Il timballo di melanzane è un piatto tipico della tradizione siciliana e soprattutto di quella palermitana, è citato nel romanzo Il Gattopardo di Tommasi di Lampedusa e la sua origine è da far risalire alla cucina dei monsù, i cuochi che avevano studiato la cucina francese e che erano arrivati in Sicilia al seguito del trasferimento della corte borbonica a Palermo, negli anni Trenta del Settecento. Tutte le famiglie nobili dell’isola iniziarono ad avere al proprio servizio un monsu, un cuoco “monsieur” che cucinava piatti che mescolavano la tradizione siciliana con ingredienti tipici della cucina del nord: carne rossa, panna, latte e burro; si dice che anche nella famiglia di Tommasi di Lampedusa in cucina lavorasse un monsù che aveva una passione per i timballi. Indubbiamente si trattava di un cibo preparato per i pranzi importanti: la pasta secca, di cui abbiamo notizia in Sicilia già a partire dal XII secolo era un prodotto usato soprattutto per matrimoni e festività, mentre per tutti i giorni si preparava la pasta fresca fatta in casa.
Il nome timballo sembra provenire dalla parola araba per timpano (il tamburo tondo delle orchestre) “atabal”, che ha dato origine al vocabolo “timballe” del francese antico, in realtà il timballo non assomiglia ad un tamburo, ma quello che ricorda il tamburo è lo stampo in cui viene preparato, che in origine era tondo.
La preparazione del timballo è lunga ma non è complicata, basta tenere presente alcune regole: cuocere sempre la pasta al dente, perché la cottura nel forno tenderà a scuocerla, abbondare con il formaggio filante (provola, scamorza o caciocavallo) che, fondendosi, compatteranno la pasta. Infine non dimenticate lo strato di pangrattato sulla base della teglia, che assorbirà il liquido in eccesso e contribuirà a tenere il timballo compatto e la sua superficie croccante.
Se vi piacciono le ricette dei timballi, provate anche il timballo abruzzese che si prepara con le crespelle, oppure il pasticcio ferrarese in crosta. Se invece vi piacciono le melanzane al forno provate le pizzette di melanzane o il polpettone di melanzane al forno.
- Spaghetti 350 g
- Pomodori passata 200 ml
- Basilico 1 ciuffo
- Aglio 1 Spicchio
- Sale fino
- Olio extravergine di oliva 5 Cucchiai
- Melanzana tonda 2
- Olio di semi per friggere 500 ml
- Pangrattato
- Parmigiano reggiano grattugiato 50 g
- Provola dolce 200 g
Come fare il timballo di melanzane
Lavate e asciugate le melanzane, spuntatele e affettatele a fette spesse circa 1 cm. Friggete le fette di melanzane nell’olio di semi bollente, non più di quattro alla volta, e scolatele e fatele asciugare sulla carta da fritti.
Preparate il sugo facendo rosolare l’aglio, sbucciato e schiacciato nell’olio. Eliminate l’aglio quando si colora, e versate nell’olio la passata di pomodoro, salate e aggiungete il basilico e fate rapprendere leggermente la salsa.
Lessate gli spaghetti, scolateli circa tre minuti prima della fine del tempo della cottura indicato sulla confezione e conditeli con la salsa di pomodoro. Aggiungete il Parmigiano e metà della provola a cubetti.
Ungete il fondo di una teglia da forno e cospargetela con uno strato di pangrattato e uno di melanzane che copra anche i bordi, aggiungete gli spaghetti conditi e coprite la provola avanzata fatta a fette sottili. Completate con altre fette di melanzane spolverate di pangrattato. Cuocete in forno a 180 gradi ventilato per 30 minuti.
Conservazione
Il timballo di melanzane si conserva in frigorifero per 48 ore, anche se ovviamente dà il meglio di sé appena preparato. Se dovesse avanzare, conservatelo in un contenitore coperto e riscaldatelo nel forno a 150 gradi per 10 minuti.
Consigli e varianti
Il timballo di melanzane originale si prepara in uno stampo da ciambella, ma ovviamente si può preparare di qualsiasi forma. Al suo interno la pasta da usare, oltre agli spaghetti, sono i sedanini, gli anellini e gli ziti.
Se volete un gusto più pungente per il vostro timballo, sostituite il Parmigiano con il pecorino romano e la provola dolce con la scamorza affumicata.