Stigghiòla, pane con la milza, quarume, interiora e frattaglie in genere: perché Antichi sapori palermitani è un riferimento assoluto per lo street food di Palermo, attraverso la nostra recensione.
In principio era manciàri, cioè cibo, nemmeno cibo di strada, poi tutto a un tratto, dopo aver ricevuto attenzione da parte di giornalisti da tutto il mondo il loro orgoglio per l’arte che perpetravano, persino gli ambulanti palermitani si sono messi a parlare di Street Food.
Sapete, spesso in Sicilia non si riesce a essere orgogliosi del proprio mestiere se non dopo una spinta da parte di osservatori esteri; ha anche senso, dato che in questo caso si parla di cibo semplice, quotidiano, che il palermitano assume ogni giorno, dal Medioevo in poi.
Io non sono palermitano, adoro il quinto quarto e il cibo di strada e quando vado a Palermo la prima cosa che mi viene in mente non sono le strade strabordanti di architettura, lo splendido orto botanico, le affascinanti catacombe dei Cappuccini, ma il cibo di strada che andrò a consumare. Più forte di me.
Spesso chi prepara cibo di strada è dedicato a un paio di preparazioni o solo una: si trovano botteghini che preparano pane con la meusa (mìavusa se volete sentirvi più palermitani), altri specializzati in pane e panelle, chi fa stigghiòla e piccole osterie che sembrano bucare gli schermi di Ciprì e Maresco che preparano il caldume (in dialetto quarume, trippa di vitello cotta con un brodo di verdure che nelle versioni più autentiche contempla anche l’intestino e l’utero).
Da anni chiedo sempre ai miei amici ‘di panza’ palermitani quali siano i posti migliori per mangiare il cibo di strada e ho raccolto un mio piccolo database personale. Sono dell’idea di chiedere sempre ai locals le indicazioni per i posti più veraci, poco conosciuti e autentici, ma quello che secondo me è il tempio, il regno indiscusso del quinto quarto e del cibo di strada l’ho trovato da solo: avevo scoperto Antichi Sapori Palermitani.
Antichi Sapori Palermitani, la scoperta.
Stavo per uscire da Palermo insieme a un amico birraio, reduci da una serata in compagnia di publicans e birrai siciliani, avevamo fatto tardi e il nostro stato psicofisico non era dei migliori mentre incrociavamo il civico 683 di Via Messina Marine, noto una insegna che recita ‘Antichi Sapori Palermitani – Osteria di Frattaglie e, nella maniera più naturale possibile, guardo in faccia il mio compagno di viaggio, che condivide la mia stessa passione per cibo di strada e interiore, ed esclamo “tiro il freno a mano!”. Il freno a mano lo tirai davvero e via di inversione a 180 gradi per andare a esplorare il luogo appena scoperto.
Antichi Sapori Palermitani è un posto piccolo, un buco con più della metà dello spazio occupato dalle postazioni per cucinare e per esporre le pietanze già pronte e in quel che resta della superficie del locale si consuma, appoggiati a mensole alte dove si mangia rigorosamente in piedi. Già mi piaceva, ma quello che mi ha fatto innamorare è la pentola del quarume, l’esposizione di mussu e carcagnola (cartilagini di zampa e muso di vitello, che si mangiano freddi in insalata), di cervella bollite, ma anche di cose più umane e noiose come caponata, insalata di pomodoro e altri cibi da deboli di cuore.
Ordino subito una quarume e davanti a me si palesa una scena paradisiaca: le interiora vengono prelevate intere dalla pentola tramite dei ganci e vengono tagliate al momento per comporre il piatto. Si è raggiunto l’idillio quando, alla mia richiesta di informazioni su un pezzo che non conoscevo, mi sento rispondere, con un sorriso e un certo tono di autocompiacimento ‘Questo è l’intestino piccolo, è un gioiello’.
Ha tutta la ragione del mondo, un pezzo di interiora fantastico, con un leggero retrogusto di formaggio conferito dal latte cagliato al suo interno, forte e intenso ma delicato nelle sue sfumature al tempo stesso. La porzione è abbondante, gustosa e servita a prezzi che fanno sorridere i non autoctoni (si parte da 2-3 euro per un piatto piccolo a un massimo di 5 euro per un piatto formato famiglia).
Cosa si mangia, i prezzi
Nel corso degli anni sono tornato tante volte: è diventato il mio luogo di riferimento a Palermo. La loro quarume è imbattibile, sfido a trovarne una migliore a Palermo ed è contornata da tutto il restante cibo di strada della tradizione: sono di casa stigghiòla, pane con la milza, porchetta fatta in casa, fegato in agrodolce, sarde a beccafico oltre a quanto già citato e a specialità stagionali come i cardi fritti o bolliti durante il periodo invernale.
I prezzi variano dai 2 ai 3-4 euro a portata; un rapporto tra la qualità e quanto pagato irraggiungibile, che io vedo più nell’ottica di un biglietto per il paradiso non è mai costato così poco. Oltre al valore organolettico dei piatti, è di rilevanza il valore storico, in quanto consumando questo cibo è possibile vivere un flashback in prima persona che ci porta a viaggiare tra antichi buffettieri, cibi di recupero e luoghi che accomunano persone di diverse origini, geografiche e sociali. E forse è questo quello che mi fa amare di più il cibo di strada.
Informazioni
Antichi Sapori Palermitani
Indirizzo: Via Messina Marine, 683, Palermo PA
Orari di apertura: 8 – 20 (sempre aperto, chiusura per Ferragosto e Natale)
Tipo di cucina: Cibo di strada
Ambiente: informale
Servizio: col sorriso