Il ritorno sui banchi, i diari da scrivere, le agende già piene, quel maledetto corso di cardiofitness da iniziare.
Qualunque volto abbia il vostro settembre, non siete gli unici a darvi da fare: nei ristoranti è tutto uno stuccare pareti e affinare menù in vista delle nuove aperture.
Che in autunno, tra Torino, Milano e Roma, si contano a decine, tanto da rendere necessaria una guida. Ci siamo focalizzati sui ristoranti, e in particolare sulle aperture imminenti o su chi taglierà il nastro a stretto giro.
TORINO
1- Unforgettable
Christian Mandura, giovane chef con un passato da stellati come Matteo Baronetto e René Redzepi, contribuisce al rinnovamento del volto gastronomico della città sabauda, cui concorrono l’apertura del Mercato Centrale al PalaFuksas, il rinnovo di Porta Palazzo, il nuovo Magorabin e la riapertura di Piano 35. Dal suo “Geranio” di Chieri (TO), Mandura ha puntato al cuore della città attraverso un palazzo del Quattrocento, dietro il santuario della Consolata.
[Il Mercato Centrale e il rinnovo di Porta Palazzo cambieranno la Torino del cibo]
[Piano 35 di Torino: arriva lo chef Marco Sacco]
Unforgettable è la novità assoluta, che promette di essere “indimenticabile” a partire dall’ambiente. Niente tavoli, ma dieci posti a sedere, su sgabelli in pelle bianca di Philippe Starck, in nome della condivisione tra clienti e della vicinanza a chi prepara il cibo. Un percorso di degustazione della durata di due ore, con piatti da mangiare con mani e posate. In carta, caviale e patate, piccione e alloro, un caponet riadattato in forma di snack con foglie di verza “vetrificate” che racchiuderanno il ripieno tradizionale della ricetta tipica piemontese. Visti i posti limitati, si procederà per turni: 3 tra pranzo e cena, con inizio e fine tutti insieme. I prezzi? 70 euro con eventuale, 100 se ci aggiungete il pairing con le bevande, anche in versione analcolica. Se vi assale la nostalgia dei tavoli, sappiate che li potrete ritrovate dopo aver mangiato, negli oltre 200 mq del locale dedicati al caffè e ai cocktail, proposti da Salvatore Romano del Barz8.
Dove: via Lorenzo Valerio, 5/B, Torino
Quando: 8 novembre 2018
Cosa aspettarsi: che anche la cucina sia indimenticabile. La condivisione della cena al bancone lo sarà, ne siamo certi.
2- “Com’era… è”
Lui è Luigi Acciaio, vulcanico pizzaiolo, produttore di pomodori, strenuo difensore della qualità delle materie prime e di criteri di lavorazione secondo le antiche tradizioni: alla questione ha addirittura dedicato un marchio, Pizzeria Gourmet®, e un’associazione, quella della Pizza Napoletana Gourmet.
Titolare a Moncalieri del “Com’era…è”, lo scorso maggio ha aperto Fleg, in via Po a Torino, una rosticceria napoletana specializzata in pizze classiche e fritte, frittelline, arancini, crocchè, timballi di pasta, mozzarelle in carrozza. Ebbene, l’ex Fleg a breve lascerà il posto ad uno spazio gourmet: l’insegna sarà la stessa del locale di Moncalieri, ma la versione torinese del “Com’era… è”. Non sarà una pizzeria, ma uno spazio dedicato allo street food, perlopiù napoletano, con pizze a portafoglio e al metro, panini, e i grandi classici del cibo da strada napoletano.
Dove: via Po 25, Torino
Quando: settembre 2018
Cosa aspettarsi: il pizzaiolo che ha brevettato la pizza cotta in acqua, nella birra e nel sidro, rischia grosso. Se il livello dei panini raggiunge quello delle pizze, si è giocato la carriera di pizzaiolo.
MILANO
3- Niko Romito al Bulgari Hotel
L’avevamo lasciato ad inizio anno, con il suo bistrot “Spazio” a Roma, ai Parioli, e lo ritroviamo a Milano all’interno dell’hotel Bulgari. Un’apertura che segue quelle dei locali di Pechino, Dubai e Shangai, sempre per conto della maison italiana del gruppo LVMH. Nello spazio appena aperto a Milano, in via Fratelli Gabba – tra via Manzoni e Brera – non ci sono i piatti in carta al Reale Casadonna di Castel di Sangro, bensì i grandi classici della tradizione italiana interpretati in modo filologicamente corretto, ma aggiornato.
