Il pane carasau è il pane tipico sardo, preparato in grandissime sfoglie creato in modo da conservarsi a lungo. Tipico di una zona in cui la pastorizia era una delle attività più comuni, faceva in modo che il pane si mantenesse fresco e croccante anche per molti giorni.
Il procedimento che gli dà il nome è la “carasatura” ovvero la divisione di ogni pane in due sfoglie, in seguito al rigonfiamento dell’impasto nel forno. Si tratta di una tecnica originale, simile per a quella che si usa in Salento per la puccia, la tipica tasca di pane creata proprio dal rigonfiamento di un impasto nel forno che viene poi tagliato a metà, anche se nel caso della puccia il pane è più spesso. La tecnica qui invece è quella di creare dei fogli di pane sottilissimi, che poi vengono tostati in forno per diventare croccanti.
Il pane carasau è la versione base, in Sardegna si usa anche il pane guttiau, condito con sale e olio di oliva. Si usa servirlo con formaggi e salumi, nelle zuppe o semplicemente come pane di accompagnamento al pasto, infine, con il pane carasau si possono realizzare anche degli ottimi sformati e pasticci, usando le sfoglie di pane al posto delle sfoglie di pasta all’uovo.
- Acqua 250 g
- Semola rimacinata di grano duro 500 g
- Lievito di birra secco 5 g
- Sale fino 9 g
Preparazione
Per preparare la ricetta del pane carasau mettete in una ciotola l’acqua e il lievito.
Aggiungete la farina e mescolate vigorosamente.
Aggiungete per ultimo il sale.
Mettete a riposare coperto da uno strofinaccio per 40 minuti.
Passato il tempo di riposo dividete in tre l’impasto, create delle palline e fate riposare ancora 40 minuti.
Stendete i panetti a formare una sfoglia sottile.
Accendete il forno a 250 gradi e aspettate che diventi caldo. Mettete le sfoglie nel forno che in pochi minuti si gonfieranno.
Toglietele dal forno e tagliatele a metà per sfogliarle.
Rimettete le sfoglie in forno per 2 minuti in modo che si tostino.