Non sono bastati il cielo plumbeo e la pioggia a rovinare la festa degli chef: ieri sera nel delizioso borghetto di Atxondo, in fronte al ristorante Asador Etxerbarri di Victor Arguinzoniz (sesto per la classifica).
C’erano non tutti ma tanti dei cuochi del mondo, almeno quelli che orbitano attorno alla classifica World’s 50 Best (quindi: pochi francesi) che va in scena questa sera a Bilbao.
Sotto i tendoni e le lucine della “Chefs Feast”, tra cameriere con costumi tradizionali baschi e dimostrazioni di taglialegna, tra mucche dalle chiappe enormi e balle di fieno, è andato in scena un evento un po’ alla Serbelloni Mazzanti vien dal Mare –moooolto radical chic, avrebbe commentato il defunto Tom Wolfe– ma che ha dimostrato ancora una volta la capacità attrattiva della classifica.
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Chi c’era?
Mi sembra di aver visto tutti quelli che ci si aspettava. Italiani: già in pulmino ecco Niko Romito (43mo con il Reale) e Enrico Crippa (15mo con Piazza Duomo), poi arrivano Massimo Bottura (secondo con la Francescana) con sua moglie Lara Gilmore e Max Alajmo (29mo con le Calandre) e la situazione sembra sotto controllo: nessuna sorpresa rispetto all’anno passato.
La serata si anima ed ecco i Roca (terzi con El Celler), Albert Adrià (25mo con Tickets), Virgilio Martinez (quinto con il Central), Daniel Humm e Will Guidara (primi con L’Eleven Madison Park), Gaggan Anand (settimo con Gaggan) e via così. Atmosfera fraterna, chiacchiere, abbracci.
Si percepisce tensione? Un po’.
I più rilassati –apparentemente– sono Guidara-Humm, la coppia d’oro dell’Eleven Madison Park: gente cui è capitato di far ballare nel locale fino alle tre di notte, chiamare il tappezziere alle 5 di mattina, rifoderare i divanetti e riaprire alle 12 come se nulla fosse stato; non si stressano certo per un premio.
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Noblesse oblige da numeri uno.
Mauro Colagreco è in massima forma, sprizza allegria: saranno vere le voci che lo danno in ascesa?
Martinez si fa i fatti propri con la sua aria malinconica: saranno vere le voci che lo danno in discesa? (ma poi: con tutti i bei progetti che ha, glie ne importerà qualcosa?).
Gaggan, numero uno della 50 Best Asia, se la gode: del resto detiene il primato nel suo continente.
Alajmo con la sua aria da eterno ragazzone è super easy, Crippa è concentrato come gli capita 365 giorni l’anno e Bottura meno esplosivo del solito: sarà tensione o la stanchezza dell’italiano che verosimilmente prende più aerei al mondo dopo Marchionne (che peraltro non è italiano)?
“Se rivince Massimo faccio come la Ferilli fece per lo scudetto”, scherza Eleonora Cozzella, giornalista di Repubblica e coordinatrice del panel dei 39 votanti italiani. Che lei sceglie rispettando un manuale più bilanciato del Cencelli –un terzo di cuochi, un terzo di gastronomi “di chiara fama”, un terzo di giornalisti, metà donne e metà uomini, un terzo dal nord, un terzo dal centro, un terzo dal sud, un terzo rinnovato ogni anno– e che possono ognuno votare dieci locali, 5 o 6 in Italia, 4 o 5 all’estero.
“Loro votano direttamente su una piattaforma online, io non so cosa votino così come non lo sanno i miei pari degli altri paesi. Anzi, avendo un advisor esterno, se c’è un’anomalia –ad esempio qualche concentrazione di voti sospetta– vengono presi provvedimenti.”
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È un modo per rispondere a chi critica “l’algoritmo” o lo pensa in mano agli sponsor. Che invece sembrano avere poco controllo: sia Lavazza che Ferrari questa sera consegneranno premi speciali –al locale che ha scalato più posizioni, alla miglior accoglienza– e confermano di non sapere a chi lo daranno.
Ci sentiamo stasera, per vedere chi è il nuovo campione del mondo.
Forza Bottura, senza paura.