Lo stato di emergenza Covid cesserà il 31 marzo 2022, l’addio alle restrizioni e agli obblighi introdotti in questi due anni di pandemia sarà lento e graduale, ma sicuro. Stop a green pass e mascherine, nessuna restrizione più per ristoranti e bar, per bere negli hotel e per mangiare al cinema.
Alcune misure sono già state tolte, come il divieto di consumare cibo e bevande nei cinema, nei teatri e negli stadi: dal 10 marzo 2022 di nuovo popcorn libero davanti al grande schermo.
Ma domani, giovedì 17 marzo, ci sarà un Consiglio dei Ministri che metterà sul tavolo la roadmap, o cronoprogramma, per alleggerire o abolire le restrizioni, una alla volta. Lo ha confermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il Question Time alla Camera: “Grazie al green pass abbiamo evitato chiusure come invece accaduto in altri paesi. Domani ci sarà il Cdm che definirà un cronoprogramma di accompagnamento di uscita dallo stato di emergenza che non verrà rinnovato”, ha dichiarato Speranza.
Quindi la prima notizia è che il 31 marzo lo stato di emergenza, di volta in volta prorogato negli ultimi due anni, non verrà rinnovato.E questa decisione, annunciata per la prima volta il 23 febbraio alla vigilia della guerra mossa dalla Russia all’Ucraina, resta ferma anche se i casi stanno tornando leggermente a salire nelle ultime due settimane, senza perartro impattare sui posti letto e terapie intensive.
Ma quali sono le altre misure che si prevedono in uscita, e quali i tempi? Vediamo le idee di cui si sta discutendo in questi giorni, e un possibile calendario di ritorno alla normalità, soprattutto per quanto riguarda bar, ristoranti e altri locali: dal punto di vista dei clienti ma anche per chi ci lavora.
Dal 1 aprile
Non ci sarà più obbligo di green pass all’aperto per bar, ristoranti e locali in generale. Dovrebbe cadere inoltre il green pass rafforzato anche al chiuso nei luoghi della ristorazione (oltre che sui mezzi di trasporto pubblico locale, aerei treni e navi, negozi e uffici).
Via il green pass rafforzato anche per alberghi e strutture ricettive in generale, per rilanciare il turismo. E cade l’obbligo di certificazione verde anche per sagre e fiere, spettacoli e feste all’aperto. Anche le discoteche all’aperto potranno lavorare a capienza piena.
Inoltre, il super green pass potrebbe non essere più richiesto agli over 50 sul luogo di lavoro, tornerebbe in auge il green pass base: e questo impatta non sui clienti ma sui lavoratori della ristorazione.
Infine, a livello generale: allentamento delle complicate regole della quarantena a scuola, capienza 100% degli impianti sportivi, scioglimento del Cts (Comitato tecnico scientifico), restano come consulenti del governo il presidente Franco Locatelli e il portavoce Silvio Brusaferro. Salutiamo inoltre la divisione delle regioni in colori: non ci mancherà.
Dal 1 maggio
Addio al green pass anche al chiuso. Su questo permane qualche dubbio: se il 1 aprile verrà tolto il super green pass al chiuso, è possibile che il 1 maggio venga resa non necessaria anche la certificazione verde base; in caso contrario tutto slitterebbe di uno step. Interessati bar e ristoranti, mense e catering (oltre che cinema, teatri, concerti, eventi sportivi, studentati universitari, centri benessere, sport e spogliatoi, convegni e congressi, corsi di formazione, centri culturali e concorsi pubblici).
Iniziano ad allentarsi gli obblighi sulle mascherine, l’ultimo baluardo della pandemia: via le Ffp2 ai concerti e negli stadi
Dal 1 giugno
Discoteche al chiuso a piena capienza, finalmente. Non vengono aboliti tutti i protocolli di sicurezza. Addio all’obbligo di indossare le Ffp2 al chiuso per i mezzi del trasporto pubblico locale, per funivie, per palestre e altri sport al coperto e per aerei, treni e navi.
Dal 15 giugno
Niente più obbligo vaccinale per le categorie speciali che lo avevano (medici, infermieri, operatori delle Rsa, insegnanti e personale della scuola, difesa, sicurezza, soccorso pubblico, polizia locale, servizi segreti e polizia penitenziaria). Sulle mascherine chirurgiche, infine, nulla ancora si sa o si dice: resterà per ora obbligatorio indossarle nei luoghi chiusi che non siano abitazioni private.