L’apertura di Torino che non sapevate di stare aspettando è Bao Lab, ghost kitchen con tutte le premesse dell’hype che aprirà le serrande a fine aprile. Se siete stati da Razzo, probabilmente il miglior ristorante per godere di una cucina rock e creativa sotto la Mole a una cifra contenuta, converrete con me: il progetto è di Davide Di Stefano (insieme a un altro imprenditore, Paolo Toffoletto: potreste conoscerlo per La Casa delle Lampadine, ma è anche sommelier, nonché fanatico della cucina cinese) e Nicolò Giugni ha ideato il menu, che condividiamo in anteprima con voi.
Il cuore della proposta è il gua bao, il soffice paninetto al vapore tipico del Fujian. Sarà dolce, salato, classico, gastrofighetto, nelle inevitabili versioni piemontesizzate e pure in carrozza, decisamente contemporaneo e intriso di tecnica, quantomai sfizioso, studiatissimo. Lo troveremo affiancato da fritti e mochi, i tradizionali dolcetti giapponesi di riso glutinoso che da Bao Lab saranno farciti con polpo e lardo anziché con pollo teriyaki, in alternativa alla crema pasticciera allo yuzu o a mango, latte di cocco e pistacchio. La mano (o per meglio dire la testa) di Giugni è evidente già dalle voci del menu, che in molti casi ricordano o addirittura replicano piatti caratterizzanti della carta di Razzo (su tutti il wagyu tonnato e la trippa con fontina). Piatti veri e propri dunque, più che semplici “ripieni”, che nel gua bao fanno presagire grandi giochi di intensità, commistioni gastronomiche e consistenze.
Si potrà ordinare direttamente dal sito web della ghost kitchen, su Glovo, oppure ritirare da asporto, scegliendo “à la carte” (ogni pezzo costerà tra i 3 e i 6 euro) oppure optando per la formula menu da 15,90 euro (con tre bao, un fritto o un mochi a scelta e una bibita). In accompagnamento, le birre artigianali di Edit e i sakè Junmai. Bao Lab sarà al Quadrilatero, in via Barbaroux 28, e farà delivery in tutta la città.
Paolo Toffoletto e Davide Di Stefano probabilmente non si fermeranno alla ghost kitchen, con i suoi accattivanti packaging a domicilio e le lattine craft personalizzate: il loro “laboratorio dedicato all’arte del vapore” viene annunciato come un “progetto in divenire”, con la volontà di estendersi all’esperienza fisica e di creare nuove partnership. Un punto di partenza insomma.