Mangiare bene in un ristorante sul mare non è semplice, soprattutto se il ristorante in questione è collocato in uno stabilimento balneare. Al Bikini di Vico Equense non solo si può godere di un ottimo mare, per l’ennesima volta premiato con la Bandiera Blu come tra i mari più puliti d’Italia, ma anche di una cucina d’autore di tutto rispetto.
Certo, non vi sto dicendo una cosa nuova: tra le pagine di Dissapore, non più di qualche anno fa, vi abbiamo parlato della cucina fusion nippo-partenopea curata da Sakai Fumiko, chef giapponese da oltre vent’anni in Italia. Ad inizio stagione 2021 c’è stato un cambio della guardia non da poco, che ha dirottato la proposta gastronomica e non di poco: a Sakai Fumiko è subentrato Giulio Coppola, cuoco nato e cresciuto nella vicina Gragnano, con una impronta molto meno fusion e molto più mirata alla ristorazione di identità italiana; quindi, andando piacevolmente oltre i confini del quadrilatero campano (per fortuna).
Appurato che il servizio mare è come sempre al top di gamma (dall’assistenza delle varie esigenze alla bellezza struggente del posto) andiamo a guardare più da vicino come si mangia nel “nuovo” Bikini.
Il ristorante e il menu
Partendo dalla spiaggia, con qualche rampa di scale è possibile accedere alle sale del ristorante: oltre la sala interna, il bellissimo terrazzino con vista sul mare è quello utilizzato dagli avventori di questo inizio agosto dell’Anno Domini nr. II in era Covid. L’arredo è minimale, marittimo, con qualche ceramica di tradizione locale. Per il pranzo, il tovagliato è basic, leggermente spartano ma giustamente curato e pulito. I tavoli sono distanziati nella maniera giusta e tutto l’ambiente è ammantato di una generale atmosfera di relax, cui contribuisce fortemente l’atteggiamento giusto, professionale e non invasivo del personale di sala.
Il menu messo a punto da Giulio Coppola si sdoppia, quindi sarebbe meglio definirli “i menu”: a pranzo, è possibile usufruire dei piatti della “Locanda di mare”, mentre a cena le proposte virano sul fine dining. Ci ritroviamo, quindi, un’anima molto comfort a pranzo e una leggermente più audace in serata. Il ragionamento di base pare vincente, a noi che abbiamo scelto l’esperienza della Locanda di mare; c’è un flusso moderato di clientela, sia di persone venute appositamente per il pranzo, sia di persone che hanno deciso di trascorrere qui l’intera giornata.
Molto golosi gli antipasti, non eccessivamente impegnativi ma rapidi guizzi di idee per esprimere il territorio. Si va dall’insalata caprese con pomodori freschi, polpo scottato e mozzarella alla goduriosa salsiccia di totano con peperoncini verdi di fiume croccanti, chiamati anche migliarini.
Il banco di prova dei primi piatti vede sicuramente il cuoco, nativo di Gragnano, una papabile “vittima” del maccheronicentrismo. Prova superata brillantemente in menu, dove viene proposto il riso al salto con frutti di mare così come le fettucce
Piatto simbolo dell’esperienza comfort e piacevole, le candele spezzate cacio e pepe con zucchine, zenzero e tonno alletterato. Il cuoco si sbizzarrisce con le candele giustamente cariche di amido, il gioco riesce ed è alleggerito e fresco dalle zucchine e dallo zenzero, completato dal grassezza del tonno.
Un assaggio di pescato del giorno può darvi la tara di “cosa si dice” nel mare, pochi metri più in là, come il trancio di ombrina, di cui abbiamo apprezzato cottura e consistenza.
Si chiude con dolci golosi e ben azzeccati, che non appesantiscono l’esperienza gradevole del pasto ed accompagnano volentieri verso la scelta di un amaro. Pesca sciroppata con basilico e biscotto sablé, interpretazione del babà.
La presenza del sommelier in sala è molto gradevole, capace di guidare durante un percorso di mare senza rinchiudersi in neo-borbonicismi inutili, permettendo un viaggetto di tutto rispetto attraverso lo Stivale. Carta dei vini decisamente nutrita (sono pagine e pagine), con una equa attenzione a tutta la penisola e qualche divagazione oltre le Alpi. Ricarichi onesti e proposte per tutte le fasce di prezzo.
Opinione
Ci troviamo di fronte ad una consolidata eccellenza, anche se la rotta è decisamente (e piacevolmente) cambiata rispetto a qualche anno fa. A Il Bikini di Vico Equense c’è molta meno cucina fusion, molta più concretezza nella proposta ed identità che non è solo campana, ma italiana tutta. Ottimo il lavoro di Giulio Coppola, che ha ottimizzato le due proposte assai distinte (quella da locanda di mare e il fine dining) grazie a una sala ben organizzata.
PRO
- L'atmosfera e, senza dubbio, il panorama.
- Due proposte culinarie ben distinte, atte a raccogliere ed avvicinare un pubblico più ampio.
CONTRO
- Le due proposte sono fruibili in momenti separati della giornata: locanda di mare solo a pranzo, fine dining solo a cena. Un peccato.