La Vichyssoise è una vellutata preparata con porri e patate e addolcita e resa cremosa dall’aggiunta di panna liquida (e in alcune versioni anche di latte). Si tratta di una ricetta molto in uso nelle campagne francesi, soprattutto nelle zone centrali, intorno a Vichy, una classica ricetta della nonna. Tanto è vero che il suo creatore, lo chef francese Louis Diat che lavorava al Ritz Carton di New York, dichiarò al New Yorker di aver riprodotto una crema che durante la sua infanzia gli preparava sua nonna in campagna, e che lui e suo fratello usavano allungare con il latte per raffreddarla. Il nome con cui la battezzò è legato alla sua città di origine: Vichy. Da quando la Vichyssoise fu portata alla ribalta da Diat divenne una zuppa fredda estiva, consumata come piatto unico, assieme ai crostini, o come apertura di pasti eleganti e con molte portate.
Una leggenda su questa minestra narra invece che fosse la preferita di Luigi XV, ma, dato che il re aveva paura di essere avvelenato, chiedeva ai suoi servitori di assaggiarla prima che la mangiasse lui e nel frattempo la zuppa si raffreddava, tuttavia il re la apprezzava anche così e da allora si servì fredda.
In Francia esistono altre vellutate molto simili a questa, una è la Parmentier, che è praticamente la stessa ricetta solo che si serve calda; si tratta di una minestra così comune nelle cucine francesi che viene chiamata anche soupe bonne femme, che potremmo tradurre, in barba a qualsiasi intenzione di eliminare il gender gap: “minestra della brava moglie”. E nel suo Mastering the Art of French Cooking, Julia Child, la celebre cuoca americana che ha introdotto negli Stati Uniti la cucina francese, afferma che la Vichyssoise altro non è che un derivato della soupe Parmentier.
Il servizio a freddo, permette alla zuppa di rassodarsi e di amplificare il gusto del porro, che, nella versione calda, anche per via del grande ammontare di panna con cui si prepara questo piatto, rischierebbe di passare più sotto traccia.
Se siete alla ricerca di un’altra ricetta semplice e soddisfacente per una vellutata, provate la vellutata di cavolo nero.
- Porri la parte bianca 600 g
- Patate da purè 600 g
- Burro 60 g
- Acqua 1 lt
- Sale fino
- Pepe nero macinato fresco
- Panna liquida 200 ml
Come fare la Vichyssoise
In un tegame dal fondo spesso sciogliete il burro senza farlo colorire, aggiungete i porri affettati spessi e mescolate bene, salando e pepando fino a quando i porri non sono morbidi, ma non colorati.
Sbucciate le patate, lavatele bene e tagliatele a tocchi grossolani, poi mettetele nella pentola dove cuociono i porri, mescolate velocemente per insaporire e aggiungete l’acqua, altro sale e un po’ di pepe. Fate sobbollire senza coperchio per 30 minuti, controllando che il liquido non evapori completamente.
Con un frullatore a immersione frullate le verdure e aggiungete la panna. Portate a bollore per 5 minuti sempre mescolando e poi regolate l’ultima volta di sale e di pepe. Servite subito o aspettate che si raffreddi
Conservazione
La Vichyssoise, per via della panna, si conserva in frigorifero per non più di due giorni, ed è sempre una buona idea farla bollire 5 minuti prima di consumarla. La Vichyssoise può anche essere congelata, magari in monoporzione, da far scongelare a bagnomaria o nel microonde.
Consigli e varianti
La Vichyssoise va servita tradizionalmente fredda, accompagnata da qualche crostino di pane fritto e da erba cipollina tritata, oppure da fettine di porro crudo. Si tratta di un piatto che serve per cominciare pasti anche piuttosto importanti.
Se volete un risultato ancora più dolce e cremoso, sostituite l’acqua con cui cuociono i porri e le patate con un litro di latte intero.
Per servirla fredda, fatela riposare 2 ore in frigorifero.