Si tiene questa sera a Londra la cerimonia di premiazione dei The World’s 50 Best Hotels, il fratello “minore” (meno celebre e meno longevo) della The World’s 50 Best restaurants, la classifica dei migliori ristoranti del mondo. L’universo della 50 Best si allarga pian piano, e dal fine dining (nel cui ambito la classifica delle classifiche è nata nel 2002) ha poi coinvolto i cocktail bar (la The World’s Best Bars c’è dal 2009, e negli anni non ha mancato di dare qualche piccola soddisfazione all’Italia del bere bene nel mondo) e da due anni a questa parte anche il panorama dell’hospitality, con la 50 Best Hotels.
La The World’s 50 Best Hotels
Il lancio di questa nuova classifica nel 2023, sostengono gli organizzatori, “ha segnato un momento fondamentale per gli amanti dei viaggi”, e in effetti non hanno tutti i torti. Se negli anni il potere della The World’s 50 Best Restaurants è stato tale da diventare il nuovo momento sulla scena del fine dining internazionale, è probabile che la stessa cosa accada anche per l’hotellerie, e quelli della 50 Best sembrano non essere gli unici ad essersene accorti, in effetti.
La cerimonia di premiazione, che per il secondo (e probabilmente ultimo anno) si tiene ancora al Guildhall di Londra, nella scorsa edizione ha visto trionfare l’Italia (che almeno in quest’ambito porta a casa un primo posto) con il Passalacqua, splendido albergo a cinque stelle sul lago di Como, il cui ristorante si avvale da qualche mese della consulenza dell’ottima chef Viviana Varese.
Quest’anno gli occhi sono puntati – se tanto dà tanto – sul secondo classificato, il Rosewood di Hong Kong, o sul terzo, il Four Seasons di Bangkok, ma non è detto che non ci siano colpi di scena, e d’altronde è proprio ciò che rende piccanti le classifiche.
Ma cosa c’entra l’hotellerie con il mondo della ristorazione? Moltissimo in realtà, perché pone una questione importantissima. Se la 50 Best Hotels è destinata a diventare una classifica d’importanza pari alla sua sorella maggiore della ristorazione, allora che ruolo avrà il servizio ristorante di un hotel nel renderlo un potenziale candidato a diventare il migliore del mondo?
La ristorazione d’hotel: una storia strana (almeno in Italia)
Nonostante la grande tradizione turistica italiana, la ristorazione d’hotel nel nostro Paese ha una storia strana e controversa. I ristoranti d’albergo abbondano, in effetti, e soprattutto nelle grandi città d’arte (da Roma a Venezia), o nelle località turistiche amate dai vip (la Costiera Amalfitana o le Langhe, per dire) sono anche ottimi esempi di fine dining raffinato. E d’altra parte è un fatto che gli chef più importanti e rinomati si stiano sempre più spesso dirigendo verso gli hotel, loro o di proprietà altrui. Eppure, gli Italiani non hanno mai davvero imparato ad apprezzarli, almeno non come accade nel resto del mondo.
Per un Italiano sarà sempre un po’ strano andare a mangiare nel ristorante di un albergo, oppure prendere un drink nel relativo cocktail bar, nonostante alcuni dei migliori del mondo siano appunto ospitati dagli hotel. Eppure, il pubblico italiano non si abitua all’idea di varcare la soglia di un hotel per mangiare, e questo negli anni ha indubbiamente influenzato la ristorazione d’albergo nel nostro Paese, che è rimasta per lo più relegata nei suoi esempi migliori alle destinazioni turistiche internazionali e a un menu che, di conseguenza, spesso strizza l’occhio ai gusti dei turisti più che alla sperimentazione in senso stretto. Non è una regola ferrea, e le eccezioni sono molte (anzi, sono sempre di più), con tantissimi posti dove mangiare e dormire benissimo sparsi in tutta Italia, ma è pur vero che spesso è quello che accade. Il vento, però, sembra cambiare, indipendentemente dalla volontà e dalle abitudini degli Italiani, che forse non sono più il target di riferimento per questa progettualità. Gli chef vogliono gli alberghi (e hanno ragione) e gli alberghi vogliono gli chef (e ne hanno altrettanta). E, probabilmente, sarà sempre di più così, in quello che sembra a tutti gli effetti essere un trend, anche nella tradizionalissima Italia.
Quindi resta da capire se il pubblico italiano è pronto a cambiare abitudini e a mangiare in albergo, perché è chiaro che, visto il rinnovato interesse del settore per l’hospitality, è lì che si sposteranno sempre più grandi capitali, e dunque anche grandi ristoranti.