[Spazio di Niko Romito a Roma: cosa funziona e cosa meno]
Ecco allora il grande antipasto all’italiana, a base di assaggi regionali, seguito da versioni “codificate” della Lasagna, degli Spaghetti e pomodoro, della Costoletta di vitello alla milanese, del Pollo alla diavola con olive e capperi, del Tiramisù e del Pane e cioccolato (2 varietà di grano per il pane e quattro declinazioni per il cioccolato). Ai piatti tradizionali della cucina italiana si sono comunque aggiunte nuove proposte, create in esclusiva, ed un menù degustazione a 110 euro (160 con l’abbinamento vino), che comprende il Tortello di pomodoro con burrata e basilico, il Baccalà, maionese di patate e peperoni e il Manzo al pepe nero.
Dove: Bulgari Hotel Milano, Via Privata Fratelli Gabba 7b, Milano
Quando: già aperto (fine agosto)
Cosa aspettarsi: la cucina tradizionale italiana ci fa sempre sentire a casa. Però, visto che siamo da Bulgari, pretendiamo un confort food firmato. Ed ecco infatti il Brodo Assoluto, uno dei piatti capolavoro di Romito.
4- Alajmo in Corso Como
Inarrestabili. Avevamo lasciato la famiglia Alajmo a Venezia, con la ristrutturazione del Caffè Quadri, e la ritroviamo a Milano, nientemeno che all’interno del “10 Corso Como” di Carla Sozzani. L’apertura, prevista per settembre, è in realtà slittata a fine anno; a questo punto dobbiamo aspettarci grandi cose?
[Venezia: com’è il nuovo Caffè Quadri degli Alajmo]
Il design è stato affidato a Philippe Starck, in un sodalizio ormai affermato tra la famiglia stellare e l’archi-star. Lo spazio dovrebbe prevedere un caffè e un giardino, oltre al negozio, alla galleria e la magnifica terrazza con vista sui grattacieli di Porta Nuova. Considerando pure la recente apertura di Giancarlo Perbellini, pare che la cucina veneta si trovi particolarmente bene a Milano.
Dove: Corso Como 10, Milano
Quando: fine 2018
Cosa aspettarsi: design visionario e piatti ispirati alla celebre gallerista
5- Osteria Pinte Romane
Il nome già dice tutto: Osteria, per mettere in chiaro il tipo di offerta gastronomica, Pinte, per il ruolo centrale assegnato alla birra (artigianale) e Romane, perché la cucina è di base romana. Lo spazio è quello di un’ex bocciofila, quindi con ampio posto all’aperto, e la firma è quella di Ivano Falzone de La Belle Alliance, luogo “per gli integralisti della birra” (cit. Valerio M. Visintin).
Alla direzione della cucina Marco D’Amato, già collaboratore di Bonci e Jennifer Gottieri, dal “Mastro Titta” di Roma. In effetti di romano c’è metà del personale, oltre alla proposta gastronomica, che si alternerà a quella delle altre Regioni italiane. La curiosità starà nelle proposte di abbinamento: piatti regionali con birre del territorio di riferimento. Oltre alle 12 vie di birra, vini naturali e soft drink, rigorosamente artigianali.
Dove: via Asiago 60, Milano
Quando: seconda metà di ottobre
Cosa aspettarsi: ambientazione steampunk e cibo all’altezza della birra alla spina.
6- Attimi di Heinz Beck al Citylife Shopping District
I più pignoli di voi diranno che è già aperto. E noi, più pignoli ancora, rispondiamo che, sì, la versione milanese del progetto “Attimi”, ideato da Beck in società con Chef Express, e che si ritrova anche all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino, è effettivamente aperta da luglio. Dei tre locali all’interno del Citylife Shopping District, però, solo due sono effettivamente fruibili: la formula bistrot e il Lounge bar. A breve aprirà l’ultimo segmento, il ristorante gourmet. Analoga a quella romana, la formula milanese punta su un casual dining, proponendo alta cucina accessibile a tutti, servizio e atmosfera decisamente easy, prezzi abbordabili e menù a tempo, in una formula di menù degustazione per 30, 45 o 60 minuti. La cucina sarà seguita dal resident chef Gianluca Renzi e gli interni curati da Fabio Novembre, 40 posti.
