I crostini neri toscani sono forse il piatto tipico aretino più conosciuto e più amato in tutta Italia. In ogni famiglia che si rispetti il pranzo della Domenica si apre rigorosamente con i crostini neri.
Chiamati anche crostini toscani da chi è di altra regione, sono una ricetta popolare tipica di tutta la Toscana, non solo aretina, usata quasi esclusivamente per l’antipasto. Consiste in una preparazione a metà tra un ragù e un paté a base di fegatini di pollo, acciughe e capperi.
Vengono chiamati neri per il colore molto scuro della preparazione ed anche per metterli in contrapposizione con gli altri crostini vari che fanno parte dell’antipasto tipico toscano, ovvero quelli con i funghi, con la salsa verde o la salsiccia cruda.
Sulla vera ricetta potremmo disquisire fino a sera, tante sono le varianti che se ne trovano. Questa è la “Ricetta della nonna Emilia” e credetemi se vi dico che è assolutamente infallibile. sorprendente.
- Macinato di vitello 600 g
- Pollo fegatini 600 g
- Carota 1
- Sedano 1 Costa
- Cipolla rossa 1
- Prezzemolo 1 ciuffo
- Cappero sottaceto 80 g
- Pasta di acciughe 50 g
- Olio evo
- Vinsanto 1/2 Bicchiere
Preparazione
Preparate un battuto con sedano carota cipolla e prezzemolo.
Mettetelo in una capiente casseruola con abbondante olio extravergine e iniziate a cuocerlo.
Cuocete a fiamma non troppo alta, le verdure si devono cuocere ma non bruciare.
Una volta che il soffritto sarà pronto aggiungete il macinato e i fegatini di pollo battuti al coltello in modo sottile.
Tritate i capperi e aggiungeteli al composto.
Cuocete a fiamma medio-bassa per 40-45 minuti, avendo l’accortezza di fare in modo che la carne non attacchi e non si prosciughi troppo.
Nel caso si asciughi aggiungere un mestolo di brodo caldo (anche vegetale).
A cottura terminata, quando la carne ha evaporato tutta l’acqua di cottura sfumate con il vinsanto.
Lasciate cuocere altri due minuti e aggiungete la pasta di acciughe.
Lasciar cuocere un altro minuto, amalgamare bene e spegnere.
Frullate un po’ i crostini con ma senza esagerare, non deve essere un paté e deve mantenere la consistenza un po’ rustica.