Ma quanto erano belle le città, subito dopo il Covid, quando la liberalizzazione generalizzata degli spazi all’aperto aveva riempito strade, vie, piazze di dehors con tavolini all’aperto, forse un po’ disordinati sì, ma che sapevano di vita vissuta? Ecco, pensate a quel momento lì con una certa nostalgia, mentre vi raccontiamo come nelle città del Nord (Venezia, Torino e soprattutto Milano) si assista a una sorta di stretta collettiva sulla “movida“, parola che sembra evocare orde sataniche di ragazzetti ubriachi e urlanti, ma che in realtà include anche tutti coloro che vogliono semplicemente bersi una cosa all’aperto. D’altra parte arriva la bella stagione e, nelle estati del cambiamento climatico, porta con sé il terrore per le alte temperature con l’unica consolazione di bersi qualcosa la sera nei dehors dei locali per trovare un po’ di frescura nella socialità.
Eppure l’estate 2024 si preannuncia difficile per chi, al Nord, ha programmi per le serate, con una serie di strette che vanno nella direzione di rendere le città più sicure – a sentire le amministrazioni – ma anche un po’ più noiosette, nonché in salita per i gestori dei locali, che di certo avranno più difficoltà degli anni scorsi a far tornare i conti delle sere d’estate.
Venezia: l’orario della quiete
Lo scorso anno l’amministrazione comunale di Venezia aveva firmato un’ordinanza – che pare voglia riproporre per quest’estate – che imponeva la chiusura alle 2 dei locali, con lo stop agli alcolici all’1.30 e lo stop alla musica alle 23. Dopo quell’ora, i gestori avrebbero dovuto assicurare la quiete nei loro locali, e tutto sommato ci sembra anche una soluzione di buon senso.
Torino: divieto di fumo all’aperto
A Torino la combo drink + sigaretta sarà per esempio più complicata, con un divieto tutto nuovo che pare d’ispirazione americana. Il consiglio comunale, infatti, ha appena approvato una delibera che introduce, sostanzialmente, il divieto di fumare all’aperto, a meno che tutte le persone nell’arco di cinque metri non diano il loro esplicito consenso.
Considerata l’indole schiva dei Torinesi, non ce li immaginiamo a fare il giro dei tavoli dei dehors per chiedere a tutti se una sigaretta (il divieto vale anche per quelle elettroniche) può dar fastidio, e dunque immaginiamo un’estate smoking free nei dehors della città, o una pioggia di multe (la sanzione amministrativa prevista è di 100 euro) per chi non si adegua velocemente alle nuove abitudini.
Certo, le strette sul fumo (che è nocivo anche per chi lo subisce passivamente) sono generalmente una cosa da salutare positivamente, seppur con fastidio per i fumatori. Resta da capire però che impatto avrà questo nuovo divieto sugli aperitivi, le cene o i drink del dopo cena all’aperto nei locali commerciali. Di certo potrebbe essere un problema, ma c’è anche chi, in questo inizio primavera, se la passa peggio dei gestori torinesi.
A Milano Dehors a tempo
Milano invece preannuncia, proprio in vista dell’estate, una lotta dura alla movida, e in particolare ai poveri dehors che – aveva annunciato Sala tempo fa – hanno goduto di un’eccessiva libertà in questi anni. Non sarà così quest’estate, con le nuove regole della vita notturna milanese che hanno l’obiettivo di “tutelare la tranquillità e il riposo dei residenti e a garantire la fruizione, da parte di tutti e tutte, dello spazio pubblico in alcune aree interessate dalla movida” (nello specifico: Nolo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della Pace, Corso Como/Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli).
In tutti questi luoghi, ci sarà il divieto di asporto di bevande (alcoliche e analcoliche) e di cibo allo scoccare della mezzanotte e fino alle sei del mattino, ma soprattutto ci saranno i dehors a tempo, che come Cenerentola dovranno correre a casa prima dell’arrivo del nuovo giorno. Chiusura imposta, infatti, “dalla mezzanotte e mezza alle 6 dal lunedì al venerdì e dall’1.30 alle 6 nella notte tra il venerdì e il sabato e la notte tra il sabato e la domenica, e i giorni festivi infrasettimanali”.
Una mazzata ai locali notturni più o meno rumorosi, che si vedono improvvisamente rivoluzionare i piani per l’estate, rinunciando a una fetta importante di pubblico. E non convince del tutto la spiegazione dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli che parla della ricerca di “un equilibrio tra la socialità e il divertimento, la quiete e salute dei residenti, la libera attività economica di commercianti e imprenditori”, perché se è vero che i milanesi dormiranno probabilmente sonni più silenziosi quest’estate, non è detto che li vivano più tranquilli. Quello che pare che non si sia ancora capito, infatti, è che la socialità e la presenza di persone – anche e soprattutto nelle ore notturne – se gestita in maniera adeguata e contenuta, porta sicurezza, luce, vita, comunità. Al contrario di quello che fa il silenziosissimo isolamento.
Quindi sì, per quanto le ordinanze comunali di Torino e Milano possano partire da presupposti sensati, la sensazione è che sembrino – in particolare quella meneghina – eccessivamente repressive: a sensazione, il compromesso vero sarebbe riuscire a garantire una vita notturna vivace e diffusa, gestendola dal punto di vista dell’ordine pubblico.