Insomma, ormai è estate sul serio. E, fra un acquazzone e l’altro, fa sul serio anche l’afa, portandosi dietro, in sovrappiù, tutta una serie di piccoli grandi dilemmi gastronomici. E relative soluzioni: da una dieta più leggera a una cucina a fornelli spenti.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è abbastanza comune sperimentare un certo calo dell’appetito o, almeno, di alcuni appetiti e, fosse solo per qualche settimana, c’è chi non se la sente di affrontare cibi superconditi, extragrassi, ipercalorici e relative digestioni lente.
Sì, so che ci sono le dovute eccezioni: a loro ho dedicato il post sui piatti più impegnativi da portare in spiaggia. Ma si tratta comunque di una minoranza.
Pochi anche quelli che si mettono volentieri ai fornelli. Si salvano solo i fortunati che hanno l’aria condizionata (o chi abita in montagna, ma vabbè). Tutti gli altri – molti – hanno mancamenti alla sola idea dell’acqua della pasta che bolle saturando di vapori roventi le pareti del cucinino abitabile.
La buona notizia è che cucinare senza fuoco si può.
No, non vi sto suggerendo di andare in gastronomia o, peggio, al banco frigo del super e agguantare la prima roba fredda pronta che capita, da mangiare direttamente dalla vaschetta.
Ma di mettere insieme ingredienti selezionati che non necessitano di cottura, condirli ad arte e gustarli con piacere. In chiave nostrana o esotica con verdure, cereali, carne, pesce. Che anche la dieta cruda può essere varia.
1. Pane, amore e pomodori
Panzanella, friselle, panbagnà e compagnia: abbinare l’alimento più semplice con gli ortaggi di stagione è il tipico esempio di ricetta “minima spesa massima resa”.
I campioni di questa categoria di ricette sono i pomodori e, soprattutto, il succo abbondante che rilasciano e che, combinato con olio e a chi piace (secondo ricetta) una punta di aceto, inzuppa per bene la mollica creando già così qualcosa di delizioso.
Poi, via libera a cetrioli, acciughe, tonno, capperi, olive, cipolla rossa o bianca, basilico strappato a mano, origano fresco o secco, maggiorana.
Spezzettate il pane, unite tutto ciò che più via aggrada, siate generosi con l’olio, mescolate bene e lasciate riposare un tot prima di portare in tavola, perché tutti questi piatti sono più buoni man mano che riposano.
2. Cous cous a freddo
Ve ne ho già parlato, sempre a proposito di pranzo in spiaggia: invece di farlo rinvenire con acqua o brodo bollenti, usate semplice acqua fredda con olio e succo di limone, lime, persino arancia. Le dosi non cambiano (seguite quel che riporta la vostra confezione), si allungano solo un poco i tempi di riposo, circa mezz’ora invece dei canonici 5 minuti del cous cous a caldo.
Una volta reidratata, sgranate la semola e arricchitela con verdure e ingredienti saporiti: dai peperoni ai pomodori secchi a una buona giardiniera sminuzzata. Fatene una versione di terra con una dadolata di prataioli crudi e una punta d’aglio tritato, una di mare con sgombri sott’olio o pesci affumicati (spada, tonno). Erbe aromatiche a volontà e, di nuovo, ancora un po’ di riposo per mescolare fra loro i profumi.
3. Summer rolls vietnamiti
Io me ne sono innamorata l’anno scorso al padiglione Vietnam di Expo. Spopolano all’estero, soprattutto in Francia e Stati Uniti, e sono involtini avvolti in carta di riso bianca, traslucida, quasi trasparente, che lascia intravedere il contenuto.
Le sfoglie si comprano in qualunque store etnico ma anche in molti supermercati, si bagnano pochi istanti in acqua fredda, si stendono su un panno umido e si farciscono con verdure a julienne finissima: carote, zucchine, cetrioli, cipollotti, lattuga, rucola, cavolo eccetera eccetera.
Se vi va, potete mettere anche una manciatina di cellophane noodles, gli spaghetti di soia da far rinvenire in acqua molto calda del rubinetto (basta un ammollo di 10-15 minuti). Condimenti: salsa di soia, salsa piccante e/o peperoncino fresco a rondelle e/o grattugiatina di zenzero e/o foglie di coriandolo e/o qualche goccia di succo di lime.
Insomma, scegliete i sapori esotici che preferite, mescolateli, farcite le sfoglie e arrotolatele. Serviteli ben freddi (teneteli un po’ in frigo, prima). Si mangiano con le mani, pucciandoli nella salsa di soia.
4. Carpacci, tartare, ceviche, tiradito
Carne o pesce (abbattuto) a fettine sottili o più spesse, a dadolini piccoli o a cubotti. Condimenti a base di olio extravergine, punte di olio di sesamo (se piace), acidità di limone o lime, erbe tritate dalla cipollina alla menta, pepe, paprica o peperoncino.
Se il crudo non vi spaventa potete spaziare dal vitellone al manzo, dai gamberi al tonno passando per tutti i pesci bianchi, il salmone, il baccalà e divertirvi a combinare gli ingredienti.
Se la materia prima è di grandissima qualità, preferisco che salsine e citronette siano irrorate a filo, per non coprire il sapore naturale di carne e pesce.
Altrimenti, fate una breve marinatura sgocciolando bene fettine o dadi prima di servire. Accompagnate con verdure di stagione, pomodori soprattutto, ma anche lattughini, cipolla, peperoni, cetrioli e compagnia.
Questo è ciò di cui mi nutro in questi giorni. E voi? Quali sono le vostre preferite ricette senza fuoco? Oppure, incuranti del clima, non rinunciate a calare gli spaghetti, arrostire il pesce, grigliare le salamine?