Prima di infarinarci fino al mento e scomodare divinità a caso dal nostro pantheon preferito, spendiamo pure qualche parolina sulle origini del croissant. La parola francese “croissant” si riferisce alla Luna crescente, dal verbo francese croître che significa, appunto,”crescere”.
La leggenda narra che il burrosissimo dolcetto, nipote del più sfigato “kipferl” austriaco, fu impastato per festeggiare la vittoria del Sacro Romano Impero contro gli Ottomani durante la battaglia di Vienna. Da qui l’ispirazione della caratteristica forma a mezzaluna, la stessa che campeggia fiera sulla bandiera turca.
Il primo croissant, così come lo conosciamo noi, compare però nel 1938/1939 presso la Boulangerie Viennoise n°92, rue de Richelieu, Paris. Insieme a lui nacquero la cellulite e la risata di Satana.
“Scegliete, scegliete la forma del distruggitore!” [cit.]
Prima di approdare alla ricetta dei croissant perfetti ho peregrinato a lungo tra volumi di pasticceria, video tutorial e siti web. Delusa dalla ricetta di monsieur Pierre Hermé, tratta dal librone Ph 10 (costatomi diverse cucuzze) mi imbatto in Maria Grazia aka Caris, del blog Cooking Planner e in uno dei suoi tanti post sull’argomento divulgati sul forum gennarino.org.
Profetica la visione di questo filmato, che immortala il maestro panificatore Piergiorgio Giorilli e la sua “piega a quattro”, una tecnica di sfogliatura della pasta decisamente più rapida dei tradizionali “tre giri da tre”.
Un paio di righe più in basso e vi sarà tutto più chiaro. Tranquilli, a-n-d-r-à t-u-t-t-o b-e-n-e.
È importante fare un dovuto distinguo tra il croissant francese e il “cornetto” nostrano. I pasticcieri italiani, sadici nell’animo, sono riusciti a incrementare la ratio delle calorie aggiungendo all’impasto le uova, più zucchero e più grassi. Non sapendo su quale delle due versioni siano orientate le vostre preferenze ho approntato due ricette infallibili, le mie preferite.
Non contenta corredo la consueta trascrizione con un vecchio video in cui mostro la procedura passo per passo, senza lesinare con i dettagli. Se non è amore questo, cosa lo è? La qualità delle riprese è discutibile, faccio più di qualche errore nell’esecuzione MA indosso un grembiule bellissimo.
Ricetta croissant parigini
da “Non Solo Zucchero Vol.1” di Iginio Massari
dose per 20 croissant
Ingredienti
Farina 00 W 330 P/L 0,55 500g (una normalissima manitoba andrà benissimo)
Acqua( a 20°) 250g
Burro morbido 50g
Lievito di birra 25 g (riducibili a 20 g)
Sale 10g
Zucchero semolato 60g
Lette intero 50g
Burro per la sfogliatura 250g (il mio materia grassa 83%)
Malto in polvere 4,5g (non previsti nella ricetta originale)
1 bacca di vaniglia Bourbon (aggiunta mia)
Per la lucidatura:
1 uovo
20g latte intero
1 pizzico di sale
Annotazioni tecniche:
— La scelta del burro è importantissima. I manuali consigliano quello con una temperatura di fusione intorno ai 36°/38° (il burro in placche in pratica). Evitate il burro con una spiccata nota formaggiosa, i croissant che sanno di piedi non piacciono a nessuno.
— Ai più volenterosi dico che è possibile impastare il tutto a mano.
— È preferibile sfogliare l’impasto in un ambiente non troppo caldo, per esperienza mai superare i 23°.
Preparazione
Verso tutte le polveri nella planetaria, eccetto il sale.
Sciolgo il lievito di birra nell’acqua tiepida (20° circa) e aggiungo il liquido ottenuto alle polveri. Avvio la planetaria munita di gancio a velocità ridotta e verso poco alla volta il latte, è importante farlo assorbire gradualmente.
Trascorsi 10 minuti aggiungo il burro, sempre poco per volta. E che sia morbido, mi raccomando, altrimenti vi rimane tutto in sospensione.
Incremento la velocità della macchina e lascio impastare per circa cinque minuti. Una volta ottenuto un impasto liscio ed elastico, incordato ma non troppo, chiudo il sipario con il sale.
*Copro tutto con pellicola e lascio lievitare in frigo a 4° per tutta la notte.
Gli impazienti possono anche procedere con una lievitazione in ambiente tiepido (25°-26°) per due/tre ore.
Mi sveglio e dopo pochi secondi sono già protesa verso il frigorifero. Stendo la pasta in un rettangolo di 2cm circa di spessore, copro il tutto con pellicola e ripongo nuovamente in frigo. I riposi sono necessari affinché la pasta non si stressi, vi sconsiglio di stenderla prima del tempo. Non c’è verso, rassegnatevi.
