Intanto, come si dice: save the date.
Poi potete azzardare previsioni puntando sui favoriti, sugli esclusi, sui promossi che nessuno conosce e sui famosi ahiloro bocciati.
La data da segnare in rosso è quella del 19 giugno, il giorno della World’s 50 Best Restaurants 2018: dopo l’Australia, gli organizzatori hanno portato l’edizione numero 16 della controversa classifica in Spagna, per la precisione al Palacio Euskalduna di Bilbao.
Nata nel 2002 da un’idea della rivista inglese Restaurant Magazine, compilata sulla base del giudizio di oltre 1000 esperti, la World’s 50 Best Restaurant è diventata determinante per i ristoranti d’élite, anche se negli anni la lista di critiche si è allungata tanto da competere con quella dei ristoranti.
Si parte dagli sponsor, il cui peso che non assicura imparzialità di giudizio.
[Massimo Bottura, n.2 nella 50 Best Restaurant 2017]
Inoltre, a contendersi i primi posti sarebbero sempre i soliti noti, per esempio il Noma di Copenhagen, primo per ben cinque delle ultime sei edizioni, o lo spagnolo El Celler de Can Roca, che negli ultimi anni ha vinto due volte.
Aggiungete il disinteresse verso i prezzi, che trasforma la classifica in una lista di ristoranti frequentabili soltanto da chi ha disponibilità economiche illimitata.
Infine i giudici. Che non sono tenuti a produrre ricevute dei ristoranti per dimostrare di esserci andati davvero. Questione che solleva dubbi sull’attendibilità del giudizio, probabilmente influenzato, anche inconsciamente, dalle cena offerte dal ristoratore.
Insomma ce n’è da smorzare gli entusiasmi. Invece, nonostante tutto, il seguito della World’s 50 Best Restaurants aumenta di anno in anno.
[Il Buonappetito: le previsioni di Luca Fox sulla 50 Best Restaurant]
Anche grazie alla macchina comunicativa, che punteggia i giorni precedenti all’evento con una serie di premi minori, incontri sulle tendenze della ristorazione e storie degli chef (come la 50BestTalks che quest’anno si terrà il 17 giugno presso il Basque Culinary Center a San Sebastian).
Tutto, ovviamente, per rendere più elettrica l’attesa.
Ieri, per esempio, è stata anticipata la prima parte della classifica, con le posizioni che vanno dal numero 100 al numero 51.
La classifica 2018
Quattro continenti (Asia, America, Europa, Australia), 23 paesi rappresentati, l’Europa protagonistaa con 24 ristoranti, seguita da America con 16, Asia con 9 e Australia con un ristorante.
Ben 13 le nuove entrate con Spagna, Germania e Stati Uniti che collezionano il numero più alto di novità.
Tra queste, si fa notare il 54esimo posto conquistato dal Sühring di Bangkok, Thailandia: conosciuti come “i gemelli”, Thomas and Mathias Sühring sono responsabili di una cucina organizzata intorno a ricordi d’infanzia, ricette familiari, influenze di viaggio e tradizione europea.
[Essere la 50 Best Restaurants: pregi e difetti]
La new entry più chiassosa, tuttavia, riguarda Enigma, creatura di Albert Adrià, fratello del più noto Ferran.
Aperto nel 2017, è l’ottavo ristorante della premiata ditta Adrà, ne avevamo già parlato per le dichiarazioni dell’ideatore (“Enigma non è tanto El Bulli del 2011, ma ciò che El Bulli sarebbe ora, nel 2017”), e per l’atmosfera del locale: ambientazione futuristica, con tavoli e sedie che sembrano scolpiti dentro blocchi di ghiaccio, codice di ingresso comunicato al cliente al momento della prenotazione online, quando è necessario versare un acconto.
E ancora: sei ambienti separati, 700 metri quadrati di spazio, un menù degustazione di oltre 40 piccole portate, al prezzo di 210 euro circa, bevande escluse. Il tutto, in un tempo totale di circa tre ore. Immaginiamo i giudici stremati dalla fatica.
Veniamo ora alla parte più divertente per noialtri commentatori: sentenziare su chi sale, scende o proprio non c’è.
L’assenza più evidente nella parte di classifica che va da 100 a 51 riguarda, ahinoi, l’Italia.
Se l’anno scorso il ristorane Combal.Zero di Rivoli (TO), guidato dallo chef Davide Scabin, era stato rumorosamente retrocesso, possiamo interpretare le premesse del 2018 in due modi: negativamente, vista l’assenza di locali italiani, o con la speranza di trovarli concentrati nella parte alta della graduatoria.
