Dico a te, estimatore romagnolo, che hai la piadina tatuata sulla pancia a imperitura memoria del cibo più buono finito lì dentro. E anche a te, habitué della Romagna, che porti la piadina nel cuore insieme al ricordo della sabbia, l’aria salmastra, gli amori estivi, i racchettoni sulla spiaggia.
Vogliamo dire al resto degli italiani, ai pochissimi che non lo sanno, insomma, cos’è la piadina?
Un disco di pasta piatto da 25 cm. di diametro cotto sulla lastra di ferro e preparato con acqua, farina, un pizzico di bicarbonato, sale, strutto o un goccio di latte.
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Attenzione però, al solito la ricetta della piadina cambia di casa in casa, di chiosco in chiosco.
– Si può dire che a Ravenna è più alta e abbondante di strutto;
– A Cesena è più sottile e morigerata quanto a grassi;
– A Novilara, in provincia di Pesaro, luogo di culto per chi non ha problemi di digestione, la propongono calda, tagliata a spicchi, farcita con un trito di erbe, o con il prosciutto, o con il pecorino;
– La variante romagnola è lo squaquerone, irresistibile formaggio molle genere stracchino.
Diciamo anche un’altra cosa: da quando tirate fuori la farina dalla dispensa a quando addentate la piada, ben calda e abbondantemente farcita, passa poco più di mezz’ora: 5-6 minuti per l’impasto, 20-25 di riposo, un paio per stendere le palline e 3-4 per la cottura.
Cosa volete di più? Beh, sì, certo, un nuovo episodio de “La ricetta perfetta” dedicato, guarda caso, alla piadina romagnola. O meglio, di confine, visto che la ricetta è proprio della trattoria “Il Pergolato” di Maria a Novilara.
Ingredienti
- 500 g di farina debole
- 80- 100 g di strutto (o burro)
- 150 ml latte
- 150 ml acqua
- 1 cucchiaino di bicarbonato (circa 2 g)
- 10 g sale
Preparazione
Mettete la farina sulla spianatoia ( o nella ciotola dell’impastatrice) insieme al bicarbonato e al sale, fate la fontana al centro e mettetevi lo strutto (o il burro morbido) tagliato a dadini.
Impastate aggiungendo a mano a mano l’acqua e il latte, fino ad avere un impasto liscio e omogeneo (la quantità di liquido potrà variare in base all’assorbimento della farina).
Coprite il panetto con un canovaccio (o avvolgetelo in un foglio di pellicola) e fate riposare per circa mezz’ora a temperatura ambiente.
Trascorso il tempo indicato, prendete il panetto e reimpastatelo per dargli la forma di un grosso salame, del diametro di circa 8-10 cm, e con un tarocco tagliatelo in 6 pezzi di uguale dimensione (circa 150 gr l’uno).
Lavorate i singoli pezzi di impasto per dare la forma di una pallina liscia ed omogenea.
Stendete ogni pallina allo spessore di circa 3-4 mm e della larghezza di circa 25 cm.
Prendete poi una padella dal fondo liscio, fatela scaldare sul fuoco senza ungerla e quando è caldissima mettetevi la piadina. Non appena si formeranno le classiche “ bolle”, dopo circa un minuto, rompetele coi rebbi di una forchetta, in modo che cuocia uniformemente.
Cuocete la piadina da un lato per circa 1-2 minuti, poi giratela e lasciate cuocere per altri 1-2 minuti.
Togliete quindi la piadina dalla padella e mettetela da parte su un piatto. Man mano che le altre piadine saranno pronte, impilatele una sull’altra.
Farcite infine le piadine romagnole, magari con squaquerone o stracchino, prosciutto cotto e rucola con un po’ di olio e sale o ciò che più vi aggrada.
[Crediti | Immagini: Patrizia Laquale, Eleonora Giammarini]