Il Kamikaze è un cocktail straight up (liscio), classificato come fancy/popular dall’International Bartenders Association (I.B.A.) fino al 2020, e rientra anche nella categoria dei sour. Come per molti altri drink, la genesi del Kamikaze è incerta e sul suo conto ci sono numerose storie. Alcuni sostengono per esempio che sia stato inventato durante la Seconda Guerra Mondiale in un bar situato nella base navale americana della città costiera giapponese di Yokosuka e che abbia preso il nome dai piloti suicidi che compirono numerosi attacchi verso la fine della guerra prima della resa del Giappone. In giapponese, la parola kamikaze si traduce in “vento divino”: inizialmente si riferiva al tifone che i mongoli incontrarono mentre cercavano di invadere il Giappone nel XIII secolo, ma spesso viene (erroneamente) attribuito anche a queste operazioni belliche. È molto probabile, in ogni caso, che il drink abbia assunto questo nome a causa delle sue origini giapponesi, dei suoi sapori audaci e della sua gradazione alcolica.
Un’altra versione racconta che il Kamikaze è stato creato a metà degli anni ’70 da un barman di Boston che amava bere Vodka e succo di lime. Un giorno tale personaggio aggiunse nel bicchiere anche del Triple Sec, un liquore dolce all’arancia, e il risultato gli piacque così tanto da chiamare la sua nuova invenzione “Liam”, proprio come il suo nome. La storia narra che un funzionario della vodka Smirnoff che frequentava quel bar, dopo aver assaggiato il drink, lo propose alla sua azienda. Ebbene, l’anno successivo, questa ricetta comparve proprio nel ricettario ufficiale della Smirnoff.
Il Kamikaze, consigliato come after dinner e quindi da bersi a stomaco pieno, è uno dei cocktail più alcolici tra quelli più importanti, con un volume alcolico di circa il 25% di ABV. Nel suo libro “Cocktail” (che ha ispirato l’omonimo film di Tom Cruise), lo scrittore Heywood Gould lo definisce un classico cocktail dell’era della discoteca inventato da adolescenti, come il quattro bianchi. Per anni, il Kamikaze è stato servito principalmente come shot e spesso utilizzava succo di lime zuccherato (in particolare quello di Rose). Alla fine i bartender hanno scoperto che il succo di lime fresco crea un mix più piacevole e la versione cocktail è diventata un’aggiunta popolare ai moderni menu dei Martini.
Se amate i cocktail a base di vodka, provate ovviamente il Vodka Martini, il Cosmopolitan, il Moscow Mule, la Caipiroska o il Long Island Iced Tea.
- Vodka 3 cl
- Cointreau 3 cl
- Lime il succo 3 cl
- Lime 1 Spicchio
Come fare il Kamikaze cocktail
Spremete il lime e filtratene il succo. Versate la Vodka, il Cointreau e il succo di lime nello shaker e agitate bene.
Versate, filtrando, in una coppetta da cocktail e guarnite con uno spicchio di lime.
Consigli e varianti
Questo è un cocktail in cui si deve apprezzare la Vodka più liscia possibile. Utilizzate quindi Vodke di qualità superiore che solitamente si degustano da sole o in un Vodka Martini. Assicuratevi anche che la qualità del Triple Sec corrisponda a quella della Vodka. Il succo di lime fresco produce sicuramente un Kamikaze dal sapore migliore. Regolate la proporzione in base ai vostri gusti: per esempio, se vi piace con un po’ più di lime, usate 1,5 cl di succo di lime e solo 0,5 cl liquore all’arancia. Alcuni preferiscono che i tre ingredienti siano utilizzati invece in parti uguali.
Varianti del Kamikaze
Volete stupire i vostri ospiti? Questo cocktail può assumere un bel colore blu versando il Blue Curaçao al posto del Triple Sec. Provatelo anche con la Vodka aromatizzata: quasi tutti gli infusi di frutta vanno bene, compresi frutti di bosco, agrumi, cocco e ananas. Anche la Vodka alla vaniglia funziona bene, lo renderà simile al Key Lime Pie Martini senza l’ananas. Un’altra variante popolare è il Kamikaze “SoCo”, in cui la Vodka viene sostituita da Southern Comfort (liquore southern style al whisky statunitense).
Quale bicchiere usare per il Kamikaze
Essendo un twist sul Martini, si serve tradizionalmente nell’omonima coppetta. Per la versione on the rocks, e quindi col ghiaccio, è meglio optare però per un bicchiere old fashioned che permetta al ghiaccio di amalgamarsi meglio col cocktail diluendolo e allungandolo.