Carta di credito sanguinante o meno, tutti voi affamati di cucina nordica, anche i più disillusi, avete accarezzato dentro brindisi e i soliti auguri la speranza di tornare Copenhagen?
Può essere il momento giusto: alcuni tra i ristoranti più bramati della città preparano soluzioni che salvano qualità e portafoglio insieme aprendo bistrot, versioni low-cost e alternative casual.
Mentre il divino Noma di René Redzepi si trasferisce a Sydney fino ad aprile, poi chiude nell’attuale sede di Copenhagen per spostarsi di qualche chilometro offrendo al ristorante una quinta più consona, lo staff cala la carta che mancava: l’apertura di un nuovo locale, chiamato 108 at Noma, con più coperti e un menu a prezzi accessibili rispetto al fratello maggiore.
Luogo, sempre Copenhagen. Quartiere: quello dei canali di Christianshavn, molto di moda. Il nuovo temp(iett)o della cucina nordica, annunciato con tanto di post dedicato sul sito, sta ingolosendo i fanboy di Redzepi.
Nome che richiama il numero civico, il locale, nelle parole dello chef Kristian Baumann e dei due manager Thomas Østergaard Bagge e Jacob Møller, tutti nello staff del Noma e ora comproprietari con Redzepi del 118: “sarà un posto familiare dove consumare una cena veloce di lunedì sera, oppure sedersi e trascorrere il proprio tempo il venerdì sera”.
Inclusi anche un wine bar e sala lounge.
Non un Noma di serie B, insomma, ma un ristorante friendly, flessibile alle richieste del cliente, adatto alle famiglie e ai gruppi di amici in pellegrinaggio gastronomico.
Il sito, già online e con possibilità di prenotare, spoilera ampiamente il menu.
Dalle insalate passando alla carne e finendo con i dolci (sempre in stile Noma, ricordiamolo), i prezzi vanno dalle 75 alle 300 corone danesi, al cambio andiamo dai 10 ai 24 euro. Molto interessante.
L’apertura è prevista per la tarda primavera del 2016, quanto ci metterà a essere sold-out?
P.S. Per gli interessati: appendice low-cost anche per Kadeau, altro celebre ristorante del quartiere di Christianshavn a Copenhagen. Si chiama Eldorado e propone un menù a base di papadum (piccoli wafer di solito serviti come contorno a piatti tradizionali indiani, ma consumati anche come spuntino) e zuppa di cocco thailandese.
Un altro segno che i ristoranti della città si stanno allontanando dai dogmi delle cucina nordica, a base di erbe aromatiche e piante.
Segue la tendenza anche Mikkeller, ristorante con birrificio artigianale incorporato, grazie a Ramen aperto di recente a Bíiru, nel quartiere bohémien di Nørrebro, dove si servono, come segnala il nome, ciotole di ramen.
[Crediti | via Gambero Rosso]