Ci siamo. Quasi. Qui a Bilbao il cielo è grigio e gli aerei arrivano alla spicciolata a causa di agitazioni sindacali: ieri un tot di voli cancellati, oggi un altro po’ (sul mio volo c’era lo chef Enrico Crippa con il fido sommelier Vincenzo Donatiello che erano attesi per ieri).
Ma tutti stanno giungendo. Almeno tutti quelli ci devono essere, vista la delusione di non trovare italiani nella classifica dal cinquantunesimo posto al centesimo.
Di cosa sto parlando?
[50 Best restaurant 2018: i ristoranti migliori del mondo, da 100 a 51]
Ma di The World’s 50 Best Restaurants 2018, il ranking che dal 2012 mette uno dopo l’altro i ristoranti planetari, quello che ha contribuito in maniera determinante al successo globale di Ferran Adrià, di René Redzepi, dei fratelli Roca, di Massimo Bottura (con un piccolo margine di libertà dalle stelle Michelin: Redzepi, per dire, non ha mai superato le due).
Domani sera alle 20.30 all’Euskalduna Jauregia di Bilbao finalmente si saprà la verità dopo tanti rumors.
Come sa chi legge Dissapore, io scommetto su un ritorno in testa del Grande Modenese, per la gioia mia, dell’italiano popolo e dei suoi storici supporter come Lavazza.
[Il Buonappetito: e se Bottura tornasse primo nella Fifty Best 2018?]
Tuttavia c’è chi immagina addirittura una vittoria di Mauro Colagreco col Mirazur di Mentone, attualmente quarto: “Colagreco per le sue origini e la sua storia farebbe felici tutti, italiani, francesi e sudamericani”.
Altri commentano “poi se la premiazione la fanno in Spagna non possono vincere i Roca, sarebbe sconveniente”.
Ma che c’entra “fare felici” o “esser sconvenienti” con una classifica? Non si dovrebbe giudicare come si mangia e come si sta (e come si beve) nel locale?
Anime candide: mangiare, stare e bere bene contano, ma anche le relazioni fanno la loro parte. È così che va il mondo (gastronomico), bellezza.
Per conto mio questa sera tenterò di intrufolarmi alla celebre Chef’s Feast ad Atxondo, il paese qui vicino dove ha sede il mitico Asador Etxebarri.
Se ci riuscirò, prometto una cronaca dettagliata domani mattina: chi c’è, chi non c’è, chi non c’è e vorrebbe esserci, e chi c’è ma non vorrebbe.
Forza Bottura, senza paura.