Con i tuoi? Con chi vuoi? Ma soprattutto, cosa? Sono curiosa: voi cucinerete per il pranzo di Pasqua? Quali piatti, e per chi?
I tutorial di questi tempi si sprecano, fatevene una ragione. Noi delle uova abbiamo già detto. Ma Pasqua e Pasquetta hanno molti altri simboli gastronomici.
Ingredienti e preparazioni che non possono mancare perché la festa possa dirsi tale.
Pronti via, con la carrellata da cui prendere spunto per cominciare a pensare seriamente ai menu.
1. Torte salate & co.
Dalla pasqualina, che mica si chiama così per niente, al casatiello, la Pasqua e soprattutto la Pasquetta sono l’occasione per portare in tavola queste preparazioni che potremmo definire di pasticceria salata.
Se differiscono gli impasti, che vanno dalle sfoglie più fini ai lievitati più corposi, in genere non mancano mai le già citate uova.
Che possono essere sgusciate nel ripieno di cagliata ed erbette, come è il caso della specialità ligure, oppure rassodate e unite agli impasti, come in alcuni tortani.
Ma anche disposte intere, con tutto il guscio, come usa in molte ricette del Sud (anche dolci, a dire il vero).
Unico caso in cui le uova vanno lavate, ma solo prima di usarle – che lo sapete, sì, che altrimenti si intacca il film protettivo che rende i gusci impermeabili agli agenti esterni, batteri compresi.
Ciò detto, lavatele per togliere eventuale sporco ma non preoccupatevi di possibili problemi igienici che svaniscono con le alte temperature della cottura in forno.
2. Pasta fresca
Liscia o ripiena, purché ci sia. Tagliolini e tagliatelle, ravioli e tortelli, lasagne e cannelloni, trofie, maccheroni al ferro o alla chitarra, cavatelli: chi più ne ha più ne metta. Naturalmente, se la preparate in casa è meglio, ma un buon pastificio artigianale può sopperire.
Per i condimenti, due le scuole di pensiero.
Quella green sceglie le verdure novelle di cui al punto 3, ma anche gli ultimi carciofi o le prime melanzane e peperoni.
Considerato che il menu pasquale prevede comunque una buona quantità di proteine animali, non un’opzione da scartare.
Sebbene in molti non resisteranno ai ragù, bianchi e delicati o rossi e corposi, con le carni di stagione (punto 4).
A casa mia il pesce è non pervenuto, ma un sugo di scorfano, un ragù di seppie, una pasta con gamberi e zucchine possono comunque essere una buona alternativa.
3. Verdure novelle
Piselli, fave, asparagi, misticanza, borragine ed erbe selvatiche, cipollotti, aglio fresco, puntarelle, carotine col ciuffo, zucchinette con il fiore, patatine e, finalmente, i primi pomodori che ricominciano ad avere un qualche sapore e dolcezza.
L’orto a primavera è rigoglioso, così come lo sono i banchi del mercato, quindi è bene approfittarne.
Potete mescolarle in contorni misti stile vignarola romana, condirci la pasta o rifinirci i risotti (fave e pecorino: provate!) e, naturalmente, farne insalate croccanti. Come la classica di puntarelle con aglio e acciuga, oppure una che mescoli lattughini, piselli appena sgranati e punte di asparagi crude.
Corollario: le erbe aromatiche. Timo, maggiorana, basilico, menta, melissa sono sempre garanzia di profumo e sapore. Da sperimentare, le foglioline delle carote, tritate e aggiunte all’ultimo momento a insalate e verdure stufate.
4. Carne
Il titolo giusto dovrebbe essere agnello e capretto. Le grandi teglie al forno, i cosciotti (magari con salsa alla menta), le costine scottadito, le cotolettine impanate e fritte, i carré al forno fanno parte della tradizione in barba alle anime belle.
Ma se se le suddette anime belle vi avessero convinto che la mattanza delle creaturine è peccato, potete orientarvi su altre carni – per inciso, io non capisco la differenza fra macellare questo o quell’animale, ma tant’è.
E insomma, dal coniglio all’oca, dallo stinco di vitello al filetto di maiale, un grande secondo di carne per la Pasqua onnivora non può mancare.
Sì, persino degli ottimi piccioni al forno possono essere una scelta azzeccata.
Per non dire della tradizionale grigliata di Pasquetta che vedrà i grillers sfoggiare puntine, salamelle, brisket (punta di petto di manzo), pulled pork e per i più osé persino diaframma, taglio povero del bovino (in genere di vitellone) che, cotto alla brace e servito al sangue, è una vera specialità.
5. Dolci, fortissimamente dolci
E siamo giunti, infine, al momento del dessert. Zeppole, pastiera, colomba, scarcelle, cassata, marzapane in forma di agnellini, coniglietti, colombine.
E, naturalmente, lui, l’uovo di Pasqua, che troneggia sul buffet in attesa di essere scartato e frantumato in scaglie golose.
La carrellata di dolcezze è talmente nutrita che non di rado sulle tavole ne compaiono ben più d’uno, affiancandosi ai grandi classici dei pranzi in famiglia, dalla zuppa inglese al tiramisù, dalla panna cotta ai primi gelati di stagione.
Non siate parchi: godetevi questi ultimi capricci senza troppi sensi di colpa.
Del resto, la Pasqua bassa a fine marzo vi regala qualche settimana in più per rimettervi in forma prima della famigerata prova costume.
Oddio no, l’ho scritto.