Anikò, noi a Napoli, diciamo “Tuttecccose”. Insomma “tutte le cose” e, del resto, nella mente di Moreno Cedroni questo spazio inconsueto e originalissimo oggi, come vent’anni fa quando nacque, rappresenta appunto un luogo da esplorare in tutte le sue declinazioni. Chiosco nel cuore della pedonale piazza Saffi di Senigallia, Anikò è ottimo per un aperitivo, per un light lunch (solo nel weekend), un light dinner, ma a ben vedere nemmeno poi tanto light. Un posto easy peasy dove però scorre parte del genio di Cedroni, indubbio innovatore della cucina di pesce italiana.
E tutto questo a Senigallia, cittadina elegante e attraversata di certo dal turismo, ma non proprio Manhattan, non si amareggeranno gli amici marchigiani. A distanza di vent’anni dalla fondazione, ci siamo chiesti quale sia lo stato di salute di Anikò.
Anikò: location, menu, prezzi e servizio del gioiellino di Cedroni
Immediatezza, divertimento, ma anche una certa eleganza: Anikò piaceva e piace. Forerunner nei primi anni 2000, ancora adesso ja sfanga! Dà l’idea di vacanza al mare, ma dai dettagli appare subito un passo diverso.
L’ambiente è semplice, quasi minimo, ma risulta giovane e accattivante. Tek, acciaio, cristallo compongono quella che sembra un po’ un vagone ferroviario un po’ una plancia di una vecchia barca di lusso. I tavoli e le sedie sono minimal e quasi da baretto.
Il menu è raccolto e un po’ enfatico nelle dizioni: i piatti sono la versione solida del desiderio, il dessert è versione dolce del desiderio. Anche meno, Moreno! Direbbero i giovani, noi tanto giovani non siamo più, ma un eyeroll lo dedichiamo a questo menu un attimo pomposo negli intenti. Ma molto focused nella sostanza, diremmo e diciamo.
Poche proposte, originali e tutte molto invitanti.
Accettiamo il suggerimento dello chef, di pirsona pirsonalmente: era al locale per delle foto, la versione a colori del desiderio?
Cedroni suggerisce molte cose, tra cui l’Happy Toast uno dei signature di Anikò, su questo desistiamo, ma accettiamo la proposta del Fish and Chips, delle polpettine e delle Capesante fritte. Non possiamo mancare anche l’appuntamento con i nigiri, il famoso susci così dirompente da essere entrato perfino in una serie Rai degli anni 2000, Capri.
I prezzi oscillano tra i i 15 € delle polpettine di gamberi con curcuma e i 25 del Fish and Chips di spigola e delle capesante fritte.
“Moreno, di qui e Moreno di là”, annuncia entusiasta e decisamente troppo prossemico il personale. Scansonato e che dà del tu allo Chef – che poi onestamente ben esisteranno clienti occasionali che ignorino chi cribbio sia l’amico Moreno -, il servizio ha comunque un atout da stellato e anche un briciolo di spocchia, che risulta inutile e affettata. Appare fintamente empatico, o almeno così l’abbiamo percepito.
I piatti di Cedroni da Anikò, beverage e conto
I Nigiri dello chef, uno dei piatti che hanno ridefinito la cucina di pesce in Italia: il famoso susci. Nato per provocazione nei primi anni duemila questo signature sempre diverso ma uguale a se stesso, guarda alle tecniche giapponesi di cottura e presentazione del pesce, utilizzando ingredienti tipici della nostra cultura mediterranea. Il risultato è visivamente inappuntabile, molto stimolante al palato ma ostico da portare alla bocca, soprattutto con le simpatiche pinze bacchettine proposte non certo senza sussiego dagli amiconi di Moreno, ops Cedroni! Qualità del pescato da applausi.
Le polpettine di gamberi con curcuma e salsa speziata sono rotonde, morbide ma non eccessivamente scioglievoli. Ciliegie esotiche. Fortuna che sono in numero congruo, se ne potrebbe abusare.
Il Fish and Chips che caldeggiava l’ottimo Chef, il più nominato della terra, in vano e a propostito, andava provato: per amore della gnosi ci siamo piegati. Bombastic Spigola effect! Ma è lo zig (super mega cit) della mostarda di mandarino a conquistare del tutto.
Buone e divertenti nella presentazione le capesante fritte: non le ricordiamo come il nodo gordiano della serata.
Però, che serata! Tra bolle con lo Chef che ti racconta del suo entusiasmo, dei suoi mille e uno progetti, della sua storia, una delle sue bibite analcoliche, un altro calice rosé perché la carta dei vini andava saggiata meglio, e la Rotonda sul mare lontana quanto basta da poter dire, meh!
Una cosa divertente che rifarei anche domani, lo diceva anche David Foster Wallace.
Opinione
Anikò di Moreno Cedroni può sembrare un chioschetto inoffensivo e anche un po’ improvvido. Da oltre vent’anni, invece, è per lo chef cultore del pesce, una piccola amata creatura. Un entry level di lusso – non per i prezzi, ma per la dimensione progettuale – nel mondo di Cedroni. Portate stimolanti e tutte da scoprire, ottime per la condivisione per un aperitivo o un light dinner di altissimo profilo. Servizio un po’ spocchioso e hipsteriano, fuori contesto per la normale piacevolezza marchigiana e anche per la scanzonata immediatezza della comunicazione di Cedroni in persona.
Offerta beverage interessante e con prezzi più che ragionevoli.
PRO
- materie prime interessantissime
- prezzi coerenti con l'ambiente molto easy
- cantina stimolante e con buona scelta al calice
- simpatiche le bibite pensate da Cedroni
CONTRO
- servizio so tutto io, altezzoso e poco coerente con atmosfera del luogo