Dove: Piazza 3 Torri, CityLife – Shopping district, Milano
Quando: settembre 2018
Cosa aspettarsi: in un distretto fatto di archistar, anglicismi, edifici dalle forme avveniristiche, noi gente semplice abbiamo bisogno di punti di riferimento sicuri. Perciò ci aspettiamo i Fagottelli la Pergola.
7- Identità Golose
Da congresso annuale a palcoscenico permanente: è l’evoluzione della creatura di Paolo Marchi, l’appuntamento gastronomico internazionale che diventerà (anche) ristorante, centro polifunzionale per eventi, enoteca, area didattica. Il luogo scelto è l’ex sede della fondazione Feltrinelli: 1.000 metri quadri di spazio, un contratto d’affitto di 15 anni e una cucina dalle grandi ambizioni, in capo a chef internazionali, dal mercoledì al sabato. I menu verranno firmati da Andrea Ribaldone che coordina la brigata di cucina di Identità Milano, diretta ogni giorno dal resident chef Alessandro Rinaldi.
Prezzo fisso per le cene stellate, con un debutto che spetterà a Moreno Cedroni.
Dove: Via Romagnosi 3, Milano
Quando: 18 settembre
Cosa aspettarsi: le evoluzioni sono sempre un rischio e il pubblico sa essere un giudice selettivo. Ma i numeri di Identità sono una base solida da cui partire.
8- ‘O Fiore Mio
L’insegna nata nel 2011 a Faenza, su idea di Davide Fiorentini, arriva a Milano: al centro ci sarà ovviamente la pizza in teglia (“pizza di strada” nella definizione di Fiorentini), quella che ne ha decretato il successo a Bologna e che viene preparata con lievito madre, farine integrali e farciture ricercate.
Per Milano si è pensato a tre dimensioni diverse: un take away di piccole dimensioni, fronte strada e servizio delivery, solo per la pizza al taglio, un local con posti a sedere, un’offerta che spazia dalla croissanteria per la colazione al pane e alla pizza e una pizzeria a degustazione, come a Faenza. La prima apertura sarà quella di piazza Argentina. Seguirà, a metà ottobre, quella del secondo locale, per la pizza in teglia, con licenza di mescita e servizio di colazione.
Dove: Piazza Argentina, Milano
Quanto: 11 settembre
Cosa aspettarsi: farciture dedicate alla città meneghina, vista l’attenzione alle tipicità locali. Alta anche l’aspettativa nei confronti del pane, nuovo scommessa del marchio.
ROMA
9- Luciano – “Cucina italiana” – Campo de’ Fiori
Dopo anni di sodalizio, Luciano Monosilio ha lasciato il ristorante di Pipero, sostituito da Ciro Scamardella. Quindi s’è messo in proprio, il signore della carbonara, battezzando il nuovo locale con il suo stesso nome, associato a un sottotitolo eloquente: “Cucina italiana”. Promette un “pastificio pop up” con annesso laboratorio di pasta fresca e cucina, che avrà come protagonista la sua amata carbonara.
Il luogo scelto è piazza del Teatro di Pompeo, a due passi da Campo de’ Fiori. Nel frattempo si prepara a un’altra apertura, in Brasile: il Capolavoro, che aprirà a Novembre a Rio de Janeiro.
Dove: Piazza del Teatro di Pompeo 18, Roma
Quando: fine settembre 2018
Cosa aspettarsi: un piatto può diventare simbolo di un cuoco o essere la sua nemesi. In questo caso se la carbonara non è perfetta, Monosilio rischia di finire come Giordano Bruno
10- Callegari&Flavio – Testacci
La coppia Stefano Callegari, mr. Trapizzino, e Flavio De Maio, del “Veloavevodetto” non si ferma. Dopo l’esperienza a Fregene con il “Coqui”, stabilimento balneare con pizza, carbonara, cacio e pepe e gricia in carta, i due rafforzano il sodalizio acquisendo il Charro Cafè, storico locale della movida del Testaccio.
[Stefano Callegari: com’è essere mr. trapizzino]
Il progetto è rischioso: proporre la pizza romana di Callegari, quella che ha reso emerita la pizza romana (con “Sbanco” e “Sforno”) e i piatti della tradizione richiamando la cultura messicana che aveva ispirato il locale precedente.
Dove: via Monte Testaccio 73, Roma
Quando: metà settembre
Cosa aspettarsi: è stato l’anno dell’avocado, protagonista di piatti improbabili e hashtag su Instagram. Callegari è un uomo che ama le provocazioni. Se in carta propone una pizza con guacamole e la chiama l’Avvocata, pretendiamo una parte degli incassi.
