Il cocktail Mimosa è nato a Parigi nel 1925 all’Hotel Ritz dal celebre barman Frank Meier, ed è un drink da aperitivo a base di spremuta d’arancia e prosecco, tuttavia Meier non rivendicò la sua creazione nel libro che raccoglieva le sue ricette: “The Artistry Of Mixing Drinks”, praticamente una bibbia dei cocktail, edito nel 1934. Forse non la considerava la sua creazione migliore.
Il Mimosa è diventato un cocktail ufficiale IBA (International Bartenders Association), tuttavia la sua circuitazione non è quella dei cocktail bar blasonati, ma soprattutto dei brunch, delle cerimonie e dei matrimoni: il motivo risiede nel fatto che si tratta di un cocktail beverino, che ha una gradazione alcolica contenuta (5%) e non molte calorie (circa 75 per ogni bicchiere). Si tratta di un cocktail rinfrescante e semplicissimo da preparare anche a casa, dato che non c’è nulla da fare se non versare gli ingredienti nel bicchiere, che solitamente è una elegante flûte da Champagne. Il segreto per far venire bene questo cocktail è uno solo: mantenere gli ingredienti freddi di frigo, in modo da non sgasare lo spumante, una volta che lo aggiungete. Importante, per non farlo sgasare, è anche non mescolare troppo il cocktail.
Il Mimosa è da considerarsi una variante del Bellini, il celebre cocktail inventato all’Harry’s bar di Venezia da Arrigo Cipriani, a base di polpa di pesca bianca e Prosecco; quel cocktail è anche il capostipite di quello che è diventato un intero filone di cocktail a base di succo di frutta e prosecco, da servire di giorno: a primavera il Rossini con le fragole, in autunno il Tintoretto con la melagrana, d’estate il Bellini e d’inverno il Mimosa.
Preparate questo cocktail assieme a un croque monsieur e a una ciambella soffice bicolore, avrete un brunch perfetto.
- Spremuta d'arancia 75 ml
- Prosecco secco (oppure champagne) 75 ml
- Arancia 1 Fetta
Come preparare il Mimosa cocktail
Spremete le arance, sarà necessario il succo di circa mezza arancia, poi filtrate il succo con un colino a maglia fine e raffreddate il succo in frigorifero.
Versate il succo di arancia in un flute da champagne, e aggiungete il prosecco ben freddo di frigo.
Mescolate per pochissimi secondi con un cucchiaino dal manico lungo. Poi affettate una fetta di arancia, tagliatene uno spicchio e infilatelo nel bordo del bicchiere. Servite subito.
Consigli e variante del cocktail Mimosa analcolico
Come per il Bellini, il Rossini e il Tintoretto, l’imperativo categorico di questi drink è che il succo di frutta provenga da frutta fresca appena spremuta e non da succhi industriali, o, peggio, da concentrato.
La variante inglese e il Mimosa analcolico
Pochi anni prima dell’invenzione del Mimosa, nel 1921, a Londra fu inventato il Buck’s Fizz, dal barman Malachy MacGarry del Buck’s Club: il suo cocktail che prevedeva due parti di spumante e una parte di succo d’arancia, anch’esso diventato, proprio come il Mimosa, un classico IBA. Nel 2011 però l’International Bartender Association fornì per i due cocktail la stessa ricetta, sostenendo dunque che fossero la stessa cosa. Nei Paesi anglosassoni tuttavia il Buck’s Fizz rimane ancora oggi un cocktail classico di alcuni momenti dell’anno, per esempio la colazione della mattina di Natale oppure più in generale per il brunch, e viene anche considerato un ottimo rimedio per l’hangover. Il Mimosa invece è considerato il cocktail delle cerimonie: così semplice da preparare e con un gusto che piace a tutti, è un aperitivo frequente soprattutto durante i matrimoni.
Proprio per la sua destinazione conviviale, è possibile preparare anche un Mimosa analcolico sostituendo semplicemente al prosecco una gazzosa, oppure si può prcedere in modo più “pro”, realizzando uno sciroppo di acqua e zucchero in parti uguali, da far raffreddare e poi aggiungere nel bicchiere nella quantità di 30 ml, assieme a 75 ml di succo d’arancia appena spremuto e filtrato e infine rabboccare il bicchiere con la gazzosa.
Quale bicchiere usare per il Mimosa?
Come nel caso di Bellini e Rossini, il bicchiere consigliato per il cocktail Mimosa è la flûte da Champagne. Questo, perché la sua forma elegante e slanciata permette alle bollicine dell prosecco (o dello Champagne) di formare un gradevole perlage, in grado di persistere per più tempo.