Qui inizia la delicata fase di laminazione, guardate il video e fatevi un’idea.
La temperatura ideale del burro dovrebbe aggirarsi intorno ai 15°, quella dell’impasto intorno ai 4°.
Preparo il cosiddetto “pacchetto” di burro, grande la metà rispetto al rettangolo di pasta, schiacciando con il matterello tra due strati di carta forno.
Inserisco la materia grassa al centro e allo stesso tempo a filo con i bordi .
Ripiego i due lembi di pasta, senza accavallarli, ruoto l’impasto di 90° e allungo verticalmente, schiacciando ad intervalli e partendo dal centro.
È importante che il burro “scorra” longitudinalmente e si distribuisca in modo omogeneo.
A questo punto do la famosa piega “a quattro”, in questo modo:
1) Divido “mentalmente” l’impasto in quattro parti uguali.
2) Partendo da sinistra, ripiego il primo quarto di pasta su stesso.
3) Piego i tre quarti rimasti congiungendo i lembi.
4) Piego nuovamente a metà e sovrappongo gli strati, avendo cura che la giunzione del secondo sia perfettamente al centro.
Allungo la pasta, sempre facendo pressione dal centro, e do la classica piega “a tre”, in questo modo:
1) Divido l’impasto in tre parti uguali.
2) Piego la prima parte verso il centro.
3) Sovrappongo la terza parte su di essa, creando i tre strati.
A questo punto abbasso un po’ la pasta, copro sempre con pellicola e faccio rilassare in frigo per un’ora.
Stendo la pasta a circa 6mm, anche se è preferibile arrivare a 2,5/3 mm.
Rifilo i bordi e ritaglio dei triangoli con una rotella liscia.
Per quanto riguarda gli scampoli di impasto avanzati, potete intrecciarli o arrotolarli su se stessi, magari spennellati di miele e conditi con frutta secca.
I miei triangoli hanno una base di 9 cm e un’altezza di 23cm, ma voi siete liberi di giocare con le proporzioni.
Allungo i croissant facendo scorrere le dita dalla base fino alla punta, faccio un taglio e arrotolo, esercitando poca pressione solo sulle estremità. In questo modo non si compromette lo sviluppo durante la lievitazione.
Pennello la superficie dei croissant con tuorlo d’uovo e latte, faccio lievitare coperti per circa due ore, ripennello e cuocio in forno statico a 190°-200°per 18 minuti. I primi 5 con valvola aperta (incastrando una cucchiarella di legno tra lo sportello ed il forno), poi per dieci minuti a forno chiuso e infine gli ultimi 3 con valvola aperta.
È preferibile surgelare i croissant da cotti. Un giretto in forno preriscaldato e spento e tornano come nuovi. Se invece preferite congelarli da crudi, è bene consumarli entro quattro o cinque giorni. Per preservare il prodotto più a lungo e a quelle temperature bisogna necessariamente aggiungere all’impasto i cosiddetti miglioratori del freddo.
Ricetta Croissant all’italiana
Da una ricetta di Luca Montersino, ecco dunque i croassant all’italiana.
Ingredienti
dose per 20 croissant.
Per il lievitino:
112 g di acqua a 20°
250g di farina 330W
35g di lievito di birra
Per l’impasto all’italiana:
500g farina forte
150 g di zucchero semolato
20 g di malto in polvere (sostituibile con il miele)
75 g di burro morbido
225 g di uova (4 o 5)
150 g di latte intero
1 bacca di vaniglia Bourbon
15 g di sale
Per la sfogliatura:
300 g di burro (la ricetta originale ne prevede 375).
Preparazione
Recupero una ciotola capiente e riempio con acqua tiepida. È importante non superare i 26° pena decesso inevitabile del glutine.
Verso tutti gli ingredienti nella planetaria e lascio impastare con la foglia per qualche secondo. Recupero la pallina di impasto, do un colpettino sul tagliere e metto il lievitino a mollo nell’acqua tiepida. A causa della fermentazione attivata dal calore verrà a galla dopo pochi minuti. Il tempo per avviare l’altro impasto insomma.
Verso nella planetaria la seconda dose di farina, lo zucchero ed il malto e avvio la macchina. Aggiungo poco a poco il latte e, una volta assorbito, un uovo intero per volta.
Incorporate perfettamente le uova strizzo il lievitino a mo’ di spugna e lo aggiungo all’impasto. Incrementato la velocità e una volta ottenuto un impasto liscio aggiungo il burro morbido a pezzetti e lascio incordare.
Completo con l’aggiunta del sale e continuo come sopra*.
Vi consiglio, dato il dispendio fisico e le pause inevitabili, di raddoppiare la dose indicata in ricetta e di procedere ad intervalli con due impasti diversi.
Mezza giornata di lavoro per una quarantina di croissant suona abbastanza equo, no?