Siamo stati da Al Timon Bragozzo, uno dei bacari più amati e frequentati di Venezia, per raccontarvi in una recensione l’atmosfera di un classico luogo di cicheti in città. Merita il successo che ha?
Orientarsi nelle decine di proposte lagunari non è facile, tanto più che accanto ai nomi storici della ristorazione, negli ultimi anni sono spuntati bacari ovunque, con sorti non sempre felici. Parallelamente, visto che il fenomeno del bacaro-tour (tradotto: un giro comprendente più soste in locali diversi, in cui si assaggiano cicheti accompagnati da un calice di vino o da uno spritz) è ormai diventato un percorso turistico di massa al pari di quello che vede la successione “Rialto-San Marco-Palazzo Ducale-Ponte dei Sospiri”, abbiamo pensato che fosse utile avere una guida per poter scegliere evitando delusioni e per poter alternare bacari storici e imprescindibili a proposte più recenti.
La Fondamenta della Misericordia e la successiva, quella degli Ormesini, sono tra le zone più suggestive di Venezia. Il perché è presto detto: arrivando dal caos della stazione ferroviaria e superate le comitive con annessa guida dotata di bandierina anti-smarrimento, una volta attraversato anche il ghetto, si apre davanti a voi un lungo tratto che costeggia un canale. Il passo rallenta, si respirano tranquillità e quell’indolenza piacevole che prelude ad aperitivi che diventano cene che diventano dopocena. Per dovere di cronaca, dobbiamo dirvi che fino a qualche anno fa era ancora meglio: pochi locali, poca gente e la resistenza di negozi cittadini e attività commerciali veneziane. Ora bar-bacari-ristoranti si susseguono uno dietro l’altro, il pubblico è aumentato e il fascino è leggermente sbiadito. Resta tuttavia una delle zone preferite dagli studenti universitari che affollano la riva con il bicchiere in mano e le chiacchiere sul piano di studi che riempiono l’aria. Il primo locale che incontrate sulla destra arrivando dal Ghetto è appunto il Timon, un punto di riferimento lungo la fondamenta.
Ambiente e servizio
Il particolare che rende riconoscibile e amato Al Timon Bragozzo è il barcone ormeggiato direttamente sulla riva: prima ancora di entrare si punta al posto sul barcone, che è certamente più fascinoso dei tavolini lungo la fondamenta e dei posti all’interno.
In ogni caso, non disperate: se fuori non trovate posto, l’interno è accogliente e abbastanza ampio (per essere un bacaro e per gli standard veneziani), con molto legno, pareti con mattoni “a vista” e arredi che richiamano il nome marinaresco.
Una lavagna nera riporta i prezzi dei vini (al calice: si va dai 3,5 euro ai 7) ma è il bancone con i cicchetti a rubare la scena.
Un cartellino recita eloquentemente “sì cicheti no tapas”, come ad ammonire in via preventiva: siamo a Venezia e non a Barcellona. Mettetevi in fila e preparatevi ad ordinare. Il servizio è rapido e cortese: di fronte alle richieste di delucidazioni sui vari tipi di cicheti, le risposte arrivano precise e puntuali.
Cicheti di Al Timon
Una precisazione doverosa: chi scrive ha frequentato il Timon quando non era ancora troppo affollato, quando era più ruspante e quando era meno “di moda” (sì, siamo nel momento amarcord e “una volta qui era tutta campagna”). Non stiamo parlando di gentrificazione, il nostro sguardo è gastronomico: più semplicemente in passato si percepiva la sensazione di una preparazione più curata. Più abbondanti gli ingredienti, di qualità secondo noi migliore e con un estro maggiore negli accostamenti. Il prezzo, bisogna dirlo, resta imbattibile: 1 euro l’uno, dove altrove si arriva ai 2,50 euro.
Insomma l’offerta è ancora una di quelle di valore (ma non possiamo esimerci dal confronto con il passato) e la varietà di scelta è notevole: posto che, accanto al pantheon degli intoccabili (uovo e acciuga, baccalà, sarde in saor, nervetti, polpette, mozzarella in carozza) il cicheto perfetto è una somma di addendi che prevede pane più pesce/carne-affettato/formaggio più verdura, cui i più estrosi aggiungono frutta secca e un elemento cremoso, qui Al Timon Bragozzo sappiate che dalla semplicità del baccalà mantecato (vero e proprio must delle papille gustative del pellegrino dei bacari), passando per l’accostamento formaggio-verdura o frutta secca (brie e pomodoro secco, gorgonzola e noci) si arriva ad affettati e verdure o pesce e verdure, magari con una salsa cremosa a regalare armonia al boccone.
Tra gli altri, abbiamo assaggiato il baccalà mantecato e un accostamento ardito: prosciutto affumicato e ananas. Sul primo, nulla da dire: baccalà morbido e dolce (peccato per il pane leggermente gommoso: immaginiamo dovuto alle prime umidità estive), mentre sul secondo, qualche riserva ci rimane. L’acidulo fresco in coppia con l’affettato ci sta, ma il dubbio che il compito possa essere egregiamente svolto dall’ananas ci ha reso un po’ scettici.
Al Timon Bragozzo non è solo bacaro: accanto ai cicheti, dalla cucina escono, tra le altre proposte, enormi taglieri di carne accompagnati da verdure e patate. Il consiglio, tuttavia, resta quello di scegliere la vostra antologia personale di cicheti, un’ombra (di vino) e guadagnarvi il barcone: la vostra estate veneziana sarà memorabile.
In conclusione, per tirare le fila, se vi state domandando se anche il Timon abbia subito quella perdita di fascino delle dive che hanno superato la loro fase di gloria assoluta, vi rispondiamo che sì, secondo noi, il livello non è più lo stesso di un tempo. Resta in ogni caso una delle tappe da inserire in tour di bacari, visto che l’atmosfera ha davvero pochi rivali.
Informazioni
Al Timon
Indirizzo: Cannaregio 2754, Fondamenta degli Ormesini
Numero di telefono: 041 5246066
Orari di apertura: dal giovedì al martedì 18,00 – 01,00. Mercoledì chiuso
Sito Web: http://www.altimon.it/
Tipo di cucina: tradizionale bacaro veneziano, con cucina
Ambiente: informale
Servizio: rapido e cordiale
Voto: 3.5/5