alchimia, definito “un salotto in chiave vintage”.
A ruota segue “l’Altrimenti ci arrabbiamo”, con 7, “una piccola trattoria con arredo artatamente rusticheggiante”.
Non va meglio per Felice a Testaccio, un “abito da ristorante, e non da trattoria”, con il servizio che però vacilla. Morale: vuoi fare il figo e tirartela da ristorante ma poi nel servizio viene fuori l’animaccia da trattoria. 6,5.
Come anche per Cacio & Pepe, troppo “lucido, cupo, straniante come un American bar”: 6,5 anche per lui.
Menu
Passando alla ciccia, cioè al menù, il voto più basso se lo becca proprio Felice al Testaccio, un 6/7 –evabbè–, per un menù a base di puntarelle, carbonara, gricia, abbacchio, polpette, saltimbocca e via.
Poco meglio per Altrimenti ci arrabbiamo, “un piccolo menù di tradizione italiana”.
Meglio invece l’Alchimia, con un 7,5, per una cucina “creativa con qualche accenno meneghino, come la costoletta alla milanese”.
Stesso voto per “Cacio & Pepe”, 7,5, dove si trova “un bel campionario della cucina capitolina”.
Cacio e pepe
Veniamo ora al clou, all’attrazione principale delle trattorie romane: la cacio e pepe. Quale sarà la migliore, secondo il critico milanese?
La cacio e pepe milanese da 8 in pagella, la migliore della città, servita con i tradizionali tonnarelli come pasta, è proprio quella di Cacio & Pepe, dove peraltro “il servizio è molto cortese”.
Secondo posto con 7,5 per Felice al Testaccio. Anche qui, come da tradizione, la pasta che accompagna il celebre condimento sono i tonnarelli, mescolati dal cameriere direttamente al tavolo (“abiti a rischio”, precisa Visintin).
Meno bene l’Alchimia, per l’interpretazione che si discosta dalla storia del piatto, vista l’aggiunta discutibile, e non giustificata da un risultato entusiasmante, di cozze e borragine.
Idem per quella de l’Altrimenti ci arrabbiamo, fatta con spaghetti rossi (alle rape).
Insomma, ora sapete dove andare a Milano per una cacio e pepe come Dio comanda.
Parola di Valerio Visintin.