Il Margarita cocktail è uno dei classici AIBES, con pochi ingredienti e semplici: tequila, triple sec e succo fresco di lime. Per ottenere un cocktail perfetto occorre quindi non scendere a compromessi sulla qualità degli ingredienti: la tequila 100% agave Azul, e un buon lime, che non si può in nessun modo sostituire con il limone. Infine la scelta del sale è particolarmente soggettiva: basta partire dal fatto che il sale nel Margarita è obbligatorio; a seconda dei gusti però potrà essere un sale piuttosto comune (che spesso conserva un retrogusto acido) o un sale più dolce e croccante, come il sale Maldon o la Fleur de sel, che però hanno entrambi cristalli leggermente più grossi rispetto al sale fino che siamo soliti usare, e quindi sono molto “presenti” in bocca quando si sorbisce il cocktail. A voi la scelta.
Storia del cocktail Margarita
Le origini di questo cocktail sono abbastanza controverse, e per di più l’IBA (International Bartender Association) a partire dal 1961 ha cambiato la ricetta ben quattro volte. Le origini del cocktail risalgono molto probabilmente agli anni Venti o Trenta del Novecento, sembrano messicane, ma anche la città di San Diego ne rivendica la paternità. Sicuramente dalla parte della nascita in Messico stanno l’ingrediente principale del cocktail: la tequila, un superalcolico ottenuto dalla distillazione del frutto dell’agave, una pianta molto comune nei paesi caldi bagnati dal mare. L’altra prova delle origini messicane del Margarita è il bicchiere, a forma di sombrero rovesciato.
La prima versione della storia delle origini del margarita risale al 1932, quando durante un matrimonio, il bartender Daniel Negrete impiegato nell’hotel in cui si svolgeva la cerimonia, nonché cognato della sposa, inventò un cocktail che si chiamava come la sposa appunto, Margarita.
La seconda storia è invece ambientata a Juares, questa volta il bartender si chiama Pancho Morales e sembra che inventò il Margarita in seguito alla domanda di un cliente di preparargli un Magnolia, di cui però non conosceva la ricetta. Improvvisando, inventò un cocktail di successo mondiale.
Terza versione è quella che fa risalire la nascita del Margarita al 1947, quando il bartender Carlos Danny Herrera lo preparò per la showgirl Marjorie King, che pare fosse allergica a tutti gli alcolici tranne che alla tequila.
Ultima, in ordine cronologico, la tradizione che lega il Margarita a una barlady, Margaret Sames, che nel 1948 avrebbe inventato il cocktail Acapulco, molto simile alla ricetta originale codificata in seguito.
Una cosa è certa; tutte queste storie derivano dal grande successo che questo cocktail ha avuto nel mondo, ma soprattutto spiegano il fatto che ne esistano molte varianti. Probabilmente all’inizio il Margarita era solo un evoluzione del classico drink messicano a base di Tequila e sale, che veniva alleggerito e reso più fresco con l’aggiunta di lime. Solo in seguito si aggiunsero altri ingredienti, come il Triple sec, che aveva il compito di ammorbidire e rendere più elegante il gusto forte e deciso della tequila.
- Lime 1 Fetta
- Lime il succo 30 ml
- Tequila 70 ml
- Triple sec 40 ml
- Sale fino
- Ghiaccio
Come preparare il cocktail Margarita
Tagliate il lime a metà e strofinatelo sul bordo del bicchiere in modo da inumidirlo, poi versate il sale su un piattino e appoggiateci sopra il bordo del bicchiere, in modo che i cristalli di sale si attacchino alla sua superficie.
Spremete il lime e filtrate il succo. Mettetelo nello shaker assieme alla tequila e al triple sec e shakerate.
Filtrate con lo strainer (il colino in dotazione dello shaker) e mettete direttamente nel bicchiere. Tagliate una fetta di lime e appoggiatela sul bordo facendo una piccola incisione, oppure tuffatela nel bicchiere assieme al liquido.
Come conservare il Margarita
Il cocktail va fatto e consumato subito, questo è sicuramente il modo più gradevole di sorbirlo. Tuttavia da qualche tempo a questa parte molti bar preparano cocktail da asporto, che però vengono studiati ad hoc per rimanere sostanzialmente uguali a se stessi con il passare del tempo. Sicuramente, se volete provare a preparare un mix che si conservi, potete mescolare la tequila con il triple sec, conservarlo in frigorifero, e poi aggiungere il lime e shakerare solo poco prima di servire. Il lime infatti, con il passare del tempo si ossida e cambia colore.
Consigli e variante alla fragola
Questo cocktail va servito ben freddo, è quindi una buona idea raffreddare il bicchiere con dei cubetti di ghiaccio oppure tenerlo in frigorifero (o meglio ancora in freezer) fino al momento del servizio.
Per realizzare delle varianti si può optare per aromatizzare la tequila lasciandoci delle spezie in infusione per tre ore: ottimo ad esempio il pepe di Sichuan, ma anche il cardamomo. Inoltre, oltre al succo di lime, si possono aggiungere altri succhi di frutta o di verdura. La variante più famosa è quella alla fragola, che si ottiene frullando circa 6 fragole medie assieme al succo di lime, alla tequila, al triple sec e a tre cubetti di ghiaccio. Il bicchiere, in questo caso, andrà decorato con un pezzetto di fragola.