Il White Russian cocktail è un drink da mattino, forse l’unico, ed è, se ci si pensa bene, una specie di caffè latte corretto. L’uso della vodka e del liquore al caffè lo rende però un cocktail con un’alta gradazione alcolica, in un bicchiere ci sono almeno 18- 20 gradi, oltre ad essere un cocktail particolarmente calorico, per via dell’aggiunta di panna. All’assaggio è un mix dolce e morbido, e si rischia di berne troppo proprio perché i sentori dell’alcol sono attenuati dalla panna, che non solo li annacqua, ma li copre. Pochissimi altri sono i mixing che aggiungono la panna, tra questi i più celebri sono l’Alexander e il Grasshopper.
Il successo di questo cocktail alla fine degli anni Novanta si deve ad un film, Il Grande Lebowski, uscito nel 1998 e ambientato nella Los Angeles del 1991, diretto dai fratelli Coen. Il protagonista, Jeffrey Lebowski, detto “Drugo” è uno sfaccendato, che passa le sue giornate al bowling assieme ai suoi due amici, fumando marijuana e bevendo White Russian.
Il film non ebbe subito grande successo, ma negli anni fu rivalutato e al momento è considerato un cult, tanto che nel 2008 è stato inserito al quarantatreesimo posto nella classifica di Empire sui 500 migliori film della storia. Mentre nel 2009 è uscita una raccolta di saggi sul film “The Year’s Work in Lebowski Studies”, a cura dell’università dell’Indiana, che contiene, tra le altre cose, la ricetta per preparare correttamente il White Russian.
Come è nato il White Russian Cocktail
Si dice che questo cocktail sia nato negli anni Sessanta per soddisfare i clienti russi di un grande albergo che desideravano un drink per la mattina; rispetto alla sua prima variante, che però ha trovato poco successo (il Black Russian), questa versione è molto più morbida e dolce grazie all’aggiunta di panna. La versione più accreditata della nascita di questo cocktail è però più “formale”, si dice infatti che per la prima volta sia stato preparato nel bar dell’Hotel Metropole a Bruxelles, dal barman Gustave Tops, nel 1949, in occasione, non tanto di una visita di clienti russi ma dell’ambasciatore americano.
Nel ’49 si era già in piena guerra fredda, e l’aggettivo “russian”, in un drink preparato per un’autorità del governo americano, doveva essere sembrata quantomeno originale, in realtà l’aggettivo si riferirebbe solo al fatto che nel cocktail si usa la vodka. In fondo esiste anche un altro cocktail molto “americano” in cui si usa la vodka, ed è ovviamente il Cosmopolitan.
- Vodka 5 cl
- Liquore al caffè 2 cl
- Panna liquida 2 cl
- Ghiaccio a cubetti
Preparazione del cocktail White Russian
Versate il ghiaccio nel bicchiere in modo da riempirlo per 3/4. Poi versate sopra la vodka e il liquore al caffè, senza mescolare.
Mettete in uno shaker del ghiaccio e la panna, chiudete e shakerate velocemente, in modo da raffreddare e montare la panna, che avrà una consistenza liquida, ma spumosa.
Versate la panna nel bicchiere filtrandola dal ghiaccio e servite subito. Se volete potete decorare con scaglie di cioccolato fondente.
Consigli e varianti
Il White Russian è la versione “bianca” e dolce del Black Russian, che semplicemente mixa caffè e vodka su ghiaccio. Nella versione che vi proponiamo qui, la panna ha una consistenza spumosa perché viene shakerata, ma non è necessario: nei ricettari originali si parla di “un cucchiaio di panna” aggiunto semplicemente al cocktail, e, anche oggi, coesistono le due versioni: quella con la panna quasi montata e quella con la panna liquida.
Tra i topping, oltre al cioccolato fondente a scaglie anche i grani di caffè, o, per aumentare lo spettro aromatico, un rametto di rosmarino.