In questo senso il capitombolo del ristorante di Umberto Bombana non è molto incoraggiante. Nel 2017, lo chef bergamasco trapiantato a Hong Kong era balzato dall’86° al 60° posto. Oggi il 93° brucia decisamente.
Non consola la stessa sorte toccata a grandi nomi stranieri: scende di poco David Chang con il suo Momofuku Ko. Il newyorkese di origini coreane che possiede un impero di ristoranti passa dal numero 58 al 62.
Scendono dal numero 57 al 67 lo scandinavo Magnus Nilsson e il Faviken, anche Pascal Barbot con il parigino Astrance, dal numero 57 al 67.
[50 Best Restaurants 2013: perché El Celler de Can Roca è il ristorante migliore del mondo?]
Sorridono nomi noti come Heston Blumenthal (vincitore l’anno scorso del premio alla carriera) al 74esimo posto con The Fat Duck, aperto oltre 20 anni fa; lo chef basco Martin Berasategui, il cui locale guadagna un posto, e Thomas Keller’s, dal numero 87 all’81 con il raffinato Per Se di New York.
Resta sospesa una domanda: e il Noma? Chiuso all’inizio 2017 e riaperto con qualche intoppo pochi mesi fa, secondo i boatos dell’ultimo minuto indiscrezioni non sarebbe in classifica, proprio a causa dei tempi di apertura, che avrebbero consentito la valutazione.
Che il barbuto Rene Redzepi sia costretto, una volta tanto, a guardare il podio da lontano?
World’s 50 Best Retaurants 2018: da 100 a 51
No.100 Lasai, Rio de Janeiro, Brazil
No.99 Leo, Bogotá, Colombia – NEW ENTRY
No.98 Restaurant 108, Copenhagen, Denmark – NEW ENTRY
No.97 Atelier, Munich, Germany – NEW ENTRY
No.96 Diverxo, Madrid, Spain
No.95 Enigma, Barcelona, Spain – NEW ENTRY
No.94 Alo, Toronto, Canada – NEW ENTRY
No.93 8 1/2 Otto e Mezzo Bombana, Hong Kong, China
No.92 L’Effervescence, Tokyo, Japan – NEW ENTRY
No.91 SingleThread, Healdsburg, USA – NEW ENTRY and Miele One To Watch 2018
No.90 Indian Accent, New Delhi, India
No.89 The Jane, Antwerp, Belgium
No.88 Nobelhart & Schmutzig, Berlin, Germany – NEW ENTRY
No.87 Maní, São Paulo, Brazil
No.86 The French Laundry, Yountville, USA
No.85 Le Coucou, New York, USA – NEW ENTRY
No.84 St John, London, England
No.83 Estela, New York, USA
No.82 Hedone, London, England
No.81 Per Se, New York, USA
No.80 Lung King Heen, Hong Kong, China
No.79 A Casa do Porco, São Paulo, Brazil – NEW ENTRY
No.78 Mingles, Seoul, Korea
No.77 Elkano, Getaria, Spain – NEW ENTRY
No.76 Martin Berasategui, Lasarte-Oria, Spain
No.75 Belcanto, Lisbon, Portugal
No.74 The Fat Duck, Bray, England
No.73 Aqua, Wolsburg, Germany
No.72 Twins Garden, Moscow, Russia
No.71 Relae, Copenhagen, Denmark
No.70 Selfie, Moscow, Russia
No.69 Chef’s Table at Brooklyn Fare, New York, USA
No.68 Quique Dacosta, Denia, Spain
No.67 Fäviken, Järpen, Sweden
No.66 Vendôme, Bergisch Gladbach, Germany
No.65 Frantzén, Stockholm, Sweden
No.64 Sud777, Mexico City, Mexico
No.63 Hof Van Cleve, Kruishoutem, Belgium
No.62 Momofuku Ko, New York, USA
No.61 Burnt Ends, Singapore
No.60 Tegui, Buenos Aires, Argentina
No.59 Florilège, Tokyo, Japan
No.58 Brae, Birregurra, Australia
No.57 Nerua, Bilbao, Spain
No.56 Amber, Hong Kong, China
No.55 Don Julio, Buenos Aires, Argentina – NEW ENTRY
No.54 Sühring, Bangkok, Thailand – NEW ENTRY
No.53 Benu, San Francisco, USA
No.52 L’Astrance, Paris, France
No.51 De Librije, Zwolle, Netherlands