Siamo appena tornati al ristorante di Accursio Craparo a Modica (RG), una stella per la Guida Michelin. La nostra recensione.
Ve lo dico subito, senza tergiversare, perché se siete tra gli sgamati che fissano il proprio viaggio in Sicilia orientale a settembre avete bisogno di responsi risoluti, l’occhio vigile sul budget gastronomico che avete stabilito per colazioni, pranzi e cene: la risposta alla vostra domanda è sì.
Sì, vale la pena prenotare da Accursio a Modica, nonostante il menu degustazione costi tra i 90 e i 130 euro (5 portate 90 euro, 8 portate 115 euro oppure 10 portate a 130 euro; lievemente esoso per una stella Michelin, come si dice, e a quanto vedo i prezzi sono lievitati dall’ultima visita di Dissapore).
Impiattamenti da cartolina, saturi di colore come solo la cucina della Sicilia, soffitti a volta e sala curata in ogni dettaglio, al punto da rendere ogni tavolo un ambiente a sé come ci si aspetta, senza pretenderlo, da posti del genere.
Una cucina creativa diretta, che parla agli occhi e alla pancia, talvolta piaciona, furbetta, per la felicità della tavolata di americani accanto, la guida Michelin in borsa e gli urletti entusiastici quando viene scoperchiata la scatola degli stuzzichini (pane cunzatu rivisitato, chips di riso e mandorle speziate) e scoperta così la stella marina di gamberi.
Il menu degustazione di Accursio Ristorante, Modica
Siamo ovviamente agli amuse bouche e i turisti non sono una metafora: hanno accompagnato tutta la mia serata modicana e per dare un senso alla loro (rumorosa) presenza ho deciso di osservare le loro reazioni ai piatti, partendo dall’arrogante, ignobile presupposto di sapere già che cosa avrebbero apprezzato di più.
Amano, ad esempio, la “Melanzana”, l’ortaggio ricreato (uffa) con pane acido, ripieno di caponata in agrodolce.
Ho già capito: divido in metà un foglio invisibile: da una parte l'”effetto wow”, dall’altra il virtuosismo gastronomico che prescinde dall’estetica. Magari chissà, in qualche caso coincidono.
Fuori categoria il feticcio: il calco della mano dello chef Accurisio Craparo che mi porge un’arancino zafferano limone e ricotta (e con esso una banale figura retorica). Accanto, la comfort zuppetta con uovo, pomodoro e basilico. Mi fa ricordare perché sono qui, mentre spero ci sia di più dietro il..sipario.
Dimenticherò tutto, infatti, alla Tartare di coniglio con peperoni arrosto e gelato di fiori di cappero, rivisitazione, se ancora così si può chiamare, del coniglio alla stimpirata modicano. Qui si fa una riduzione con il sugo del piatto tipico e con quello si condisce il coniglio, crudo, aggiungendo poi un concentrato di peperone arrosto in agrodolce. Poi cappero fritto, polvere di olive.
Fusion siculo-orientaleggiante, intenso e fresco, perfettamente amalgamato: sicuramente il piatto più ardito della serata. Nonostante l’azzardo risulta più godereccio del gelato di ricci con anguria e pomodoro (che piacerebbe a chiunque, credo), finanche più scenico del “Mare – insalata di mare e ortaggi“, nuovo ingresso di Accursio, che leggo essere la versione estiva della sua Gelatina di maiale.
In questo caso il gel è ottenuto con acqua di pomodoro; sotto gamberi, seppie, tonno crudo, salsa di pesce e succo di astice. Insieme mi viene servita l’Ostrica Tonic, cocktail di acqua tonica, essenza di bergamotto, spuma di mandorle e gin in cui nuota un’ostrica, per l’appunto.
La Spremuta di Sicilia è un gaudente trait d’union tra mari e monti: una pasta con bottarga di tonno, colatura di alici, emulsione della stessa colatura, pesto di finocchietto e pane tostato. Nonostante l’impiattamento paia ricalcato su quello di uno dei piatti iconici di Pino Cuttaia (un omaggio?), riesce a risultare un marchio di fabbrica di Accursio, noto per prediligere i sapori di terra.
Seguono i Trucioli di Pasta, il primo affumicatato nei trucioli di ulivo con acqua di formaggio Ragusano, pomodori, capperi, polvere di menta disidratata, caffè e miele al mandarino.
A quanto pare mi spettano due primi e tre secondi in questo menu “Punti e appunti“, compreso il “Baco da seta” (involtino di scampo con tenerumi e pinoli) un fuori carta riuscitissimo, che è un piccione pistacchio, tenerumi*, caffè e imperatoria, condito con lampone e rapa rossa, e il Pane e Cipolla agrodolce e speziatissimo, preludio al dolce perfetto.
* I tenerumi sono le foglie e i germogli della Lagenaria Longissima, la “zucca serpente”, diffusa prevalentemente in Sicilia; gli chef siculi sembrano andarne particolarmente tronfi.
Per la verità l’intermezzo pre-dessert è un marchio di fabbrica di Accursio, l’uovo-non-uovo-effetto-wow alla coque, che è un gelo di ricotta con passion fruit che ti “sali” da te con sesamo nero e mandorle al posto di pepe e sale. Insomma, un bel giochino.
In sostanza, una cucina manierista, con qualche cenno espressionista qui e là, su cui forse si potrebbe incidere di più. La tartare di coniglio è la prova che lo chef può uscire dagli schemi del suo barocchissimo percorso degustazione e imprimere piatti memorabili, e la conferma di ciò arriva all'”Humus” (gelato al tartufo e sandalo, cioccolato e spezie), pacatamente ardito.
Informazioni
Accursio Ristorante
Indirizzo: Via Grimaldi 41, Modica (RG)
Sito: accursioristorante.it
Orari di apertura: Chiuso la domenica a pranzo e tutto il lunedì
Tipo di cucina: fine dining
Ambiente: elegante, molto ricercato
Servizio: attento e preparato