11- Lion – Centro Storico
Un progetto ambizioso in centro storico. A firmarlo è Luca Ludovici, attualmente executive chef all’Osteria di Birra del Borgo. Classe 1986, nato a Fiuggi, Ludovici ha un curriculum di tutto rispetto: l’Alma di Gualtiero Marchesi, un passaggio londinese al “Le Gavroche” di Michel Roux, le “Calandre” con la famiglia Alajmo.
A Roma l’idea è quella di dare vita ad un bistrot-ristorante con cucina gourmet, che avrà un piccolo privè di 8 posti in cui sarà possibile provare su prenotazione il menu degustazione (accompagnato da una carta vini molto ricca, ben 350 etichette in cantina), e un dehors da 40 posti in cui si potrà gustare il menu alla carta.
Dove: Corso del Rinascimento, Roma
Quando: primi di ottobre
Cosa aspettarsi: le solide basi di cucina francese di Ludovici sono un ottimo biglietto da visita. Ci aspettiamo piatti in cui la materia prima sia valorizzata, senza essere manipolata troppo. Attenzione al rischio bistronomie: non tutto quello che viene d’oltralpe deve essere replicato qui.
12- Molino – via Merulana
Il bakery style non ammette vie di mezzo: o lo si ama, trasformando le proprie domeniche in interminabili brunch, o lo si odia, liquidandolo come l’ennesima moda di importazione Usa. Comunque la pensiate, resta il fatto che la moda si è allargata: cheese cake, apple pie, cupcakes, muffins, bagel e sandwich hanno trovato fedeli seguaci.
I romani amanti del genere saranno lieti di sapere che aprirà a breve “Molino bakery bar & cucina”: l’impostazione, però, non prevede solo un’offerta di prodotti in stile americano, ma anche lievitati per la colazione, pizza e cucina, con un menù alla carta riservato alla cena.
Dove: via Merulana 281, Roma
Quando: prossima apertura
Cosa aspettarsi: una coabitazione pacifica tra cornetti e muffins. Ovvero, che siano fatti entrambi bene.
13- Gargani – Parioli
Gargani è un nome ben noto ai romani. Storica gastronomia dei Parioli, fondata nel ’56, è una delle più fornite botteghe di specialità alimentari della zona. In vendita salumi e formaggi, ma anche pasta fresca, conserve, legumi e una piccola selezione di vini, oltre ai piatti pronti da portar via. Ora, il rinnovamento: se la qualità e i prodotti restano gli stessi, a cambiare sarà l’arredamento, che immaginiamo più moderno ed essenziale.
Dove: viale dei Parioli 36/b, Roma
Quando: prossima apertura
Cosa aspettarsi: che il livello qualitativo rimanga inalterato
14- Ted Lobster&Burgers – Ostiense
Dopo la sede in rione Prati, ecco il bis per Ted Lobster & Burgers. La seconda sede sarà a Ostiense e anche qui gli amanti della tradizione importata della East Coast americana, ritroveranno lobster roll, grigliate, tacos, insalate e hamburger in uno spazio di 250 metri quadri di open space.
Dove: via del Gazometro 25\33, Roma
Quando: 14 settembre 2018
Cosa aspettarsi: nuove proposte nel menu Roll, oltre i grandi classici
15- Mama Pokè – Eur
Deve essere andata bene in via Pallavicini, quartiere Prati, se il trio formato da Stefano Costi, Giulia Castellini e Daniele Piccolo ha deciso di raddoppiare, aprendo un secondo locale all’Eur.
La ricetta hawaiana con pesce crudo tagliato a cubetti è ovviamente al centro della proposta di Mama Pokè: sei piatti salati e uno dolce, oltre alla possibilità di creare la propria bowl, in quattro passaggi: scelta della base, della proteina, della marinatura e del topping. Per l’Eur sono previsti 15 coperti, ma si punta su delivery e take away. Il locale sarà aperto a pranzo e cena, dal lunedì al venerdì, con orario continuato; il sabato e la domenica, invece, si cena soltanto.
Dove: viale Beethoven 59, Roma
Quando: ottobre 2018
Cosa aspettarsi: ormai avete capito che il pokè non è un’insalatona di pesce e verdure. Se vi siete appassionati alla ricetta, chiedete un lomi salmon (che si prepara con carni di salmone massaggiate a lungo, servito con una nota piccante finale): scombinerete le combinazioni previste ma i gestori vi ringrazieranno.